LA GABBIANELLA E IL GATTO

 

 "Ascolta, gatto.Ti leggerò una cosa di un poeta che si chiama Bernardo Atxaga. Dei versi di una poesia intitolata "I gabbiani":

"Ma il loro piccolo cuore
-lo stesso degli equilibristi-
per nulla sospira tanto
come per quella pioggia sciocca
che quasi sempre porta il vento,
che quasi sempre porta il sole" 

"Capisco. Ero sicuro che potevi aiutarci", miagolò Zorba saltando giù dalla poltrona.
Si dettero appuntamento a mezzanotte davanti alla porta del bazar,
e il gatto nero grande e grosso corse via a informare i suoi compagni. 
IL VOLO 
. . . 
"Ora volerai, il cielo sarà tutto tuo" miagolò Zorba. 
. . . 
L'umano accarezzò il dorso del gatto. 
"Bene gatto.Ci siamo riusciti" disse sospirando. 
"Sì sull'orlo del baratro ha capito la cosa più importante", miagolò Zorba. 
"Ah sì ? E cosa ha capito?" chiese l'umano. 
"Che VOLA SOLO CHI OSA FARLO" miagolò Zorba. 
"Immagino che adesso tu preferisca rimanere da solo. Ti aspetto giù ", lo saluto l'umano. 
Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto."

Luis Sepulveda

(Tratto da "La gabbianella e il gatto")