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L'argomento è difficile e delicato e a dimostrazione di ciò riportiamo una lettera scritta alla Stampa di Torino per sensibilizzare sul problema. Un problema molto sentito da quei proprietari che intendono locare il loro appartamento è quando l'aspirante inquilino che si presenta risulta essere un extracomunitario albanese o marocchino. Succede che di fronte a queste persone molti proprietari si tirino indietro e neghino loro la casa senza alcuna giustificazione. Simili comportamenti, abbastanza frequenti nelle grandi città dove la concentrazione di extracomunitari è alta, sono stati stigmatizzati dalla stampa italiana riportando notizie di discriminazioni che penalizzavano nordafricani e albanesi. Da una parte c'è l'esigenza del proprietario di affittare e cercare di collocare al meglio il proprio "bene" in modo da ricavarne un reddito con il quale fare fronte al pagamento delle tasse e delle spese di manutenzione, dall'altra ci sono molti immigrati che chiedono di poter vivere e lavorare in un un paese "civile" che deve garantire una casa a tutti senza discriminazioni. In mezzo ci sta lo Stato che non garantisce nè gli uni, nè gli altri. Un vero FarWest. Si tratta di conciliare persone con usi e costumi profondamente diversi dai nostri, persone che spesso vivono ai limiti della legalità, con gli usi e costumi di noi italiani. A nostro avviso, per permettere agli immigrati la possibilità di trovare casa più facilmente, occorre garantire maggiomente la proprietà, modificando opportunamente, in direzione di una maggiore severità, quelle leggi eccessivamente permissive, dando ai proprietari validi mezzi a cui ricorrere in caso di evidenti abusi, velocizzando le pratiche di sfratto e se necessario rimpatriando chi non rispetta le regole. Quindi occorre inserire dei meccanismi (per esempio agevolazioni fiscali, rimpatrio) che disincentivino certe pratiche (lavoro e affitti in nero, speculazioni e sfruttamenti) che fanno comodo ai furbi e che finiscono per danneggiare chi furbo non è. |