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 .: IL PEDUM (2111 m)

Si tratta di un'escursione di media lunghezza in cui prestare attenzione, per via di alcuni passaggi un po' esposti (dove comunque non mancano i tratti di sentiero attrezzati con catene, tranne nell'ultima parte del percorso).
In caso di pioggia il sentiero può diventare molto pericoloso.
Il solito problemino della Val Grande: ogni tanto può capitare di perdersi per strada il sentiero su cui si sta camminando!

Tempo di percorrenza: circa 3:30/4 ore (partendo da Fondo li Gabbi).

Come arrivarci: Il primo tratto di percorso coincide con quello per salire alla Laurasca: si arriva al Bivacco Scaredi e si procede in direzione della Laurasca finchè si incrocia il sentiero Bove.
A questo punto trovate anche, su di un masso, la chiara indicazione per la Bocchetta di Campo.
Per cui a destra!
Il tragitto è davvero splendido, anche se lunghetto, e vi porta presto in alto, sulla cresta che delimita la valle, da cui potete ammirare il bellissimo panorama fatto di boschi e laghi e, se siete fortunati, vedere persino il riflesso sulle vetrate della stazione di Milano!
Occorre prima di tutto raggiungere la Bocchetta di Scaredi (ed è da qui che comincia la vera meraviglia per ciò che ci sta intorno), alle vostre spalle potete infatti ammirare la selvaggia bellezza delle valli e lì sopra di voi la Cima della Laurasca.
Davanti i laghi.
Proseguendo sullo stretto sentierino in cresta (stando attenti alle placide capre che ogni tanto vi si incontrano) si giunge presto in vista della nostra meta: lo strano, il diverso, il solitario e selvaggio Pedum!
Quella che ci aspetta è una valle meravigliosa: il silenzio che vi regna è da fiaba e per un attimo dimentichiamo la nostra solitudine, sentendoci parte del tutto; della pietraia su cui camminiamo e che, passo dopo passo, facciamo cantare; dei laghetti, che dal fondo della valle ci guardano sereni. Nemmeno il Pedum, pur in tutta la sua forza, ci sembra alieno.
Dopo qualche tratto di sentiero molto "divertente" arriviamo nei pressi della Bocchetta di Campo e del Rifugio CAI che vi sorge.
Maestoso davanti a noi il Pedum. La domanda sorge piuttosto spontanea: "Ma davvero si lascia avvicinare? Can che abbaia non morde?". Sembra lontanissimo, ma guardate quanto è bello! Come si fa a resistergli?
Per arrivarci si scende nella valle sottostante seguendo un sentierino (a prima vista invisibile) tortuoso e ripido che parte proprio dal retro del rifugio, sulla sinistra del muretto che regge il terrapieno del rifugio. Nella valletta, intorno al torrentello che la segna, potrà anche capitarvi di incontrare dei camosci. Però non distraetevi troppo, perchè il sentiero ogni tanto sparisce e ad indicarvi la strada rimangono soltanto degli ometti di pietra che dovete cercare, uno dopo l'altro, come se giocaste a nascondino!
Il primo tratto comunque non presenta difficoltà. Dopo un po' però occorre andarci più cauti: alcuni tratti del sentiero sono invasi dalle scivolose radici degli arbusti; in altri tratti invece il sentiero vero e proprio è intercalato da piccole cengie di roccia, su cui, in un modo o nell'altro vi dovete arrampicare. A prima vista, in salita, il sentiero "agita" un po': è molto stretto e ripido e vi verrà da chiedervi: "ma come farò a scendere?". Ma vedrete che la discesa sarà molto meno faticosa della salita!
Dalla cima ammiriamo ancora per un attimo la Bocchetta di Campo e la Valle.
I "nuovi escursionisti" che però vediamo salire nella valle non ci piacciono molto e ci obbligano ad affrettarci nella discesa!
Il brutto tempo ci perseguita ancora per un po' lungo il cammino, ma siamo talmente felici che la giornata ci appare comunque splendida e sereni ci avviamo sulla via di casa, senza renderci nemmeno conto della stanchezza delle nostre gambe.