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THE DARK SIDE OF THE MOON

 

 

 

 

1. La Data di Uscita di "The Dark Side of the Moon".

2. Gli Inners di "The Dark Side of the Moon".

 

 

 

1. La Data di Uscita di "The Dark Side of the Moon".

La data di effettiva uscita del disco è sempre stata oggetto di discussioni tra i collezionisti e gli storici della band, anche se ormai tutti sono d'accordo che il disco uscì prima negli USA e poi in Inghilterra. Le date ipotizzate da tempo negli anni passati erano quella del 10 marzo (per l'uscita del disco negli USA) e del 23 marzo (per l'uscita in terra inglese), ma ovviamente c'erano alcuni contrasti, pochissimi dicevano che il disco fosse uscito rispettivamente il 9 marzo (in USA) ed il 24 marzo o addirittura il 26 marzo (in UK). Ma la ricerca di Glenn Povey per il suo libro (Glenn Povey, "THE COMPLETE PINK FLOYD. THE ULTIMATE REFERENCE", Carlton Books, 2016) ha chiarito ormai la maggior parte dei dubbi e ha fatto cambiare le date di uscita del disco, allineandole a quelle che pochi collezionisti avevano ipotizzato già da tempo. La verità non potrà essere mai accertata del tutto, senza accedere pienamente agli Archivi della EMI: tanti fan ancora riportano le date sbagliate, e, per modo di dire, credono ancora a tante notizie trovate online, dove vengono riportate con superficialità ancora le date sbagliate; perfino il sito ufficiale dei Pink Floyd ha fatto fatica ad allinearsi alle nuove date, che rimangono, a parere di molti collezionisti, le più veritiere; i Pink Floyd stessi, infine, si sono convinti che le date di uscita del disco siano state il 1° ed il 16 marzo 1973, riconoscendolo pubblicamente nella loro pagina Facebook solo nel 2021

Ma adesso un po' di cronistoria, la ricerca che ha portato a far cambiare idea a quasi tutti i fan.

 

Già da tempo si parlava del disco. La storia vera è fatta dai documenti, dai giornali dell'epoca e da fatti ineccepibili, e non possiamo dimenticare la testimonianza di quei pochi giornalisti fortunati che ascoltarono in anteprima il nuovo lavoro il 27 febbraio 1973 presso il Planetarium di Londra, alla presenza del solo Richard Wright e di un cartonato preparato di fretta che riproduceva le sagome dei quattro Floyd.

 

Ma andiamo più indietro. Il 29 gennaio 1972 il settimanale inglese "SOUNDS" pubblicava una intervista con Roger Waters, raccolta all'inizio del tour inglese, dove il bassista già parla della nuova composizione, nata per un cambiamento radicale rispetto alle loro vecchie suite "Atom Heart Mother" e "Echoes". Segue poi il "NEW MUSICAL EXPRESS NME" del 26 febbraio 1972, in occasione della recensione dei live al Rainbow di Londra, dove il cronista (il giornalista Charlie Wilkinson) già parla di "The dark side of the moon".

Anche Armando Gallo firma un articolo in Italia per "CIAO 2001" il 19 marzo 1972, un articolo sui concerti al Rainbow di febbraio e parla di "Dark side".
Seguono altre due recensioni, che raccontano il concerto di Wembley del 21 ottobre: "SOUNDS" fa espressi riferimenti a "Dark Side" e "MELODY MAKER" lo descrive come "...un titolo strano per un pezzo altrettanto inquietante di musica...".

Il settimanale italiano "SUPER SOUND" del 25 dicembre 1972 ospita Luciano Soave, che aveva osservato i Floyd esibirsi all'Hallenstadion di Zurigo il 9 dicembre, commentando che "...The dark side of the moon inedito sarà il titolo principale del loro prossimo album...".
Altri riferimenti sono sul mensile "ROCK & FOLK" del gennaio 1973, dove Alain Dister parla dei concerti francesi del dicembre 1972 e e della "...loro nuova composizione The dark side of the moon...".

