Brigantesse

Una Meraviglia nel Parco del Cilento

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PARCO DEL CILENTO

 

Marianna "Ciccilla" Oliviero

Maria "Ciccilla" Oliviero, bellissima ed allo stesso tempo crudele,  era la donna del brigante Pietro Monaco. Quest'ultimo, in verità, era sposato con la sorella di Ciccilla, Concetta, ma lei, folle di gelosia, la uccise a coltellate. Quando morì il marito divenne lei stessa capo banda. Ciccilla era una donna molto "passionale" dopo la morte del marito si legò a diversi uomini e si dice che prima di uccidere i prigionieri faceva l'amore con loro. Catturata da un reparto del 58° fanteria fu dapprima condannata a morte, pena poi commutata ai lavori forzati. Quando morì la gente di Calabria cantava "la fimmina di lu brigante Monaco muriu, lu cori comu na preta mputtu tinia" (è morta la donna del brigante Monaco, aveva il cuore come una pietra).

 

Michelina De Cesare

Michelina De Cesare faceva parte della Banda "Guerra", amante del Capo Banda Francesco Guerra, il quale l'aveva anche in grande considerazione nel preparare le azioni di guerriglia poichè dotata di una grande abilità tattica. Inoltre grazie ad essa furono sventati numerosi agguati preparati dalla milizia piemontese. Il 30 agosto del 1868 fu uccisa con tutta la banda Guerra. Venne seviziata e il suo corpo nudo (nella foto su riportata) fu esposto in paese per intimorire gli amici dei briganti, ma l'effetto avuto fu l'esatto contrario, nella popolazione, inorridita da quell'enorme atrocità, si estese ancor di più il sentimento anti unitario.

Filomena Pennacchio

Filomena Pennacchio per la grande ammirazione che aveva per i birganti, all'età di 18 anni uccise il marito per unirsi a loro, seguì diverse bande, tra le quali quella di Ninco Nanco, di Caruso e di Schiavone dei quali diventò anche amante. Fu arrestata nel 1864 a Melfi (PZ) e per evitare la certa condanna a morte divenne, per usare un'espressione moderna una "collaboratrice di giustizia", che per i suoi ex compagni più o meno significava "Traditrice". Infatti grazie alle sue informazioni nello stesso anno vennero uccisi o catturati diversi briganti e brigantesse.

Maria Giovanna Tito si unì alla banda di Crocco del quale divenne amante, lo continuò a seguire anche quando quest'ultimo la lasciò perchè invaghito della vivandiera della banda Sacchitiello. Entrambe furono arrestate, insieme al luogo tenente della banda, Francesco Gentile, nel 1864 su delazione di Filomena Pennacchio.

Luisa Cannalonga, contadina di Serre, non sò bene per quale ragione, nutriva un odio profondo contro Garibaldi ed il suo esercito. Tale sentimento lo trasmise anche ad i suoi due figli Rosario e Gaetano Tranchella. La Prefettura di Salerno nel 1862 le impose il "domicilio coatto" perché sospettata di corrisponenza con banda armata, somministrazione di viveri ed alloggio a briganti. Il domicilio coatto le venne tolto nell'agosto del 1864 dopo l'uccisione del figlio capo brigante, Gaetano Tranchella. Venuta a conoscenza dell'esistenza di un'amante del figlio che aveva dato alla luce anche un bambino li cercò per unirsi a loro, dopo di che tutti e tre tornarono nella casa natia di Serre.