Supersfida oculari

 

Meade SWA 13.8mm, Pentax XL14mm, Vixen LV-W13mm


 

Introduzione

 

Le focali intermedie non occupano un segmento molto combattuto in termini di mercato, o per meglio dire sono meno considerate dall’astrofilo anche evoluto meno importanti sia della corta che della lunga focale; il criterio è solitamente questo: si scelgono gli oculari per osservare con profitto Luna e pianeti, poi ci si orienta verso la focale lunga per il basso ingrandimento utile per gli oggetti diffusi. La focale intermedia viene considerata un di più da utilizzare quando il seeing non permette di spremere alti ingrandimenti.

 

Perché un 13...14 super wide?

 

Generalmente un oculare di questo tipo permette di abbinare un campo notevole ad un ingrandimento di tutto rispetto, in poche parole fa tutto quel che fa un 20mm meglio di un 20mm; un conto è osservare un oggetto celeste, ben altro conto è farlo nel migliore dei modi!

 

Analisi dei contendenti 


E’ il veterano dei 3 oculari in oggetto visto che il suo progetto risale all’inizio degli anni 90 e da allora ha subito solo modifiche esterne, non allo schema ottico.

L’oculare è molto compatto, diciamo quanto un Ploessl di pari lunghezza focale; molto ben rifinito il suo chassis in alluminio anodizzato nero con tanto di conchiglia in gomma ripiegabile e smontabile.

Sul barilotto non è presente la scanalatura di sicurezza.

Lo schema ottico è decisamente complesso, formato da ben 6 lenti multitrattate antiriflessi (Meade dichiara la presenza di un trattamento speciale a 7 strati) e trattamento blackened sui fianchi delle stesse. Campo apparente dichiarato: 68°.

Appena sufficiente l’estrazione pupillare dichiarata: 9mm.

 

Sarebbe stato meglio avere in prova il nuovo modello XW, ci siamo accontentati del supercollaudato XL che oramai non sarà più importato.

La costruzione dell’oculare è complessa sotto ogni punto di vista, ad iniziare dallo chassis dalla curiosa forma di fungo.

In realtà il “fungo” non è altro che un paraluce estraibile a piacimento in modo da essere posizionato ad hoc per le esigenze dell’osservatore. L’oculare è comunque ben più ingombrante e pesante (ca. 360g) di un comune Ploessl di pari focale. Sul barilotto è presente la scanalatura di sicurezza.

Lo schema ottico è decisamente complicato e consta di ben 7 lenti, tutte trattate SMC e annerite sul fianco. L’oculare è di tipo “long eye relief”, cioè ad elevata estrazione pupillare, 20mm.

Il campo apparente dichiarato è di 65°.

 

Come progettazione è il più recente degli oculari in esame in quanto risale al 1998.

La costruzione oltre che essere impeccabile è decisamente imponente; se comprendiamo anche la lunghezza del barilotto ci troviamo di fronte a un bestione alto oltre 10cm e pesante 460g! Non è solo inopportuno il confronto con un comune Ploessl di pari focale ma addirittura un grosso oculare da 2" farebbe la figura del mingherlino di fianco al LVW 13...

Superiormente spicca una bella conchiglia paraluce in gomma mentre il barilotto presenta la scanalatura di sicurezza.

Lo schema ottico presenta un numero record di 8 lenti, tutte trattate multicoated e annerite sul fianco.

Campo apparente dichiarato: 65°.

Estrazione pupillare: 20mm.

 

La prova sul campo

 

Condizioni della prova:

 

Gli oculari sono stati utilizzati su uno Schmidt-Cassegrain da 10” f/6.3 equipaggiato con diagonale a specchio da 2”; la focale passa da 1600 a 1730mm.

Utilizzando gli oculari in esame si ottengono i seguenti ingrandimenti:

 

Meade SWA13.8 = 125x

Pentax XL14 = 123x

Vixen LV-W13 = 133x

 

Le differenze di ingrandimento sono quindi minime e con esse anche il campo inquadrato è praticamente lo stesso per tutti, poco oltre il mezzo grado.

 

Rating:

 

= Ottimo

= Buono

= Sufficiente

= Insufficiente

= Scadente

 

Praticità d’uso

 

Meade:

Pentax:

Vixen:  

 

Il Meade svetta sugli altri due concorrenti soprattutto per via delle dimensioni e del peso decisamente normali; non sbilancia il telescopio e non ingombra come un bomba a mano. Il riporto in gomma zigrinata sul fianco dello chassis permette di maneggiare in sicurezza l’oculare anche con pesanti guanti invernali e la conchiglia paraluce ripieghevole è molto pratica. La lode è negata dal fatto che non è “long eye relief”, i 9mm di estrazione pupillare sono pochi per un campo apparente così abbondante e costringono a stare molto appresso alla lente per osservare a tutto campo.

Il Pentax è grossino e a peso non e certo una libellula; per fare i mestieri come si deve è opportuno ribilanciare il tubo se si usa questo oculare perché un aggravio di oltre 3 etti può non essere trascurabile, specie con montature non sovradimensionate.

