Agenda 2000

Il 26 Marzo 1999, al termine del Consiglio europeo di Berlino, i capi di Stato e di governo hanno concluso un accordo politico sull’Agenda 2000.
Agenda 2000 è un programma che si prefigge, quali obiettivi principali, di rafforzare le politiche comunitarie e di dotare l’Unione Europea di un nuovo quadro finanziario per il periodo 2000-2006, tenendo conto delle prospettive di ampliamento. Nel 1999 tale programma ha dato origine a ventina di testi di legge riguardanti settori prioritari nei quali si ravvisano le seguenti esigenze:

proseguire le riforme agricole nel senso indicato del 1988 e del 1992, nell’intento di stimolare la competitività europea, integrare maggiormente le considerazioni ecologiche, garantire agli agricoltori redditi equi, semplificare la normativa giuridica e decentrarne l’applicazione.
accrescere l’efficacia dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione incentrando maggiormente le azioni sotto il profilo tematico e geografico e migliorandone la gestione.
potenziare la strategia di preadesione dei paesi candidati mediante due nuovi dispositivi finanziari: lo strumento strutturale di preadesione dei paesi candidati(ISPA), per contribuire a migliorare le infrastrutture di trasporto e di salvaguardia dell’ambiente, e lo strumento agricolo di preadesione(SAPARD), per favorire l’adeguamento a lungo termine del settore agricolo e delle zone rurali nei paesi candidati.
adottare un quadro finanziario per il periodo 2000-2006, per consentire all’Unione di affrontare le principali sfide del XXI secolo, in particolare l’ampliamento, rispettando al tempo stesso la disciplina di bilancio.


Gli importi stabiliti nel 1999 per l’allargamento si basavano sull’ipotesi dell’adesione di 6 nuovi paesi nel 2002. I negoziati d’adesione condotti successivamente hanno però consentito di contemplare un allargamento a 10 nuovi paesi a partire dal 1 Maggio del 2004. Per tenere conto di questo nuovo contesto e adattare di conseguenza i diversi massimali del quadro finanziario la Commissione ha presentato al Consiglio, il 30 Gennaio 2002, un quadro finanziario comune 2004-2006 aggiornato per tenere conto delle esigenze dell’allargamento. Questo adattamento è entrato in vigore in occasione del primo esercizio finanziario interessato dall’allargamento del 2004.
In particolare l’utilizzo dei Fondi strutturali ha la finalità di ridurre il significativo divario economico e sociale delle aree del Mezzogiorno, in modo sostenibile, accrescendo le competitività di un lungo periodo, creando condizioni di accesso pieno e libero al lavoro, facendo leva sui lavori ambientali e di pari opportunità. Questo programma si articola su sei assi di sviluppo:

  Le risorse naturali:tutela a valorizzazione delle risorse naturali: questo asse propone la protezione e la valorizzazione dei diversi tipi di risorse naturali, come le risorse idriche, difesa del suolo e protezione della fascia costiera, gestione dei rifiuti, rete ecologica ed energia.
  Le risorse culturali: si occupa principalmente della promozione del patrimonio artistico- culturale e della conservazione dell’ambiente, attraverso al coinvolgimento delle popolazione in attività produttive connesse al turismo ed a una corretta gestione dei Musei, teatri.
  Le risorse umane e sviluppo dell’innovazione:si occupa della valorizzazione della Pubblica amministrazione per meglio rispondere ai nuovi compiti; dell’attivazione di politiche attive per favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro e di promuovere anche lo sviluppo scolastico, formativo e della ricerca.
  I sistemi locali di sviluppo:con esso si prevede di incentivare la progettualità dal basso facendo leva sul potenziamento delle risorse.
  Potenziamento delle infrastrutture per la competitività:si provvederà a fornire le città metropolitane di “servizi evoluti” per lo sviluppo economico e sociale; parallelamente verrà attuata una strategia di sviluppo per i numerosi centri urbani medi che rappresentano l’armatura urbana del territorio siciliano ed hanno un forte legame con i sistemi produttivi locali, da sviluppare attraverso la costruzione di una struttura reticolare tra le sedi di erogazione dei servizi ed i soggetti economici e sociali.
  Le reti e nodi di servizi: verrà completato e potenziato il sistema infrastrutturale siciliano, necessario per attuare la persistente situazione di isolamento e di perifericità in cui tuttora si trova la Sicilia ed aumentare la competitività del sistema produttivo regionale.


