PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEGLI OCULARI PLANETARI
BAADER GENUINE ORTHO 7mm
MEADE 4000 SP 6.4mm
WILLIAM OPTICS SPL 6mm
Premessa
Era da tempo che pensavo ad un confronto sul campo fra oculari di ieri e di oggi e finalmente le circostanze sono divenute favorevoli.
Il passato è rappresentato da un Meade SP6.4, il glorioso modello a 5 lenti. Al presente provvede un sempreverde ortoscopico di Abbe di ottima fattura, il Baader Planetarium Genuine Ortho 7mm.
Per il futuro mi sono affidato a uno schema modernissimo come lo William Optics SPL6mm.
Un po' di storia
Il passato più glorioso ce l'ha sicuramente l'ortoscopico di Abbe il cui schema è rimasto immutato col passare dei decenni; un tripletto cementato e una lente singola per dare vita a un oculare che ancora oggi esprime prestazioni assolute di primissimo piano, specie per quanto riguarda la nitidezza e la pulizia dell'immagine. Sono stati molti i costruttori che si sono cimentati in questo oculare: si va dalla costruzione estremamente commerciale di anonime aziende giapponesi fino alla leggendaria Zeiss, in pratica l'intero universo dell'ottica astronomica! Il nostro contendente è fabbricato in Giappone su specifiche della tedesca Baader Planetarium e rappresenta l'ultima interpretazione in termini di tempo del geniale ortoscopico.
Il Meade SP inizia a vedere la luce alla fine degli anni 80 quando il noto costruttore americano decide di dare un spolverata alla sua produzione di oculari proponendo la serie 4000, la quale consta di 3 serie di oculari e gli SP sono una di esse.
SP è l'acronimo di Super Ploessl, ovvero un Ploessl simmetrico con un elemento aggiunto in mezzo ai 2 gruppi. Meade consigliava questi oculari ai cultori dell'alta risoluzione, magari da accoppiare a lunghi rifrattori acromatici, riflettori di varia natura senza trascurare gli onnipresenti (specie allora) Schmidt-Cassegrain.
Inspiegabilmente l'intera serie SP fu riprogettata nel 1994, sparì la 5a lente e aumentò il campo apparente da 52 a 55°. Meade prometteva prestazioni superiori ma esse non arrivarono; di fatto gli utenti non solo raccolsero risultati inferiori al vecchio schema a 5 lenti ma i nuovi SP spesso subivano clamorosamente alcuni omologhi della Serie 3000 (in particolare il 5, il 6.7 e il 9.5mm erano ottimi pezzi), un corredo di Ploessl entry level presentato da Meade in quegli anni. Se consideriamo che il prezzo dei PL 3000 era considerevolmente inferiore era evidente che la frittata era fatta!
Più travagliato è stato il parto dello William Optics in oggetto, sebbene il tutto ha avuto origine solo alla metà degli anni 90 con i tanto leggendari quanto discussi Vixen Lantanio. Vixen è stato il primo costruttore a scommettere su oculari particolarmente complessi al fine di ottenere un'elevata estrazione pupillare e pertanto tutte le attuale interpretazioni ottiche con questa tendenza sono “figlie” degli LV! Lo William Optics SPL è uno schema nuovo di zecca presentato alla fine del 2007 il cui acronimo è stato troncato probabilmente per ragioni “estetiche” in quanto dovrebbe esprimere “Super Planetary Long Eye Releaf” ma si ferma a SPL.
Caratteristiche costruttive
Se ammirati tutti insieme il Baader e il Meade sembrano parenti, o meglio ricordano al primo colpo d'occhio gli oculari della vecchia guardia: piccoli e dall'aspetto semplice, quasi rude. Un barilotto da 31.75mm senza neppure la scanalatura di sicurezza, un corpo compatto e lenti minuscole. A livello di finitura il Meade è un gradino sopra rispetto al Baader, spicca il corpo completamente anodizzato a dispetto della normale verniciatura. Entrambi gli oculari sono costruiti in Giappone.
L'SPL appartiene a un'altra razza: lenti generose, corpo sontuoso splendidamente rifinito (ci sono addirittura dei fregi cromati...) con tanto di conchiglia in gomma e un esclusivo barilotto “sciancrato” con un conicità che funge da scanalatura di sicurezza. L'oculare è made in Taiwan, la cosa non va intesa come un dispregiativo visto che anche gli inarrivabili Tele Vue sono anni che vengono assemblati laggiù.
Parlando di schemi ottici l'ortoscopico non ha certo bisogno di presentazioni in quanto non cela alcun segreto. Questo Baader ha in più un esclusivo trattamento antiriflessi denominato Phantom che rappresenta un tocco di modernità per un classico intramontabile.
Il Meade SP fece scalpore quando fu presentato in quando introduceva una modifica sostanziale allo schema simmetrico introducendo un elemento. Il campo apparente dichiarato era di 52°. Gli SP Meade furono i primi oculari costruiti in grande serie a introdurre l'annerimento del fianco delle lenti.
Lo William Optics presenta uno schema modernissimo a 7 lenti e long eye releaf da 20mm completamente trattate Fully Multi Coated e annerimento sui fianchi.
Il test
Saturno all'opposizione sarà il nostro percorso di gara; il pianeta inanellato infatti si contende con Giove la palma d'oro di pianeta più osservato. Il gigante del Sistema Solare però attualmente si trova in una posizione decisamente più infelice...