 


Il disco uscì prima negli USA (Harvest Records, SMAS-11163, prodotto e distribuito dalla Capitol Records), come confermato da alcuni collezionisti americani, che comprarono il disco i primissimi giorni di marzo del 1973; la sua pubblicità su riviste come "BILLBOARD" e "NEW MUSICAL EXPRESS NME" ebbe inizio già dal 17 e 24 febbraio 1973, segno che volevano farlo già uscire per la fine del mese di febbraio 1973 (non dimentichiamo la già citata conferenza di presentazione per la stampa del 27 febbraio al Planetarium di Londra), ma la data di uscita fu spostata in USA al 1° marzo 1973, secondo i dirigenti della Capitol e secondo gli articoli dei giornali, per via dell'imminente tour americano (prima data: 4 marzo 1973 a Madison). Un particolare curioso: parecchi giornali dell'epoca iniziavano il Tour americano alla data del 5 marzo a Detroit.
 


A questo punto, fondamentale per la ricerca diventano gli articoli stampa: come il numero di "BILLBOARD" del 17 febbraio 1973, che conferma la data di uscita del disco negli U.S.A. per il 1° Marzo 1973 ["...Pink Floyd. Dark Side of the Moon. SMAS-11163. Album available March 1. Tour begins March 5..."], rimarcando la partenza del prossimo tour americano per il 5 marzo.

 

 

La segnalazione dell'uscita dell'album è nuovamente apparsa poi nel numero di "BILLBOARD" del 24 Febbraio 1973. Da notare che questo articolo di "BILLBOARD" anticipò parecchi altri articoletti e trafiletti che iniziarono ad apparire dal 2 marzo. Alcuni fans fanno notare che l'articolo su "BILLBOARD", come tante altre volte era accaduto, anticipava di circa una settimana l'uscita di un album, a vantaggio delle stazioni radio locali, che così sapevano quando era disponibile l'album; dunque, se l'articolo era del 17 febbraio 1973, poi nuovamente un altro articolo del 24 Febbraio 1973, è plausibile che la data di uscita del disco sia così il 1° marzo 1973.

Il mensile americano "CIRCUS" saluta il concerto a Toronto del 11 marzo 1973: l'articolo racconta che "The dark side of the moon", dopo due settimane dalla pubblicazione, era finito nella Top-25 americana e che dopo un solo mese aveva venduto più di quello che in tre anni aveva venduto il loro disco più fortunato negli USA, "Ummagumma". E' confermato anche che in Europa già il disco era venduto in alcuni negozi dalla seconda settimana di marzo come "disco di importazione".

Loyd Grossman, nella sua review su "ROLLING STONES", proprio il 1° marzo tesse le lodi dell'album, in primo piano i sintetizzatori e gli effetti sonori, un album fine e concettualmente ricco che avvolge l'ascoltatore ["...The Dark Side of the Moon is a fine album with a textural and conceptual richness that not only invites, but demands involvement..."].
 


"BILLBOARD" recensisce il disco anche sabato 10 marzo 1973 (da cui derivò forse la famosa data sbagliata dell'uscita del disco), una settimana dopo l'uscita negli U.S.A., definendolo un "tour de force" per l'autore dei testi, Roger Waters, caratterizzato da un programma di pesanti dichiarazioni introspettive; da notare che, ancora, la copia recensita è quella americana (Harvest SMAS-11163). Anche il "MONTREAL GAZETTE" recensisce il disco il 10 marzo 1973, a firma di Bill Mann, che successivamente parla dell'esecuzione della suite anche il 13 marzo 1973, nell'occasione del concerto di Montreal del giorno prima, 12 marzo.

Abbiamo la testimonianza di parecchi fans dell'epoca, i quali confermano che l'album fu venduto in Inghilterra, prima della sua uscita ufficiale nei negozi da parte della EMI, con le copie della Capitol Records importate dagli USA; Glenn Povey ha contattato anche un importante personaggio dell'epoca che gestiva il reparto vendite di uno dei negozi musicali di Londra negli anni '70, che si ricorda perfettamente che le copie del disco importate dagli USA arrivarono in Inghilterra due settimane prima che fosse realizzata la versione inglese dell'album.

"ROLLING STONES" pubblicizza l'album ancora il 29 Marzo 1973 ["...Pink Floyd. The Dark Side Of The Moon. A Superb New Album..."], segnalando anche alcune date del Tour americano di marzo; l'articolo viene riproposto più volte anche in aprile.

 


Dopo l'uscita negli USA, successivamente, fu la volta dell'Inghilterra (EMI-Harvest, SHVL 804, prodotto e distribuito dalla EMI Records), dove la data ufficiale sarebbe quella del 16 marzo 1973, un venerdì (sebbene ci fosse stata la presentazione al Planetarium di Londra del 27 febbraio 1973). La prima data di uscita della versione inglese ipotizzata era il 23 marzo 1973 e questa era stata notevolmente celebrata come data ufficiale di anniversario in tutto il mondo, sino al libro di Glenn Povey ed a questa ricerca. Infatti, la vecchia data va in contrasto con alcuni articoli ed adverts (che iniziarono il 3 marzo), incluso il famoso "MUSIK WEEK", che annunciarono che effettivamente l'uscita dell'album sarebbe stata per Venerdì 16 Marzo 1973.
 