Asse 3 : Le Risorse umane

Per realizzare queste politiche di intervento volte a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro, la promozione della ricerca, della formazione e dello sviluppo scolastico vengono utilizzati diversi progetti finanziati dai fondi concessi dall’ Unione Europea, ovvero:

FESR - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
FSE - Fondo Sociale Europeo
FEAOG - Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia, sezione orientamento
SFOP - Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca

Questi fondi perseguono tre obiettivi prioritari:

Obiettivo 1: per le regioni a sviluppo arretrato.
Obiettivo 2: per le aree in fase di riconversione socio-economica.
Obiettivo 3: per l’istruzione, la formazione e l’occupazione.

Le linee di intervento e le strategie per il conseguimento di tali obbiettivi possono essere a titolarità delle Regioni(POR), o nazionale(PON). Nella strategia per lo sviluppo delle regioni svantaggiate si inserisce il Programma Operativo Nazionale Ricerca scientifica,sviluppo tecnologico, che si sviluppa intorno all’asse delle Risorse Umane, mirando ad introdurre cambiamenti strutturali nel contesto economico-sociale del Sud. Quindi questa sua azione è finalizzata allo stimolo è sostegno di nuove occasioni di sviluppo, espandendo la dotazione e la qualità delle risorse umane, rafforzando inoltre le reti di competenze del Mezzogiorno ed i relativi collegamenti con il mondo imprenditoriale. Una delle misure prese in esame per quanto riguarda il PON Ricerca Scientifica è la misura 3.15.

3.15. Reti per lo sviluppo della ricerca scientifica

Settore produttivo

1. 1.8. Ricerca sviluppo tecnologico e innovazione (RSTI)
2. 1.8.2. Innovazione e trasferimento di tecnologia realizzazione di reti e collaborazioni tra aziende e/o istituti di ricerca

La misura, in coerenza con la Strategia Regionale per l’Innovazione per la Sicilia, è finalizzata a:
- promuovere la valorizzazione della conoscenza all’interno dei bacini siciliani;
- rafforzare il sistema di interfacce per l’innovazione e sviluppare reti e collegamenti per l’integrazione dell’offerta di innovazione su scala regionale e il suo trasferimento alle imprese, alle filiere e/o ai distretti;
- favorire l’immediato trasferimento dei risultati di ricerca alle imprese attraverso la realizzazione di laboratori tecnologici;
- fornire alle imprese un servizio integrato e di semplice utilizzazione per l’individuazione dei prodotti/servizi dei centri di offerta di loro interesse;
- stimolare e supportare la creazione e lo sviluppo di imprese innovative nel territorio regionale, sostenendo le fasi preliminari all’avvio dell’impresa. La misura si articola in sei azioni:

