Nelle rigide tediose giornate d'inverno, quando una spessa coltre di neve ammantava
le terre dell'alta Valle del Sillaro, Lamone e Diaterna, gli abitanti, rintanati
nelle loro case di sasso, davanti al fuoco del camino dove la bella fiamma della
legna, sola fonte di riscaldamento, presto si trasformava in blocchi di braci
con ancora la forma del tronco, ingannavano il tempo raccontandosi fatti e storielle.
Quella che i piccoli gradivano più riascoltare era la storia della sfida fra
San Zenobio e il Diavolo.
Un giorno San Zenobio stava predicando a CA' DI BARBA a una piccola folla quando
si presento' il Diavolo che lo sfido' a portare il sasso piu' grande il piu'
lontano possibile. San Zenobio ebbe un momento di riflessione, poi, invocato
chi di dovere, accetto' la sfida e rilancio': "Portera' il mio sasso cosi'
lontano dal tuo che non riuscirai a vederlo". Caricatisi sulle spalle due
enormi macigni che sI trovavano nei pressi, si avviarono per un sentiero che
saliva lungo il fianco della montagna.
Ad un certo punto il Diavolo, benché tale, distrutto dall'immensa fatica, pensò:
"Zenobio non potrà mai portare il suo sasso tanto lontano da essere a me
invisibile, quindi posso tranquillamente posare il mio che la sfida e' vinta
comunque".
Pensato e fatto. Zenobio che era in prossimità di un crinale lo supero' e sceso
dall'altra parte di un centinaio di metri poso' il suo pesante fardello e ritornato
sui suoi passi fece notare al Diavolo di aver vinto la sfida, perché il suo
sasso era sì poco lontano ma c'era un crinale di mezzo e non poteva vederlo.
Il Diavolo resosi conto di essere stato vinto non solo nella prova di forza
ma anche dall'astuzia del santo si prese una tale arrabbiatura che, perso il
controllo di sé, si avventò sul sasso con calci tremendi facendolo a pezzi (SASSO
DELLA MANTESCA).
Questa storiella che un giorno - seduti al bar - un signore, in gioventu' vissuto
con la famiglia su quei monti, a CA' PATISCI, a poche centinaia di metri dal
Sasso della Mantesca, mi volle raccontare, mi colpi' particolarmente.
Era di certo nata molti secoli prima, probabilmente al tempo dell'evangelizzazione
di quelle genti, con l'eterna costante della lotta fra il bene e il male e la
vittoria finale del primo, giunta a noi di generazione in generazione per tradizione
orale.
La cosa mi incuriosi'.
Sapevo dov'era il SASSO DI SAN ZENOBIO.
Mi recai quindi sul posto, cartina alla mano, e fu una piacevole emozione constatare
che i due sassi benche' vicini non si vedevano l'un l'altro, uno ...tutto a
pezzi ....l'altro .... intero,... CA' DI BARBA era la... piu' giu', ... mi pareva
di toccare con mano i luoghi di una antica leggenda.
Bello ed interessante il nostro Appennino, ............ una miniera di sorprese.