Il Meade SP è un oculare che conosco piuttosto bene visto che fra le mie mani ha quasi raggiunto la “maggiore età”! E' un oculare piccolo e coercitivo al punto che a volte durante l'utilizzo ho seriamente dubitato della lucidità mentale del suo progettista... Le lenti sono piccole e incastonate nel suo piccolo corpo e manco a dirlo l'estrazione pupillare è veramente contenuta. Il fatto che l'oculare è privo di paraluce in gomma un po' aiuta ad accostare l'occhio, anche se la visione intera dei 52° del suo campo apparente rimane difficoltosa. L'osservazione diretta però fa dimenticare tutto questo in pochi secondi; nelle serate migliori Saturno esibisce i dettagli di una bella fotografia. Volendo fare i pignoli l'immagine è un po' calda tendente al giallo, cosa più che lecita essendo nato nell'era dei rifrattori acromatici. Un altro astrofilo che a suo tempo era possessore del modello da 9.7mm mi parlava delle stesse impressioni.
Anche gli ortoscopici li conosco bene avendone posseduti diversi e di varie focali e marche; da Konus a Vixen, da Meade a Unitron, tutti oculari dal rendimento elevatissimo. Questo Genuine Ortho però sembra avere qualcosa in più in quanto restituisce un immagine plastica e molto luminosa in rapporto all'ingrandimento. L'anello B appare “bianco”, non “giallino” e non “grigino”! Segno che la fattura ottica è eccellente e che l'oculare in se chiede un tributo di luce trascurabile. L'estrazione pupillare non è il massimo a avendo un campo apparente molto contenuto (42°) non richiede all'osservatore sacrifici di rilievo.
Passando all'SPL si cambia letteralmente strada. L'osservazione è infinitamente più comoda e l'accomodamento dell'occhio è immediato; rispetto agli altri 2 sembra di salire su una lussuosa berlina dopo essere scesi da un'auto da corsa! Il campo (55°) è decisamente maggiore ed anche ben corretto, però l'immagine è più buia. La nitidezza non manca e dopo un'attenta indagine si scopre che i dettagli mostrati dagli altri oculari ci sono anche in questo, anche se meno immediati. La fedeltà cromatica è più vicina al Meade che al Baader, è leggermente calda.
Conclusioni
In sostanza qual'è il migliore? Io anche dopo il test non saprei dirlo poiché tutti e 3 i pezzi in esame si sono comportati egregiamente. Le prestazioni eccellenti del vecchio SP a 5 lenti hanno dimostrato (per l'ennesima volta) che un oculare buono è per sempre e che spesso vale la pena spendere qualcosa in più per un accessorio che si tiene una vita. Nel 1990 l'SP6.4 costava la bellezza di 175.000 lire, come il suo acerrimo rivale di allora (Celestron Ultima 7.5mm) e quasi il doppio di un oculare di pari fascia. Oggi a oltre 15 anni da allora si parla ancora dei Meade SP 4000 e dei Celestron Ultima mentre i misteriosi concorrenti che costavano 100.000 lire o meno sono svaniti nel nulla... Chissà come mai!?
Il Baader Genuine Ortho rappresenta una perfetta interpretazione del tradizionale in chiave moderna, un must dell'osservatore planetario accanito che predilige il massimo delle prestazioni a prescindere dal resto.
Per lo William Optics il discorso è più complicato poiché sta affrontando ora la situazione che il Meade in esame ha vissuto decenni fa', ossia sta “sgomitando” in una fascia di prezzo/prestazioni abbastanza affollata (i cosiddetti “oculari planetari”) laddove la compravendita di schemi da parte di costruttori e rimarchiatori è arte diffusa ed è molto probabile trovare lo stesso oculare disponibile con marchi e prezzi (e prestazioni) differenti.
Nel caso del SPL si è mostrato un pezzo di pregio ben assemblato e con prestazioni ottiche di assoluto rilievo anche se leggermente esoso in fatto di luce richiesta, cosa che non disturba affatto i possessori di aperture considerevoli.
Dando per scontato che il vecchio SP Meade è pressochè introvabile, gli altri 2 contendenti sono però regolarmente in vendita e il relativo acquisto è cosa consigliatissima. Il Genuine Ortho è una chicca da puristi, magari da usare con un piccolo apocromatico tanto in voga, viceversa lo William Optics è più adatto a chi predilige osservazioni anche impegnative e con grandi strumenti.
Le carte di identità
Oculare |
Genuine Ortho |
Super Ploessl |
SPL |
Focale mm |
7 |
6.4 |
6 |
Costruttore |
Baader Planetarium, Germania |
Meade Instruments USA |
William Optics USA |
Assemblaggio |
Giappone |
Giappone |
Taiwan |
Numero lenti |
4 |
5 |
7 |
Trattamento |
Phantom dielettrico |
Multi Coated |
Fully Multi Coated |
Barilotto |
31.75mm |
||
Scanalatura di sicurezza |
No |
No |
Si |
Blackened |
No |
Si |
Si |
Peso |
72g |
45g |
160g |
Estrazione pupillare |
5mm |
n.d. |
20mm |
Prezzo |
120 euro |
Fuori produzione |
85 euro |