A Creazione e gestione dei Circoli di conoscenza:
  tale azione riveste la funzione di diffusione e sensibilizzazione dell’innovazione. Il proponente può presentarsi insieme con altri soggetti. Per detta azione è previsto il 4,6% delle risorse assegnate alla misura.
B Sviluppo del sistema di interfaccia:
  prevede di sviluppare il sistema di interfaccia che ha la finalità di prestare servizi reali alle PMI per la diffusione dell’innovazione. Risorse previste: il 11,9% della disponibilità della misura.
C Potenziamento delle infrastrutture e laboratori esistenti
  per la realizzazione di centri per il testing di nuove tecnologie che abbiano a riferimento particolari bacini di utenza appositamente identificati. Risorse previste: il 58% della disponibilità della misura.
D Potenziamento degli incubatori esistenti
  sostegno alla creazione di nuove imprese basate sulla tecnologia, in accordo con le specializzazioni nei settori della ricerca e produttivo, significativi per il territorio siciliano. Risorse previste:13,14% della disponibilità della misura.
E Progetti pilota di scouting
  (per l’individuazione di progetti di ricerca con migliori risultati economici. Risorse previste: 6,6% della disponibilità della misura.
F Creazione e potenziamento ILO
  (Liaison Office Industrial) per il potenziamento delle strutture di collegamento Risorse previste: 5,5% della disponibilità della misura.

Per le azioni A e B:
- P.M.I. e consorzi operanti in Sicilia, come definiti dalla disciplina comunitaria (GUCE n. 213 del 19/08/92)
- Rappresentanze del sistema imprenditoriale
- ARPA, Enti gestori delle Aree protette, Enti gestori degli ATO Acqua e Rifiuti
- ATI ATS o Consorzi tra i soggetti di cui sopra.

Per le azioni C e D:
- P.M.I. e consorzi operanti in Sicilia, come definiti dalla disciplina comunitaria (GUCE n. 213 del 19/08/92),
- Enti e centri di ricerca pubblici e privati localizzati nel territorio regionale,

- Università siciliane,
- Consorzi partecipati da Università Siciliane e Consorzi universitari localizzati nel territorio regionale,
- Rappresentanze del sistema imprenditoriale,
- Parco scientifico e tecnologico localizzato nel territorio regionale,
- ATI ATS o Consorzi tra i soggetti di cui sopra,
- Camere di Commercio localizzate sul territorio regionale,
- Consorzi ASI della Sicilia,
- ARPA,
- Enti gestori delle Aree protette,
- Enti gestori degli ATO Acqua e Rifiuti.

Per le azioni E e F:
- Università siciliane,
- Consorzi universitari localizzati nel territorio regionale,
- Centri di ricerca pubblici e privati sempre localizzati nel territorio siciliano,
- ARPA,
- Enti gestori delle Aree protette,
- Enti gestori degli ATO Acqua e Rifiuti.

La misura è regia regionale ad eccezione della sola azione C cui afferisce l’intera dotazione finanziaria della quota territorializzata prenotata con i provvedimenti presidenziali I beneficiari finali sono individuati con atti amministrativi del Dipartimento responsabile. Tali atti prevedono, se del caso, le condizioni per l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte dell’autorità di gestione. La misura verrà attuata sulla base del documento recante la Strategia regionale per l’ Innovazione.
presenza sul territorio della regione;
struttura impegnata dal soggetto gestore per la realizzazione dell’intervento;
tempi di realizzazione del programma;
capacità finanziaria e piano finanziario. Le operazioni e le attività attraverso le quali la misura sarà attivata saranno identificate successivamente dall’Assessorato Industria.
Le attività relative alle azioni C, D, E, F potranno essere attivate anche attraverso la stipula di Accordi di programma tra Amministrazione regionale, Università e Centri di ricerca e trasferimento tecnologico.

La misura è soggetta a territorializzazione. Ai progetti Integrati Territoriali (P.I.T.) è riservata la quota finanziaria complessiva, pari all'ammontare delle risorse finanziarie pubbliche indicate nella tabella - colonna Totale risorse P.I.T. - allegata alla sezione "Progetti Integrati Territoriali" del C.D.P. Gli interventi inseriti nei P.I.T., individuati secondo le procedure previste dalla sezione "Progetti Integrati Territoriali", dovranno in ogni caso essere attuati conformemente a quanto previsto dalla presente misura; pertanto non potrà essere attuato alcun sistema separato d'istruttoria, monitoraggio e controllo.

