Giuseppe Faraone
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ARTISTI ITALIANI CONTEMPORANEI
GIUSEPPE FARAONE VISTO DA BENEDETTO DI PIETRO
L’artista, originario della provincia di
Potenza, abita ed opera da molti anni a San Donato Milanese e
conosce la pittura a 360 gradi, avendo perfezionato il suo
percorso artistico in Italia e all'estero. Dopo gli studi
accademici ha iniziato il percorso di verifica della pittura
impressionista, dipingendo negli stessi luoghi in cui
l’Impressionismo francese è nato e arricchendo il suo bagaglio
di informazioni che vanno al di là dei dettami della poetica
impressionista; in particolare ha potuto verificare l’incidenza
del luogo in cui nasce un quadro e la misura in cui il pittore
ne resta influenzato, spesso fuori dalla sua consapevole scelta.
Il percorso impressionista di Faraone si è ampliato analizzando
anche le opere dei pittori della Scapigliatura milanese,
prodotte in concomitanza con l’Impressionismo francese, e quelle
dei Macchiaioli toscani. Il risultato è visibile nelle sue opere
e sicuramente godibile: una tavolozza cromatica importate, in
cui anche i colori complementari giocano la loro parte per
conferire brillantezza e armonia di vibrazioni. Le scene
rappresentate sono molteplici, ma in particolare sono scorci di
Milano in cui si muovono i tram della seconda metà del
Novecento, con i colori che la nostra memoria conosce. A
differenza degli impressionisti francesi che rappresentavano una
società appagata e forse contenta, in Faraone troviamo la Milano
che lavora, dove tutto è movimento. L’acqua è l’elemento
onnipresente, sia che scorra nei navigli, sia che bagni le vie
della città conferendo una serie di riflessi che l’artista ci
restituisce conferendo alla scena ritmi cromatici di particolare
intensità. Giuseppe Faraone nella sua ricerca ha praticato anche
l’Espressionismo — e secondo me non l’ha abbandonato del tutto—;
possiamo notarlo in alcuni quadri in cui l’artista fa uso della
pennellata lunga, deforma gli elementi strutturali, che prende
solo a pretesto, e affida il fine della sua ricerca non alla
interazione ambientale bensì all'accostamento cromatico. Non
penso di trovarmi fuori dal seminato, tanto più che lo stesso
pittore in un pieghevole presente in sala dichiara che la sua
pittura “non vuole essere necessariamente né gioiosa né
esteticamente bella, ma solo la cronaca delle mie emozioni”.
Questa affermazione riconduce alla poetica espressionista, in
base alla quale per il pittore esistono solo i colori,
indipendentemente da ciò che egli rappresenta e che volutamente
spesso deforma, conferendo al quadro solo valore psicologico.
Benedetto Di Pietro
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Corso V.Emanuele (Milano
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