Torna alla Home Page 

 

 

 

Non è assolutamente facile condurre con certezza storica una ricostruzione quantomeno precisa degli avvenimenti che hanno contraddistinto la vita religiosa e sociale di un pio sodalizio lungo un arco di tempo che va dalla fine del sedicesimo secolo ai giorni nostri. Recentemente un appassionato studioso della storia delle confraternite laiche presenti nella Penisola Sorrentina ha avuto modo di affermare che sono pochi gli eventi realmente accaduti comprovati dall'esistenza di documenti. Certamente non siamo in grado di offrire in questa sede un lavoro preparato con criteri propriamente storici.

         Piuttosto opereremo una storicizzazione di quello che ha rappresentato e rappresenta il sodalizio della Morte ed Orazione nel contesto religioso, sociale e culturale di Piano di Sorrento.

Nel 1538 fu fondata a Roma una Compagnia della Morte ed Orazione. L'esigenza di dare vita ad una tale forma di aggregazione risiedeva in un duplice motivo. Da un lato si viveva la piena vigilia della Controriforma cattolica, quindi era forte il desiderio di reagire attivamente ai violenti rigurgiti del neopaganesimo e del Protestantesimo. Dall'altro invece era ben distinto il carattere specifico di questa questa nuova congregazione: avere la cura dei defunti, ovvero dare sepoltura alle persone trovate morte in strada e in campagna, che in quei tempi erano veramente molte. Le uniche notizie che si hanno sull'atto di nascita dell'Arciconfraternita della Morte ed Orazione di Piano di Sorrento sono poche e contrastanti. Comunque il Libretto dei Confratelli la cui stampa risale al marzo 1981, così riporta la data di fondazione: «Questa compagnia (quella di Roma, nda) fu da Pio IV, nel 1560, elevata ad Arciconfraternita con molti privilegi ed indulgenze. Ad essa il 3 agosto del 1606 fu aggregata la nostra Arciconfraternita, eretta nella Chiesa di San Michele Arcangelo in Piano di Sorrento». I confratelli della Morte ed Orazione s'impegnarono sin dall'inizio della loro opera ad applicare in toto le intenzioni riportale nel nome del sodalizio. Cosi oltre a cercare i morti e a condurli in Chiesa, essi erano obbligati a fare quaranta ore di orazione ogni mese. Da sempre il loro vestito e composto da: un sacco nero con cordone di lana di uguale colore, uno scapolare nero con ai lati scudi nei quali si vedono un teschio, una croce e due orologi a polvere.

Il trascorrere dei secoli ha modificato notevolmente i costumi religiosi e sociali e quindi oggi l'Arciconfraternita ha i seguenti scopi che citiamo testualmente sempre dal Libretto dei Confratelli del marzo 1981: «promuovere la formazione spirituale degli iscritti e l'esercizio del culto cattolico; aiutare spiritualmente ed economicamente la comunità parrocchiale a dare pia e decorosa sepoltura ai poveri; assicurare celebrazioni eucaristiche in suffragio dei defunti; dare assistenza ai poveri ed a tutti coloro che versano in particolare stato di bisogno, specialmente se confratelli; partecipare alle funzioni della Settimana Santa ed alle altre manifestazioni religiose, in particolare alla celebrazione per l'esaltazione della Santa Croce, per San Filippo Neri (patrono della congregazione, nda) e per la Commemorazione dei Defunti».

In questi ultimi anni gli amministratori del sodalizio che si sono succeduti hanno portato avanti un denso programma di «opere sociali»; al gruppo di volontariato de «II Pellicano» di Piano di Sorrento sono stati donati un minibus per accompagnare persone ammalate, dieci apparecchi «TeleVita», mentre contributi sono stati forniti anche al centro parrocchiale, alla casa di riposo per anziani, alla missione di Padre Cioffi, a numerosi enti di ricerca scientifica. Da qualche anno la Confraternita cura la Cappella di San Giovanni e quella della Madonna della Libera. Tutto ciò trova conferma in un passo tratto dalla Relazione che il Priore dell'Arciconfraternita ha letto nell'Assemblea Ordinaria dei Confratelli dello scorso anno: «Il nostro compito principale e stato quello di operare a favore di chi ha bisogno di aiuto. La nostra pia ed umile opera di carità cristiana rappresenta e rappresenterà sempre il primario scopo da perseguire. In un'epoca storica come la nostra, nella quale il divario fra chi ha e chi non ha e sempre più crescente, la domanda di assistenza è continuamente richiesta».

Prima di concludere un brevissimo cenno alle persone che hanno retto le sorti dell'Arciconfraternita in passato. Fra i Priori che si sono succeduti in questo secolo ricordiamo Raffaele Cafiero, già compianto sindaco di Piano di Sorrento, e Antonino laccarino, detto «'o Bambino». Fra i solerti organizzatori delle Processioni Nere del Venerdì Santo che tanto impegno hanno profuso menzioniamo le buonanime di Vincenzo Maresca, «'e Martino», e di Michele Perrella.

 L’Arciconfraternita organizza due processioni il Venerdì Santo, una all’alba (ore 2,30) ed una alla sera.