La misura sarà attuata sulla base degli studi, delle analisi e delle indagini previsti nell’ambito dell’azione A, e del documento sulla Strategia regionale per l’Innovazione che contiene l’individuazione delle operazioni da realizzare e/o la metodologia per la loro individuazione ed attuazione, tenendo altresì conto di quanto risulta dagli studi già eseguiti sulle attività di promozione, diffusione e diagnostica.
Azioni A, B, C, D (in parte E ed F)
- composizione qualitativa e quantitativa dell’ATI/ATS o Consorzio;
- composizione qualitativa e quantitativa del partenariato coinvolto nel programma (E - F);
- qualità e coerenza progettuale rispetto ad esigenze di un determinato territorio o cluster di imprese;
- capacità economico organizzativa e finanziaria dei proponenti di portare a termine il progetto;
- coerenza con le caratterizzazioni del territorio e del sistema produttivo di riferimento (anche E - F);
- rilevanza delle collaborazioni e dei partenariati con soggetti extraregionali (anche E - F);
- innovatività (criticità dell’innovazione proposta rispetto al posizionamento competitivo dell’impresa, e/o allo specifico settore produttivo o allo specifico contesto territoriale);
- potenzialità di mercato con particolare riferimento ai mercati extraregionali ed esteri;
- importanza di coinvolgimento di Enti pubblici e privati;
- cofinanziamento.
La tipologia delle spese ammissibili ai fini dell’utilizzazione dei contributi previsti dalla misura è definita nel rispetto della disciplina comunitaria per la ricerca e sviluppo contenente le precisazioni dell’U.E. sulla ammissibilità delle spese ai Fondi strutturali.
Le spese ammissibili per le diverse tipologie di operazione sono quelle previste dalla normativa nazionale e regionale di riferimento sopra indicata cui si rinvia senz’altro e si farà riferimento successivamente. Si farà inoltre riferimento all’Allegato del Regolamento (CE) n. 1685/2000 e successive modifiche ed integrazioni della Commissione del 28.7.00 (GUCE 29.7.00) ed alle disposizioni finanziarie della Commissione relative alle operazioni di ricerca.
In particolare si indicano, per ogni azione, le spese previste come ammissibili:
- spese per personale (A, E, F);
- spese per consulenze con particolare riguardo a servizi erogati da soggetti privati specializzati in operazioni di valutazione dei potenziali di mercato dei risultati della ricerca (A, E, F);
- spese generali fino al 30% del costo del personale dipende impiegato nel progetto
(A, B, C, E, F);
- beni durevoli in percentuale non superiore al 5% del valore complessivo del progetto (A, B);
- spese per consulenze e servizi (analisi di mercato, approfondimenti collegati ad innovazioni gestionali ecc) (A, B);
- spese per beni immateriali utilizzati esclusivamente per l’attività di valorizzazione, compresa l’acquisizione di risultati di ricerca da terzi e la protezione della proprietà intellettuale (brevetti, know-how etc.) (solo E);
- costi di viaggio, vitto e alloggio (B, E);
- acquisto e installazione di attrezzature tecnologiche strumentazione informatica funzionali all’attività dell’azione (C, D);
- consulenze per attività di promozione e marketing (C, D);
- spese per personale dedito all’attività di trasferimento tecnologico e di promozione del servizio (B, C);
- spese organizzative, logistiche, materiali di consumo (solo C);
- spese organizzative, logistiche, materiali di consumo e spese generali nella misura mas spese per beni immateriali utilizzati esclusivamente per l’attività di valorizzazione, compresa l’acquisizione di risultati di ricerca da terzi e la protezione della proprietà intellettuale (brevetti, know-how etc.) (solo E);
- costi di viaggio, vitto e alloggio (B, E);
- acquisto e installazione di attrezzature tecnologiche strumentazione informatica funzionali all’attività dell’azione (C, D);
- consulenze per attività di promozione e marketing (C, D);
- spese per personale dedito all’attività di trasferimento tecnologico e di promozione del servizio (B, C);
- spese organizzative, logistiche, materiali di consumo (solo C);
- spese organizzative, logistiche, materiali di consumo e spese generali nella misura massima del 15% del costo del personale dipendente impiegato nel progetto (solo D).