 


Rilevanti in questo senso sono gli articoli di "NEW MUSICAL EXPRESS NME" del 3 marzo 1973, che conferma che l'uscita dell'album in U.K. era il venerdì 16 Marzo 1973 ["...On the 20th January 1972, Pink Floyd performed 'The Dark Side Of The Moon' in public for the first time. Now, 14 months after its debut at The Dome, Brighton, Harvest Records are pleased to announce that the recorded version of this 45 minute work is at least completed. It will be available on record Friday march 16th 1973 and shortly after in quadriphonic, on 8-Track and Cassette tape. 'The Dark Side Of The Moon' on Harvest SHVL 804 (containing 2 special posters and 2 stickers)..."], data ribadita poi nel numero del 10 marzo 1973 [intitolato "Floyd: The Great Gig In The Sky"]. Da notare i termini "It will be available on record", segno che il disco non era ancora uscito in Inghilterra.

 


Anche "MELODY MAKER" del 3 Marzo 1973 segnala l'uscita del nuovo album per il 16 Marzo 1973 ["...On the 20th January 1972, Pink Floyd performed 'The Dark Side Of The Moon' in public for the first time. Now, 14 months after its debut at The Dome, Brighton, Harvest Records are pleased to announce that the recorded version of this 45 minute work is at least completed. It will be available on record Friday march 16th 1973 and shortly after in quadriphonic, on 8-Track and Cassette tape. 'The Dark Side Of The Moon' on Harvest SHVL 804 (containing 2 special posters and 2 stickers)..."], seguito soprattutto dal numero di "BILLBOARD" del 10 marzo 1973: sicuramente quest'ultimo articolo fu il motivo che fece ipotizzare erroneamente da parte di parecchi collezionisti l'uscita dell'album il 10 marzo.

 


"NEW MUSICAL EXPRESS NME", scrive la prima recensione seria dell'album in U.K. sempre sabato 10 Marzo 1973 e poi lo pubblicizza il giorno dopo l'uscita, nel numero del 17 marzo 1973 ["...Pink Floyd. The Dark Side of the Moon. Their new album on Harvest SHVL 804. Available on Tape..."]. Da notare un particolare curioso, ma molto importante ai fini della nostra ricerca: stavolta nella recensione non c'è il termine "available on record" e gli altri formati, ma solo "available on tape", segno che l'album (in formaro LP) era già uscito, appunto il 16 marzo e non il 23, che doveva ancora venire.
 

 


 

Anche "MELODY MAKER" segnalò ancora l'uscita del disco per la settimana successiva nel numero del 10 marzo 1973 ["...The Dark Side of the Moon. The new album which has been nine months in the making will be available next week on Harvest SHVL.804 and on 8-Track and Cassette Tape - containing 2 special posters and 2 stickers..."], rimarcando anche il fatto che il disco era stato creato in nove mesi di prove e che sarebbe uscito la settimana successiva ("next week"), "MELODY MAKER" fece un'altra recensione dell'album anche nella stessa settimana, così come un articolo del "RECORD MIRROR" del 17 marzo 1973 [intitolato "Haven't we heard all this before?"]. Da notare che tutti i periodici musicali inglesi venivano stampati il mercoledì, ma uscivano il sabato; così, l'edizione di sabato 10 Marzo fu stampata mercoledì 7 Marzo, circa una settimana prima dell'uscita effettiva dell'album.

"NEW MUSICAL EXPRESS NME" prosegue con la pubblicità dell'album, stavolta la versione inglese, "SHVL-804", nel numero di sabato 17 Marzo 1973.
 


Il disco era già in classifica per la prima settimana il 24 Marzo 1973 (4° posto, "NEW MUSICAL EXPRESS NME" nella sezione NME Charts, British Albums), e pertanto non poteva essere uscito lo stesso giorno e contemporaneamente essere in classifica, cosa che fa pensare solo che il disco era già uscito il 16 marzo; mentre la settimana successiva raggiunse già il primo posto, confermato poi dal "NEW MUSICAL EXPRESS NME" del 7 aprile 1973.

