IL GINEPRO

Ginepro - Juniperus communis L.

Famiglia: (CUPRESSACEE)

Il ginepro è presente in Europa fino a 2.500 m di altitudine, ma in queste regioni con clima molto rigido, assume forme contorte, prostrate. Nelle località con clima meno avverso si sviluppa con un certo vigore e assume aspetti conformi alla specie. Le foglie, verticillate, sono lineari con apice acuto e pungente, che ne fanno una pianta ispida. I frutti (galbuli) detti anche bacche, che sono in realtà delle pseudobacche, impiegano due anni a maturare; sono quasi perfettamente sferici, ricoperti di una patina opaca. Il loro sapore ha dato origine al nome della pianta, derivato da una parola celtica, juneprus, che significa acre. Nel Medioevo, queste false bacche hanno avuto la fama di operare guarigioni miracolose; anche nel XVI secolo, erano considerate una panacea universale prodigiosa.
Habitat: ovunque; fino a 2.500 m.Alto da 50 cm a 6 m. Arbusto o alberello; tronco dalla corteccia rugosa, grigiastra, branche a fasci eretti, giovani rami a sezione triangolare; foglie verde glauco e biancastre, aghiformi e pungenti, inserite a tre a tre; fiori giallastri (aprile-maggio), dioici, poco visibili, raggruppati in piccoli amenti all'ascella delle foglie; bacche verdi (il primo anno) poi blu-nerastro (il secondo anno, a piena maturazione), ricoperte da una pruina opaca, portanti in cima una fessura a forma di stella, 3 semi triangolari. Odore resinoso; sapore dolciastro.

Proprietà: Oggi, le bacche si usano come diuretico e aperitivo; sono anche l'elemento base nella preparazione del gin e servono per affumicare il prosciutto, al quale conferiscono un sapore ineguagliabile. Entrano nelle ricette di alcuni piatti della cucina europea.
Proprietà: aperitivo, carminativo, depurativo, diuretico, emmenagogo, rubefacente.

come si beve: da una vecchia etichetta si ricavano le seguenti indicazioni: liscio come liquore, indicatissimo per la preparazione dei cocktail.

La leggenda del ginepro
Tanti anni fa viveva una regina di nome Ginepra; possedeva un castello grandissimo, dove abitava con la sua famiglia e la sua servitù. Il castello si trovava in un bosco immenso e la regina nelle belle giornate usciva a cavallo per fare lunghe galoppate. Un giorno Ginepra, nel fermarsi per fare riposare l’animale, si sedette vicino a una pianta mai vista prima di allora. Le piacque molto, la prese e se la portò a casa per addobbare la tavola con essa invece che con i soliti fiori. La pianta venne scoperta anche dalle persone del paese che la chiamarono “Reginella” in onore di Sua Maestà. La regina Ginepra si accorse che le piccole bacche verdi della pianta con il passare del tempo diventavano di un colore nero - bluastro: erano strane, ma belle!!! Un brutto giorno il cavallo della regina si ammalò, allora lei volle fare un esperimento con le bacche della pianta. Le colse, le schiacciò e ne uscì un liquido viola che Ginepra portò da un dottore, al quale disse: “Ho fatto un esperimento con le bacche della pianta “Reginella”, mi potrebbe dire che cosa ho ottenuto?” Il dottore, osservando il liquido, rispose: “ Ho il sospetto che assomigli a un medicinale a me familiare, me lo potrebbe lasciare per qualche giorno?” La regina glielo lasciò con piacere e dopo tre giorni il medico scoprì che si trattava di una medicina che poteva essere di grande utilità per animali e persone. Ginepra andò a riprendere il liquido e curò il suo cavallo, il quale, per fortuna, si rimise in piedi. Alla morte della regina gli abitanti del paese, in suo onore, cambiarono in Ginepra il nome “Reginella”, però il nome fu usato al maschile, così la pianta viene chiamata ancor oggi “Ginepro”.