GOCCE DI RESINA

 

Nei lunghi mesi invernali, la natura si ferma, prigioniera di un letargo senza tempo. Il gelo rallenta e chiude nella sua mano di pietra tutto ciò che si muove. L'acqua è la prima a subire il fascino del freddo. Si lascia ipnotizzare, cade nel suo abbraccio e si addormenta. Quando l'acqua dorme, diventa ghiaccio. Ma dentro l'involucro, nel silenzio di quel bozzolo gelido, un filo d'acqua si muove sempre, crisalide viva che attende giorni tiepidi per tornare in libertà.

Nel gelo più feroce, nel buio siderale che la sorte può regalare una persona, resiste sempre viva una favilla di speranza.

Non giova sgomitare, tentare di uscire prima del disgelo. Sarebbero sforzi inutili che sfiniscono lo spirito anzitempo. L'acqua ha pazienza, non si agita, non si spaventa, non sbraita: aspetta. E soprattutto non perde la fede nella primavera. Sa che è solo questione di tempo. Essere fermato è il rischio che corre chi si muove. L'inverno arriva e passa e, come ogni stagione, dà e toglie qualcosa. Quando toglie occorre aspettare, a volte meglio se passivi, come l'acqua che dorme.

La resina è il prodotto di un dolore, una lacrima che cola dall'albero ferito.

Quelle gocce giallo miele, non scappano, non scivolano via come l'acqua, non abbandonano l'albero. Rimangono incollate al tronco, per tenergli compagnia, per aiutarlo a crescere ancora.

I ricordi sono come gocce di resina che sgorgano dalle ferite della vita. Anche quelli più belli diventano punture. Perché col tempo, si fanno tristi, sono irrimediabilmente già stati, passati, perduti per sempre.

Proprio perché indelebili sono rimasti attaccati al tronco. Come fili di resina emanano profumi, sapori, nostalgie. 



Tutto quello che ci è accaduto o che abbiamo udito raccontare ha lasciato un segno dentro di noi, un insegnamento, o, quantomeno, ci ha fatto riflettere, La vita, nel bene e nel male è maestra per tutti.

 

Mauro Corona

(Suggerita da Ricky)

                                       

In sottofondo la colonna sonora di "Balla coi lupi"