 

 

Da notare che nella classifica del numero di "NEW MUSICAL EXPRESS NME" del 24 Marzo 1973 l'album indica chiaramente che era la prima settimana di classifica, mentre nella Chart del numero del 7 Aprile 1973 sempre su "NEW MUSICAL EXPRESS NME", l'album è in classifica da 3 settimane, dati che confermano l'uscita in U.K. per il 16 marzo 1973.

 


Parlando ancora della versione americana, su "BILLBOARD" del 28 Aprile 1973 si mostra che l'album era in classifica da 7 settimane, che significa senza alcun dubbio che l'album entrò nella Chart di "BILLBOARD" il 10 Marzo 1973, ovvero, che l'album uscì almeno la settimana prima, dato che "BILLBOARD" veniva sempre pubblicato con i dati postumi.

 

 

Anche grazie a queste ricerche, i Pink Floyd hanno accettato la nuova data del 16 marzo 1973 solo nel 2021, in occasione del 38° anniversario del disco, finalmente adeguandosi alla data oggetto di questa ricerca sulla pagina ufficiale su Facebook [post del 16 marzo, 13:12]; così come è accaduto, sempre nel marzo del 2021, nella la pagina ufficiale degli Abbey Road Studios [post del 16 marzo, 18:30], che celebra l'uscita dell'album il 16 marzo. Stessa cosa l'anno dopo, la pagina ufficiale dei Floyd su Facebook celebra l'uscita dell'album il 1° marzo negli U.S.A. e il 16 marzo in Inghilterra ["...Today we mark the UK release of Pink Floyd's The Dark Side Of The Moon in 1973..."] [16 marzo, 10:44].

 

"The Dark Side of the Moon" fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988. Nel marzo 2014 ha toccato le 1.100 settimane nella classifica US Top Catalog. Con 50 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia. È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: "Money" e "Us and Them".

 

 

 

 

 

 

2. Gli Inners di "The Dark Side of the Moon".

La copertina interna del disco inglese (inner sleeve) ha avuto, nel corso degli anni, diversi motivi, che, per la particolarità del disco, abbiamo raccolto in queste note, almeno le principali conosciute dai collezionisti; si è passati dal un inner nero ad uno bianco, poi con varie scritte e motivi. Stranamente la EMI inglese dava la possibilità alle stamperie di variare l'inner, secondo le loro esigenze, ed in quegli anni ha prodotto/commissionato una certa varietà di inners, diversi per forma, colore, carta, scritte, flipbacks, molti di questi stampati contemporaneamente, aumentando il disagio per i collezionisti

 

- INNER NERO.

La prima stampa originale è conosciuta per avere la famosa copertina interna nera, ma che poi ritroviamo anche nelle prime copie della seconda edizione ed anche in qualche copia della terza e nelle edizioni successive (perfino nella quinta edizione, ma con delle modifiche). L'inner era tutto nero, col foro centrale e le scritte semiargentate: "PATENT Nos. 1125555 1072244" e "MADE IN GT.BRITAIN"; quello modificato della quinta edizione era più lucido, interno bianco e numero di copyright "PATENT No. 1,125,555" in basso a sinistra.

 

- INNER BIANCO.

a) Inner bianco I tipo: fu usato per dalla seconda edizione in poi, sicuramente quello più conosciuto per la seconda edizione, era bianco e mostrava le scritte "Important Notice" e "PLASTIC BAGS CAN BE DANGEROUS".

b) Inner bianco II tipo: usato per la seconda edizione, poi la terza e per la quarta edizione successiva, era un classico inner bianco, con gli angoli tagliati arrotondati, che riportava "Care of Your Record" in alto dentro un riquadro, "Thinking of giving someone a record as a gift?" in mezzo, e "Important Notice" in basso dentro un riquadro, oltre a "Made in Great Britain" ed il numero di serie in basso; inner usato dalla metà del 1975.

c) Inner bianco III tipo: fu usato per le ultime ristampe, approssimativamente dalla sesta edizione del 1989, era completamente bianco, con due angoli tagliati e la scritta in basso a destra "563 R".

d) Inner bianco IV tipo: usato intorno alla fine anni '70, era bianco, col foro centrale e scritte nere, in alto mostrava un rettangolo con "Care of Your Record", in basso un rettangolo con "Important Notice from EMI" ed il copyright, oltre a "DRG 1/79 Made in Great Britain, Patent No. 1.125.555".

