Quarta tappa: il ringraziamento e l’intercessione
Già durante la lectio si è avuto modo di ringraziare il Signore per averci parlato tramite la Scrittura. Ora l’orante può ringraziare il Signore per i benefici che egli ha ricevuto in questo dialogo, a tu per tu, con lui. In questo caso si e realizzata la "lettura spirituale", quella in cui lo Spirito Santo insegna a leggere l’Antico Testamento in riferimento a Gesù e a leggere l’Antico e il Nuovo Testamento insieme, in riferimento alla Chiesa e alla situazione personale. Questo tipo di lettura era proprio dei Padri. Ancora oggi, nei gruppi di Rinnovamento ed in altri movimenti ecclesialì si ha questo tipo di lettura. Padre Cantalamessa ci riporta una testimonianza di una lettera di questo genere: "Ricordo, tra le altre, questa preghiera fatta da una sorella, dopo aver ascoltato l’episodio di Elia rapito al cielo che lascia a Eliseo due terzi del suo spirito; diceva: ‘Grazie, Gesù, che salendo al cielo non ci hai lasciato soltanto una parte del tuo Spirito, ma tutto il tuo Spirito! Grazie che non l’hai lasciato a un solo discepolo, ma a tutti gli uomini!’. Questa è lettura spirituale della Bibbia, ma quella sorella non ne sapeva niente. Ella aveva fatto la stessa cosa che fa la liturgia della Chiesa quando, in una domenica dell’anno liturgico (XII domenica anno C) fa ascoltare, una di seguito all’altra, prima la chiamata di Eliseo da parte di Elia (cf. i Re 19,l6ss), poi la chiamata più esigente di alcuni discepoli da parte di Gesù (cf. Lc 9,l5ss) Dopo aver ringraziato il Signore, possiamo pregare per i nostri bisogni e per quelli degli altri. È doveroso da parte nostra, dopo aver ricevuto tanto dal Signore, pregare per gli altri. "lo sotto la vite, voi i tralci — dico il Signore — Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato" (Gv 15,5a.7). "Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena" (Gv 16,24b). "Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò" (Gv 14,14). Queste promesse possono sembrare esagerate, ma l’insegnamento del Signore negli altri tre Vangeli è ugualmente forte ed esplicito: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!" (Mt 7,7-10; cf. Lc 11,5-8). Si potrebbe continuare, riportando molti altri passi in riferimento a questo argomento. È indispensabile che la preghiera sia accompagnata dalla fede e dalla fiducia nella bontà e nella potenza di Dio. "Tutto quello che domanderete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato (Mc 11,24); "Tutto quello che chiederete con la fede nella preghiera, lo otterrete" (Mt 21,21); "In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà un possibile" (Mt 17,20-21); "Gesù gli disse: ‘Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede’. li padre del fanciullo rispose ad alta voce: ‘Credo, aiutami nella mia incredulità"’ (Mc 9,23-24). Le guarigioni che Gesù faceva erano la risposta alla fede degli ammalati. La lettera di Giacomo riecheggiante gli insegnamenti di Gesù, ci incoraggia a chiedere con fede, senza esitare, dal momento che "colui chi esita somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento"; non possiamo supporre che "un uomo che ha l’animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni, pensi di ricevere qualcosa dal Signore" (Gc 1,6-8). Per che cosa dobbiamo pregare? Possiamo pregare per le necessità nostre e per quelle degli altri. Possiamo gettare in lui ogni affanno, ponendogli fra la mani le nostre pene e difficoltà. Possiamo chiedere cose materiali; non dimenticando che i doni spirituali sono più importanti e quelli noi dobbiamo "desiderare seriamente" (cf. 1Cor 14,1). Nell’epistolario paolino appare sovente ]‘invito di pregare per gli altri: "Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo" (2Ts 1,11-12); "Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi" (3,1); "Fratelli, pregate anche per noi" (1Ts 5,25). |