COSTO TOTALE previsto dal POR Sicilia Meuro 57,542
IV. 1. Finanziamento pubblico Meuro 57,542

 

Uno dei progetti finanziati dall’Unione Europea nel campo della ricerca scientifica è il progetto ERAMIT:

Il progetto ERAMIT (European Research Area Mobility in Italy), co-finanziato dalla Commissione Europea, Direzione Generale "Risorse Umane e Mobilità", è parte:

Fondo FESR 45,00% 25,894Meuro
Stato-Regione 55,00% 31,648Meuro
Altri soggetti pubblici 0,00% 0Meuro
Quota privati/ finanziamento
Pubblico
0,00% 0Meuro

Piano di finanziamento annuo

integrante di un'azione comunitaria tesa a costituire una rete europea in grado di creare condizioni favorevoli di accoglienza che contribuiscano ad una maggiore mobilità di ricercatori di diversa origine e provenienza all'interno dell'Unione Europea.
Il progetto ha l'obiettivo di favorire un ruolo attivo dell'Italia nel panorama europeo della ricerca, fornendo informazioni ampie e aggiornate ai ricercatori stranieri in tutti gli ambiti relativi alla loro esperienza di mobilità.
Scopo primario del progetto è di creare una rete nazionale di "Centri di Mobilità" in grado di fornire indicazioni ai ricercatori stranieri relativamente alle procedure di ingresso e soggiorno in Italia (e relative prassi amministrative), nonché fornire loro prime informazioni di tipo pratico.
I Paesi aderenti all'iniziativa comunitaria (Stati membri, Bulgaria, Israele, Islanda, Norvegia, Romania, Svizzera, Turchia) costituiranno ognuno un analogo network nazionale, in modo da creare una rete europea che possa fornire informazioni corrette e aggiornate per ciascun paese.

L'istituzione dei network nazionali ha anche lo scopo di valorizzare le buone prassi esistenti e portare all'attenzione dei diversi organismi nazionali e sovranazionali difficoltà od ostacoli che limitino la mobilità, al fine di cercare possibili soluzioni condivise, sia a livello di gestione che a livello normativo.
L'insieme dei Network nazionali costituisce il Network europeo dei Centri di Mobilità (ERA-MORE ).
Il progetto, sotto il coordinamento della Fondazione CRUI, prevede l'interazione fra tre partner, che rappresentano i diversi settori della ricerca in Italia: la Fondazione CRUI per il settore universitario; il CNR per il settore dei centri di ricerca pubblici e l'APRE per il settore privato (imprese).
Il progetto è svolto sotto la supervisione del MIUR, e prevede diverse attività articolate in varie fasi:

1.La definizione e le costituzione dei Centri di Mobilità;

2. la mappatura delle realtà della ricerca in Italia;

3. la creazione di un Portale nazionale per la Mobilità dei ricercatori;

4. la diffusione delle informazioni tramite campagne di comunicazione sugli obiettivi del Network dei Centri di Mobilità;

5. un periodo di aggiornamento/formazione per gli operatori dei Centri di Mobilità, per affrontare e risolvere i punti critici e gli ostacoli relativi alla mobilità dei ricercatori;

6. l'avviamento del servizio di informazione e assistenza ai ricercatori, fornito dai Centri di Mobilità;

7. il monitoraggio costante delle attività;

8. la raccolta delle best practices;

9. l'individuazione e risoluzione di ostacoli relativi all'ingresso e soggiorno di ricercatori stranieri in Italia;

10. la diffusione dei risultati.

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