 

- INNER BIANCO DELLA "DGR".

a) Inner "DRG" I tipo: inner bianco, prodotto dalla DRG, mostrava le scritte "Important Notice" e "PLASTIC BAGS CAN BE DANGEROUS", oltre ai numeri di copyright.

b) Inner "DRG" II tipo: inner bianco, prodotto dalla DRG, con "Care Of Your Record" box in alto, "Important Notice" box in basso e le scritte su una riga: "Made in Great Britain PATENT NO. 1,125,555".

c) Inner "DRG" III tipo (1977): inner bianco, prodotto dalla DRG, con "Care Of Your Record" box in alto, "Important Notice" box in basso e le scritte su una riga: "(DRG) 2/77 Made in Great Britain PATENT NO. 1,125,555".

d) Inner "DRG" IV tipo (1978): inner bianco, prodotto dalla DRG, con "Care Of Your Record" box in alto, "Important Notice" box in basso e le scritte su una riga: "1278 Made in Great Britain PATENT NO. 1,125,555".

e) Inner "DRG" V tipo (1979): inner bianco, prodotto dalla DRG, con "Care Of Your Record" box in alto, "Important Notice" box in basso e le scritte su una riga: "(DRG) 1/79 Made in Great Britain PATENT NO. 1,125,555".

f) Inner "DRG" VI tipo (1980): inner bianco, prodotto dalla DRG, con "Care Of Your Record" box in alto, "Thinking of giving someone a record as a gift?" in mezzo e "Important Notice" box in basso, oltre alla scritta su una riga: "1280 Made in Great Britain PATENT NO. 1,125,555".

g) Inner "DRG" VII tipo (1984): inner bianco, prodotto dalla DRG, presente in alcune ristampe, con gli angoli tagliati squadrati e che riportava le scritte "DRG Packaging Bags, British Patent No. 1125555, 321, 9/84, MADE IN GREAT BRITAIN".

h) Inner "DRG" VII tipo (1989): inner bianco, prodotto dalla DRG, presente in alcune ristampe, riportava in basso le scritte "British Patent No. 1125555" "321 B" "3/89" e "MADE IN GREAT BRITAIN", oltre al logo "DRG MALAGO".

 

- INNER QUADRIFONICI.

a) Inner SQ I tipo: l'inner nella prima edizione quadrifonica era bianco, col foro centrale e scritte nere, da una facciata in alto mostrava "QUADRAPHONIC SOUND" ed il logo della SQ, in basso un commento ed il logo della EMI rettangolare; sull'altra facciata invece mostrava "WHAT IS QUADRAPHONIC SOUND", il logo della SQ, poi proseguiva con dei commenti sulla quadrifonia, un disegno esplicativo in bacco del sistema quadrigonico e terminava con logo della EMI rettangolare e crediti della EMI, con numero di patente "PATENT NO. 1,125,555 1,072,244"; usato per tutto il 1974.

b) Inner SQ II tipo: un altro tipo usato per l'edizione quadrifonica era bianco, col foro centrale e scritte nere, in alto mostrava un rettangolo con "Care of Your Record", in basso un rettangolo con "Important Notice from EMI" ed il copyright, oltre a "DRG 1/79 Made in Great Britain, Patent No. 1.125.555"; usato per le ultime copie fine anni '70.

 

- INNER DIVERSI.

a) Inner bianco con foro: era un normale inner bianco generico, con il foro centrale e senza scritte, all'interno poteva avere una pellicola protettiva.

b) Inner stile "collection": era una copertina con angoli arrotondati della EMI Series, che raffigurava 10 album per facciata, in bianco e nero (usata anche per alcune centinaia di copie della quarta edizione).

c) Inner stile "newspaper": era una copertina stile giornale, con in alto il titolo "The Inner Sleeve", spesso ad angoli tagliati obliqui, in basso riportava anche la scritta "MADE IN GREAT BRITAIN" (usato per alcune copie della seconda edizione, della terza, della quarta e della quinta edizione); questo inner era di tre tipi differenti e fu usato approssimativamente dal 1969 al 1974.

 

 

 

 

 

 

 

Copyrights & Credits.

La ricerca della data di uscita del disco è stata eseguita tra febbraio del 2016 e febbraio del 2019. Si ringrazia per l'aiuto Glenn Povey ed il suo fantastico libro ("The Complete Pink Floyd. The Ultimate Reference", Carlton Books, 2016). La ricerca degli inner è stata eseguita da Tarquini Stefano, come base è stata usata la sua collezione privata di "The dark side of the moon".

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