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Pgt Monza

Si attua il Piano di Governo del territorio con un anno di ritardo con gravi danni alla Città e ai servizi necessari.

di Alfredo Viganò

La Giunta ha approvato il 27 di maggio la delibera dal titolo:  AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROPOSTE DI INTERVENTO IN AREE DI TRASFORMAZIONE ASSOGETTATE A PIANIFICAZIONE ATTUATIVA, AI SENSI DELLA NORMATIVA DI PGT VIGENTE.

Delibera importante e purtroppo molto in ritardo perché il piano è approvata da più di mezzo anno. Importante perché vuole dare avvio alle procedure previste dal PGT per l’attuazione delle Aree di Trasformazione presenti nel Documento di Piano ( le aree di Trasformazione sono quelle dismesse e strategiche del Piano che quelle sistema di ristrutturazione o di nuovo impiant edilizio).

 

In Consiglio ho sollevato il problema perché non vi è stato alcun confronto preliminare neppure in Commissione urbanistica ( che appunto non si riunisce da quando è stato approvato il Piano ) ma soprattutto perché la Delibera presenta gravi pecche tanto da renderla quasi inattuabile se non per pochi intimi.

Vediamo perché è sbagliata:

Le Norme del Piano prevedono la presentazione di una DOMANDA  e la Amministrazione avrebbe dovuto provvedere a indicare e regolamentare nel Bando  con precisione gli elaborati e dati da allegare alla “domanda” che è finalizzata ad avviare le procedure di redazione del Piano Attuativo delle aree di Trasformazione ( le più importanti per la previsione del Piano generale).  Invece si procede assurdamente alla richiesta “proposta di piano attuativo, redatto, in modo completo, secondo le vigenti disposizioni nazionali e regionali” come fosse già un avvio di procedura per l’approvazione del Piano Attuativo e non una semplice domanda che prelude poi ad un Piano Attuativo che deve essere poi discusso, magari modificato per arrivare in Commissione urbanistica e poi in Consiglio Comunale. La cosa non è di lana caprina ma di metodo corretto e di risorse. Infatti il metodo indurrà a contenziosi e rigidità nel miglioramento degli interventi ( se accetto già una domanda completa con Piano Attuativo perché cambiarla dopo? Oppure è “blindata”  anche per il Consiglio?) . Per le risorse si obbligano gli operatori a spendere qualcosa che va tra i 30.000€ e i 400.000 €  di spesa tecnica ( a seconda delle dimensioni e caratteristiche dei singoli Piani) per quelli più grandi per fare una “domanda” . E’ evidente la gravità perché la spesa induce a essere preventivamente certi della “accettazione”  della domanda e riduce la propensione alla richiesta in attesa di tempi migliori o “certezze” per non avere il rischio di buttare denaro.

Ancora ci si rifà agli elaborati previsti da norme regionali e nazionali creando confusione e senza invece elencare gli elaborati ritenuti necessari e questo determinerà ulteriori confusioni e necessità di chiarimenti successivi se non si vuole cadere nel discrezionale. Ad esempio il PGT richiede il completamento degli elaborati a Piano Attuativo che non sono previsti nei dettati minimi previsti dalla legislazione.

Ad esempio le Norme del Piano prevedono il raggiungimento di certi standard per aspetti energetici, di qualità sociale e costruttiva degli interventi indicando un punteggio in apposita tabella. Qui, nella delibera, invece di una dichiarazione ( pur con indicazioni tecniche che possono essere richieste) si chiedono “ i necessari elaborati dimostrativi delle quote di punteggi di cui alla tabella …..” senza precisare cosa sono questi elaborati e quindi restando nel discrezionale, senza certezza con conseguenze anche di contenzioso. Anche qui la spesa della documentazione dipende molto dalla precisione delle cose richieste ma che non compaiono in delibera ( da un bilancio energetico a descrizione delle tecnologie di intervento , alla spesa ed alla progettazione). A nessuno può sfuggire la poca chiarezza per chi farà domanda e che i chiarimenti dati dagli uffici rischiano, senza cose scritte, del tutto disomogenei e discutibili. Stranamente non si parla dei punteggi per aspetti sociali, ad esempio edilizia convenzionata etc. o di quelli costruttivi come l’acustica, pur previsti.

Queste eccessive complicazioni e incongruenze sono un pasticcio che comporta poi la traslazione della data di presentazione ultima al lontano 31 dicembre aggiungendo ritardi a ritardi. Un anno perso con grave danno alla Città tutta e alla realizzazione di servizi.

Ovviamente la delibera da anche indicazioni corrette come la necessità di esprimere le annualità di riferimento per le quote annuali previste dalle Norme e la possibilità di realizzare per parti. Importante il richiamo delle Norme alla valutazione dell’interesse pubblico dell’intervento in funzione anche del programma del Programma di Opere Pubbliche.

In realtà, per rispetto delle Norme, si doveva prevedere una Domanda con contenuti precisi ma non certo di Piano Attuativo finito e autocertificazioni sui contenuti, anche energetici oltre alle cauzioni necessarie, una volta esperita la gara, per il mantenimento di quanto assicurato. La legge prevede di semplificare le procedure, qui invece si complicano ai danni dei cittadini, delle economie del settore e dello stesso Comune.

Alfredo Viganò

Consigliere Comunale Lista Faglia