L'INCASTELLAMENTO
 
 

 

Leonessa città confederata

Il popolamento della conca leonessana fu sempre contraddistinto da una serie di villaggi sparsi le cosiddette "Ville" che si svilupparono su tutto l'altopiano e sulle montagne, raggiungendo il ragguardevole numero di 36 insediamenti, i quali costituiscono ancora oggi le frazioni del capoluogo.Secondo numerose fonti storiografiche l'insediamento già esistente, formatosi in epoca altomedievale in seguito agli íncastellamenti del IX-X sec., subì nel 1278 una profonda riorganizzazione ad opera di Carlo1° d'Angiò con lo scopo di contrastare la spinta espansiva del comune di Spoleto e le pressioni dello Stato Pontificio e consolidare in tal modo la frontiera nord-occidentale del Regno. Gli studiosi ritengono che, come già era accaduto per la fondazione dell'Aquila ad opera di Federico II e per quella di Cittaducale con Carlo 1° d'Angiò,che anche a Leonessa gli Angioini trasferirono parte della popolazione dei villaggi in un nuovo centro, mantenendo alla popolazione trasferita, il controllo dei beni demaniali degli abitati d'origine.

IL 1278 viene quindi ricordato come l'anno della fondazione dell'Università(1) di Leonessa in cui gran parte della popolazione fu costretta a lasciare gli insediamenti della conca per concentrarsi intorno alla torre di Ripa, nell'alta valle del fiume Corno. Questo processo di unificazione dei villaggi prende il nome di incastellamento, vale a dire unione dei castelli più piccoli ai castelli più grandi e confinanti, con l'obiettivo di garantire agli abitanti maggior sicurezza e migliorarne i collegamenti sul territorio.(1)" L'Università o Universitas , era un'entità collettiva e federativa con leggi, statuti, diritti e doveri uguali per tutti. Ad essa presiedeva un consiglio composto dai capifamiglia dei villaggi incastellati ed era retta da amministratori i camerlenghi, priori, sindaci ecc. scelti e rappresentativi di ciascun clan etnico"

L'incastellamento garantiva inoltre l'unione dei pesi e delle misure nonché delle leggi e degli statuti con i quali la neonata Università "incastellante", come una confederazione, avrebbe governato tutti i cittadini. Il processo di fusione che caratterizzò gran parte delle città fondate da Federico II è stato ampiamente descritto da Antinori nella sua "Raccolta di memorie Istoriche" di cui si riporta un passaggio: "Si fecero in questo anno (1230) tante specificazioni di distretti di ville e di uomini, perciò che sotto il Regno degli svevi si erano cominciate a fare le incastellazioni. Si chiamavano così le unioni dei Castelli più piccoli alle città vicine o ai Castelli più grandi e confinanti, acciocché gli abitanti vivessero con maggior sicurezza e comodo. Era una specie di ascrizione del Castello minore all'Agro o territorio dei Castello maggiore e più ricco. In vigore di esso tutti gl'incastellati entravano a parte di tutti i comodi, utili e pesi che solevano avere gli altri Castelli della Città o Terra incastellante, tanto in tempo di pace, quanto di guerra. Per conseguenza, come se fosse l'istesso campo, venivano ad avere comuni e promíscue le leggi e gli statuti sull'annona, i pesi e le misure, i mercati, gli opportuni sussidi e tal genere di altre cose. Avevano l'aspetto di una pubblica confederazione... ".

Così anche l'università di Leonessa assunse l'aspetto di una "...pubblica confederazione, con leggi e statuti comuni", conservando tuttavia il suo territorio suddiviso come prima dell'incastellamento. La nuova comunità dunque, politicamente una, restava tuttavia frazionata nell'assetto urbanistico.