Giacomo Zunico

Ho sognato di diventare un portiere fino al sopraggiungere dell'età della ragione: poiché non è ancora sopraggiunta (un ritardo record: c'è da preoccuparsi?), continuo a sognare. Mi vedo nei campetti polverosi di periferia (io abito lì, non ho alte ambizioni di far carriera), mal spianati e pieni di buche: preferirei che la giornata fosse piovosa, così che la polvere si tramuti in fango; e volare tra un palo e l'altro, gettarmi a capofitto sulla pappa fangosa, sporcarmi finalmente i guanti, usati solo in allenamento. Sono l'unico portiere che ha appeso i guanti al chiodo ad inizio carriera: non l'ho nemmeno iniziata. Sto allenandomi: alla vita, al ruolo di portiere. Mi immagino piantato sulle ginocchia leggermente piegate in basso, con la mano sinistra inguantata tesa a dare indicazioni, il cappello con la visiera calato sulla testa fino agli occhi. Come ai tempi della scuola.

E' un'immagine che non mi sono creato da solo: la vidi a sette anni, sulle pagine de Il Messaggero di Roma: era il portiere Giacomo Zunico, di anni ventitré, nativo di Casoria, in forza al Varese, che aveva parato tutto, ma proprio tutto, anche le mosche (si dice così, no? Per fortuna che non aveva preso anche le farfalle, sarebbero stati guai seri) alla Roma di Pruzzo, Falcao, Ancelotti, Conti, in Coppa Italia: portiere saracinesca titolava il giornale (voto 9): è quella la mia immagine del calcio, il rapporto assoluto, orgastico, con lo sport. Zunico, leggermente piegato, con il braccio teso ad indicare ai compagni la disposizione in campo: c'è la forza, la flessuosità ed anche la potenza iconica. La foto è stata buttata (non avevo ancora l'età adatta per protestare), ma l'immagine mentale è indissolubile. Così come lo spasimare assoluto per Giacomo Zunico: sono stato uno dei pochi ragazzini a tifare non per una squadra, ma per un uomo, un calciatore. Abitudine che m'è sempre piacevolmente rimasta (ne sa qualcosa Walter Piccioni).

E così...via, a seguire le gesta fantastiche di Zunico, di squadra in squadra: non tante, ma varie ed opposte geograficamente, con moto pendolare. In ognuna a saltare tra i pali e gettarsi in uscita con quella agilità derivatagli da una potenza muscolare inaudita: una facilità nel colpo di reni superiore a quella di qualsiasi altro portiere acrobatico degli ultimi vent'anni (quelli visti direttamente): Castellini, Peruzzi, Gregori, Buffon. In ogni squadra a collezionare un record assoluto dietro l'altro: nel Varese di Catuzzi, nel Cosenza di Zaccheroni e, soprattutto, nel Catanzaro di Tobia, Guerini e Di Marzio (nel 1988-1989: 5 gol subiti al termine del girone d'andata!), crollato pateticamente, senza colpo ferire, alla partenza del suo portiere.

Un portiere di doti così clamorose ha potuto disputare un solo campionato da titolare in serie A (nel disastrato Lecce del disastroso Boniek): rimasto vittima della "felice" ironia dell'oracolare avvocato torinese (quello della Fiat), che, presolo in considerazione per la sostituzione di Zoff e poi di Tacconi, lo definì «sgraziato», in virtù del suo fisico tarchiato, con quelle gambe non allineate. Giornalisti ed addetti ai lavori genuflessi di fronte all'ennesima piacevolezza dell'arrotato torinese e fine delle trasmissioni. Zunico sempre in B e in C/1 a conquistare promozioni su promozioni: a Catanzaro, a Parma (con Scala, che per la A gli preferì il lattogeno Taffarel), a Brescia, dove a trentasette anni, l'età in cui gli attaccanti in area si addormentano ed i portieri sentono i primi reumatismi, trova la consacrazione: subisce 20 reti in 33 partite e guida quella magnifica squadra alla più bella stagione degli ultimi trent'anni. Con quella grinta enorme che lo spinse all'attacco, ai tempi di Catanzaro, per recuperare una partita ormai persa con il Campania.

Con la squadra lombarda l'occasione di rivedere la A a quasi quarant'anni, in dualismo con un altro vecchio drago: Cervone. Zunico fa tutto il precampionato, Cervone, appena acquistato, va in porta all'esordio, Zunico lo scalza dal posto di titolare, senza fatica, dopo tre giornate, guidando il momento più felice del Brescia (tre vittorie consecutive), ma l'esonero di Materazzi e l'arrivo del trasognato Ferrario riconduce in porta lo svogliato Cervone.

Zunico non ci sta e forza un'azione clamorosa, che riconferma, una volta per tutte, la sua grinta, il coraggio, il carisma e l'attaccamento allo sport. Alla diciannovesima giornata, a Genova, sta osservando dalla panchina la sua squadra soccombere per 2-0 contro la Sampdoria, aiutata dalle incertezze di uno stranito Cervone. E' troppo per Zunico: nell'intervallo la decisione improvvisa: infuriato contro Cervone, scende in campo al suo posto, scavalcando le decisioni dell'imbambolato allenatore. E gioca una partita impeccabile, che spinge la parziale rimonta del Brescia (per i lombardi, in A, le rimonte sono sempre parziali: è la storia). E chiude la sua carriera. Perché il presidente Corioni lo mette ovviamente fuori squadra: la squadra, altrettanto ovviamente, retrocede (chissà cosa sarebbe successo se fuori squadra fossero finiti Cervone ed il tecnico Ferrario). Zunico è contattato da Sibilia, per terminare il campionato nell'Avellino e condurre la squadra in B: il contratto sfuma per questioni economiche (ci vorrebbe un terzo "ovviamente").

L'anno dopo, parentesi breve e infelice a Cosenza: i ritorni sono impossibili (ma Zunico, giocando una partita magistrale, contribuisce ad estromettere il Napoli dalla lotta per la A). Quest'estate l'accordo con la Rossanese, nel CND; la squadra calabrese viene retrocessa d'ufficio in Eccellenza, chissà se Zunico è lì a difendere i suoi pali. Sarebbe bello. O forse no, sarebbe malinconico. Certo, adesso Zunico ha quasi quarant'anni: ma sono sicuro che ne ha ancora. Aspetto un suo ritorno: non mi rassegno a vederlo fuori dal giro, perché lui per me è il calcio e vent'anni della mia vita. L'annuncio del suo ritiro chiuderebbe un ciclo anche per me: forse giungerebbe l'età della ragione. Per adesso non c'è ancora: e io sogno, di vederlo tra i pali, di vedermi tra i pali come lui. Questo sito è qui per questo: per sognare.

Ragioniere Casoria
(se non sono io sono nei pressi)

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