Introduzione

Questo libro è nato dalla mia esperienza personale; facendo parte del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) da circa otto anni, ho potuto raccogliere vari interrogativi nei confronti della preghiera. Per meglio comprendere la realtà del RnS, credo che sia opportuno, se non indispensabile, fare una brevissima inquadratura del periodo storico in cui esso è sorto.

Nel discorso del 17 maggio 1959, giorno di Pentecoste, il pontefice Giovanni XXIII conclude la sua preghiera di invocazione allo Spirito Santo dicendo: "Rinnova nella nostra epoca i prodigi come di una novella Pentecoste" (Humanae salutis, in Tutti i documenti del Concilio e del post-Concilio, Edizioni Domenicane, Napoli 1966).

Il Concilio Ecumenico Vaticano II portò a compimento, sei anni dopo, la preghiera del pontefice, e precisamente l’8 dicembre 1965. I vescovi, si domandavano se le aspettative del Concilio si sarebbero realizzate. Il Concilio aveva mobilitato tutta la Chiesa Cattolica, risvegliando attese e speranze, dando l’avvio al grande aggiornamento teologico, liturgico, ecumenico… Nonostante tutte queste riforme, la Chiesa era ancora presa da un torpore spirituale. Questo "torpore" fu oggetto di riflessione da parte di alcuni giovani professori universitari degli Stati Uniti, dove si registrava una profonda crisi spirituale. "Impegnati in prima persona in varie attività pastorali, essi vedevano attorno a sé scoraggiamento, depressione, evasione, oppure l’accettazione di una fede triste e rassegnata. Essi confrontavano la Chiesa attuale con la Chiesa che emerge dagli Atti degli Apostoli: una Chiesa, questa, tutta unita, viva, entusiasta, convincente, per cui "Il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati" (At 2,48). Da cosa dipendeva questa differenza?... All’origine della Chiesa c’era stata la Pentecoste. Era forse esaurita la potenza della Pentecoste? O ci siamo allontanati noi dalla Pentecoste?... A questo punto, l’attenzione dei nostri giovani ricercatori fu attirata dal movimento pentecostale (un movimento spirituale protestante che si richiama alla Pentecoste) che in quegli anni si era molto sviluppato tra le Chiese evangeliche. Come cattolici, erano assicurati dal Concilio che aveva affermato: "Quanto dalla grazia dello Spirito Santo viene fatto nei fratelli separati può contribuire alla nostra edificazione" (Unitatis redintegratio, 4/516). Dopo essersi ben informati, decisero di chiedere ad un gruppo di pentecostali che pregassero per loro e su di loro" (Panciera M., Servi dello Spirito, RnS, Roma 1991, 12-13). Così decisero di partecipare ad un loro incontro di preghiera. Rimasero entusiasti per le meraviglie che erano avvenute. Fu cosi che, due anni dopo la fine del Concilio, nacque provvidenzialmente, nel 1967, il Rinnovamento Carismatico negli USA. Successivamente, questo si allargò a macchia d’olio in tutto il mondo e, nel 1971, giunse in Italia. Grazie alle nuove concezioni conciliari in campo ecumenico, alcuni cattolici hanno potuto fare questa esperienza meravigliosa, che è stata poi portata all’interno della Chiesa Cattolica. Sempre in quegli anni si evidenziarono anche delle tendenze non sempre positive; una di queste è stata la nascita della "teologia della secolarizzazione", che fa eco alla celebre asserzione: "Dio è morto". Questa affermazione ha talmente sopravvalutato i valori terreni e l’attività dell’uomo nella "città secolare", da svuotare di significato l’adorazione di Dio, la contemplazione, la preghiera. Il rapporto personale con Dio è venuto a cadere e di conseguenza la preghiera è stata per lunghi anni dimenticata. Inoltre, a]lo sviluppo notevole che la società ha realizzato a metà del nostro secolo, alle grandi rivoluzioni, alla sempre maggiore affermazione della scienza con le grandi scoperte in cui l’uomo si è sentito "grande", non ha corrisposto un adeguato sviluppo spirituale.

Il secolarismo, lo scientismo, il razionalismo, l’efficientismo hanno influito moltissimo sull’oblio della preghiera. Si trova tempo per seguire i grandi eventi sportivi; si passano lunghe serate davanti alla televisione; si dedicano minuti, se non ore, alla lettura dei giornali; si trova tempo per compilare i moduli della dichiarazione dei redditi; e anche per fare la ginnastica quotidiana. Per pregare, invece, non c’è tempo! Questa recessione e svalutazione della preghiera ha suscitato una reazione. Nella Chiesa d’oggi sta fiorendo il bisogno della preghiera ed è possibile scorgere i segni positivi di questa rinascita in tutte le esperienze di vita dei principali gruppi e movimenti ecclesiali. Le esperienze di preghiera nella Chiesa d’oggi sono ormai così numerose e varie che si stenta anche a metterle insieme, perché c’è sempre il rischio di dimenticarne qualcuna.

La riscoperta della preghiera è uno dei segni più genuini per esprimere una maggiore adesione a Cristo da parte dell’intera comunità cristiana.

Dopo aver fatto una sintesi sulla nascita del Rinnovamento nello Spirito, si è cercato d’individuare se, all’interno dello stesso, ci fosse una "pedagogia della preghiera". Esaminando quello che viene chiamato "seminario di vita nuova nello Spirito" o "seminario per l’effusione", è stato possibile intravedere alcuni elementi che, in realtà, fanno pensare ad una pedagogia della preghiera: ascolto della Parola di Dio, meditazione e risposta alla Parola. Tenendo presenti le domande che gli stessi aderenti al RnS si fanno: "Quando pregare? Dove pregare? Come pregare?", si è notato poi come una forte esperienza personale di preghiera da parte dei partecipanti al Rinnovamento vitalizzi la pratica sacramentaria del singolo e dell‘intera comunità. Le celebrazioni sono prive di ritualismi, ma la partecipazione attiva dei fedeli esprime realmente il loro inserimento al "munus sacerdotale" di Cristo. Costoro hanno un ruolo attivo nelle varie assemblee liturgiche e non si limitano ad essere semplici spettatori. Anche i vari momenti della celebrazione sono vissuti in prima persona e con religioso silenzio.

Successivamente si è dato luogo all’analisi, seppur breve, delle caratteristiche di ecclesialità di un gruppo e delle varie fasi che caratterizzano l’assemblea di preghiera carismatica. Più problematica è stata la descrizione di quella che nel movimento viene definita come "l’esperienza fondamentale", cioè la "preghiera per l’effusione dello Spirito Santo" o semplicemente "preghiera di effusione".  È necessario partire dai fondamenti teologici, specie quelli che si riferiscono al sacramento del battesimo, poiché è soltanto in questa ottica che si può capire cosa sia o cosa non sia l’effusione. Ultimo aspetto, non per questo meno importante, è stato dedicato alla dimensione trinitaria della preghiera cristiana. Ho analizzato il rapporto che l’orante ha con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo. Nella trattazione mi sono servito anche di alcuni supporti che ci provengono delle altre discipline, come la psicologia, la sociologia, ecc.