LE ULTIME RIFLESSIONI.

 

 

 

 

 

Eccezionale, comunque, il racconto di Marco Sersale, pur con le inevitabili imprecisioni dovute al grande periodo di tempo passato. Diceva l'amico Danilo, "...è stato come ritornare indietro nel tempo, pur non essendo stati realmente testimoni di quell’evento…". E penso che davvero sia stato un evento eccezionale. Nonostante poi l'amico Marco ci avesse regalato quei bellissimi originali ricordi di quel pomeriggio, si è offerto di visionale le fotografie di Piero, proprio per cercare altri particolari di quel concerto, dando prova di un attaccamento al gruppo che mai avevamo visto. Consideriamo sempre che per lui era la prima volta che li conosceva, non erano proprio famosi in Italia nell'aprile del 1968! Ma Marco, anche sentendolo più volte, ribadisce che fu un concerto memorabile ed unico per quell'epoca, un concerto ...che gli cambiò la vita! Marco ha anche visionato i filmati di "It would be so nice", il promo del 1968, e del Palasport del maggio 1968 ("Rome Goes Pop") ed altri filmati dello stesso periodo, e tra foto e filmati, molti dei suoi ricordi di quella sera hanno avuto conferma.

 

  Così, abbiamo la conferma che gli amplificatori che si vedono nella foto di controllo (quelli neri dietro a Waters e Wright) sono della stessa marca e tipo di quelli che compaiono dietro Mason al Piper in quel pezzetto nero non coperto da teli bianchi. Se confrontiamo bene le foto, si può scorgere la caratteristica scritta verticale "VOX", con la retina nera con la tipica trama a rombi. Le casse chiare alte dietro Gilmour crediamo siano le casse dell'impianto voci (come si vedono dietro il batterista al Palaeur), mentre gli amplificatori bassi (sempre dietro Gilmour nella foto) sono di marca Marshall, ma Marco non sa se li stavano usando, si ha l'impressione che siano lì solo appoggiati, magari perchè usati da band precedenti. Se vedete bene la foto di Mason, all'estrema destra, ingrandendo, si nota che l'amplificatore Marshall é piazzato quasi di taglio (...di sguincio...alla romana...) e non di piatto verso il pubblico, come sarebbe di regola. Nella foto di Wright, da solo a sfondo bianco, si dovrebbe riconoscere molto bene che gli amplificatori sono coperti dai famosi teli bianchi, che Marco ricorda bene e senza ombra di dubbio, essendoci quel piccolo riquadretto nero rimasto scoperto. E si ha anche la conferma che suonavano con i VOX, almeno Waters e Wright (mentre l'amplificatore di David non è abbastanza chiaro).

 

  Una riflessione di Marco. Nel filmato di "Astronomy Dominè" del Batoun Rouge del 1968 ha visto fare a Gilmour quel lavoro con la manopola delle telecaster (descritto nel racconto), meravigliandosi di come quel ricordo fosse ancora vivo nella sua memoria. Poi, a riguardo dell'usanza del doppio spettacolo (pomeriggio-sera), si ricorda benissimo che gli spettacoli del pomeriggio erano riservati a tutto il pubblico, compresi i minori di 18 anni e gli studenti, quasi fosse uno spettacolo più economico: infatti nelle locandine vi è chiaramente inserito "INGRESSO SENZA LIMITI DI ETA' ", mentre di solito gli spettacoli serali erano riservati ai maggiorenni, ad un pubblico più ricercato. Questa tradizione fu in voga sino a metà degli anni '70, come vediamo anche dal precedente manifesto dei Genesis del 18 aprile del 1972, dove vi è riportata la frase "SPETTACOLO SPECIALE PER STUDENTI".

 

  Ora non resta che trovare ancora documenti sull'evento e soprattutto altre persone fortunate che videro la prima performance in assoluto dei Floyd in Italia. O magari una registrazione audio dell'evento. Vi faccio notare una cosa: nel sito di Nuovo Sound, richiamato nella prima ricerca, Eddie Ponti riporta, parlando del concerto dei Floyd al Piper Club, un curioso aneddoto, che potrebbe passare inosservato, richiamato anche nel libro di Bonanno-Bornigia ("Piper Club", Collana "Storia mito canzoni"). Lo riporto di nuovo:

“Da Nuovo Sound - n.9 dell' 8 marzo 1975 (a cura di Eddie Ponti)

...del resto eravamo stati, in un certo senso, preparati a quanto ci aspettavamo quando Alberico ci portò i "Pink Floyd". Arrivarono letteralmente a piedi scalzi e con i primi capelli afroamericani che si fossero visti in giro; non erano ancora arcifamosi, come poi diventarono per tutti, ma il Piper era lo stesso pieno da scoppiare e, per la prima e anche l'ultima volta, nel locale sentimmo strani ed esotici effluvi profumati ed osservammo inconsuete nuvole di un azzurro intenso. Ci fu anche l'episodio della equipe dei tecnici della Rai, tre bravi ed ignari padri ai famiglia di mezza età, che uscirono dalla stanzetta senza finestre e adiacente ai camerini con un'aria stranamente allucinata ed euforica... Inquinamento?”.

 

Capite? ...TECNICI DELLA RAI.... Addirittura una "...equipe dei tecnici della Rai..."! Perchè si trovavamo lì al Piper? E se avessero registrato il concerto? Certo, ...alcuni dubbi sulle affermazioni di Ponti sono abbastanza discutibili: sui "capelli afroamericani" non ci siamo affatto, i Floyd a piedi scalzi non me li immagino proprio (abbiamo visto solo Gilmour nel film di Pompei a piedi scalzi, vi ricordate di altre volte?), ma sull'epidodio dei tecnici della Rai, forse è per questo che da anni si parla della registrazione del concerto? Forse è per questo che si è sempre parlato di Arbore e Boncompagni che erano sul posto con un grosso registratore a catturare la performance? Purtroppo Eddie Ponti non può più rispondere, è scomparso alcuni anni fa, ma il dubbio permane. Un dubbio che è uno stimolo per continuare. Buttiamoci quindi nel terzo filone di ricerche!

 

 

 

fine (?)

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