Le dimensioni vengono in aiuto in caso di maneggiamento con i guanti mentre il paraluce regolabile con passo a vite è semplicemente sensazionale e unico in tutto il panorama mondiale; praticissimo soprattutto per i portatori di occhiali.

Purtroppo l’XL14 soffre un po’ di parallasse, ossia della spiacevole “sparizione” dell’immagine non appena ci si scosta dall’asse ottico.

Il Vixen pesa in modo spropositato al punto di sconsigliarlo apertamente per i piccoli strumenti e a dimensioni non è che stia meglio. Tuttavia si maneggia benissimo coi guanti, impossibile lasciarlo cadere per errore grazie anche all’ampia superficie gommata.

Sottinteso che occorre ribilanciare il tubo con un aggravio prossimo al mezzo chilo!

La comodità di osservazione è regale in tutti i frangenti, le lenti molto grandi offrono un’estrazione pupillare da riferimento, il tutto coadiuvato da un paraluce pressoché perfetto. Si potrebbe osservare per ore senza stancarsi.


 

Test stellare

 

Centro                                                    Bordo

 

Meade:                Meade:            

Pentax:                       Pentax:

Vixen:                         Vixen:  

 

Siamo di fronte a oculari di una certa qualità quindi sono auspicabili risultati di rilievo. Come oculare “reference” per la valutazione della luce diffusa è stato utilizzato un OR9mm.

Sono state usate varie stelle molto luminose per verificare la presenza di ghosting e riflessi interni, qualità dell’immagine al centro del campi, luce diffusa e aberrazioni laterali.

Il Meade è risultato molto prestante al centro, di una superiorità schiacciante per quanto riguarda il contenimento di riflessi interni e ghost: assenti. Nitidezza al centro del campo impeccabile. Tuttavia soffre le aberrazioni laterali in misura ben maggiore dei suoi concorrenti; le stelle (specie quelle luminose) sui ¾ del campo iniziano ad essere pesantemente deformate dall’astigmatismo e in prossimità del bordo inizia a farsi vivo anche una certa dose di cromatismo laterale che rende quel che resta della stella verde e antiestetico.

Presente un residuo di luce diffusa.

Il Pentax è più equilibrato del Meade tra prestazioni al centro e al bordo; è sempre nitidissimo mentre al bordo l’astigmatismo laterale è avvertibile ma sopportabile. Lo stesso dicasi del cromatismo laterale; la stella è perfetta al centro, verdognola al bordo.

Il contenimento dei riflessi non è esemplare; una stella luminosa come Vega o Capella innesca una serie di riflessi verdastri su gran parte del campo che sono molto deboli ma comunque presenti.

Luce diffusa contenuta.

Fastidiosa la parallasse, specie se l’osservatore è in piedi; basta il minimo disassamento dell'occhio e l’immagini se ne va.

Il Vixen ricorda molto il Pentax, molto nitido e migliore nel contenimento dei riflessi interni (vaghi e di colore blu). Tuttavia osservando una stella molto brillante si verifica un ghost abbastanza snervante che è innescato dalla stessa superficie dell’occhio (ho verificato questo inconveniente anche con altri oculari della serie LV-W), risolvibile con la visione distolta.

Presente un leggero astigmatismo laterale con la stella prossima al bordo; il cromatismo laterale non ha un colore specifico in quanto “arcobalenizza” la stella.

Luce diffusa contenuta.


 

Luna

 

Meade:

Pentax:

Vixen:  

 

La Luna è forse il campo d'azione preferito per questo genere di oculari; il grande campo da quasi l'impressione di sorvolarla in modo incredibilmente spettacolare. Come se non bastasse l'ingrandimento offerto inizia ad essere interessante tanto da spingere l'occhio alla ricerca di dettagli fini. Inoltre oculari di questo tipo e focale possono essere utili ogni qualvolta che la turbolenza atmosferica impedisca l'uso di ingrandimenti elevati.

Sono bersaglio facile le rime all'interno di Posidonius e Gassendi (ovviamente in serate differenti quando il terminatore è in posizione favorevole) mentre i domi di Arago e le grosse rimae Ariadeus e Hyginus costituiscono uno spettacolo entusiasmante. Nelle circostanze del test (riflettore da 250mm) l'ingrandimento dato da questi oculari è purtroppo inferiore alla soglia di abbagliamento per cui è opportuno l'uso di qualche filtro.

 

Il Meade mostra immagini con un contrasto eccezionale, migliore di quanto danno i Super Ploessl della stessa Casa. La nitidezza al centro è mozzafiato mentre verso il bordo è avvertibile una certa confusione dovuta alle aberrazioni extrassiali, anche se non in modo così fastidioso come quando si esamina una stella. Se si vuole sfruttare tutto il campo occorre ripiegare la conchiglia di gomma e appoggiare le palpebre all'oculare.

Pentax e Vixen sono molto simili sia al centro che al bordo (il Vixen va leggermente meglio in quest'ultimo frangente); curiosa la leggerissima dominante calda del Vixen che rende ancora più gradevoli le immagini lunari, a scapito però di una leggera perdita della fedeltà cromatica.

In entrambi i casi l'osservazione è comoda per via dell'estrazione pupillare generosa; purtroppo rimane fastidiosa la già citata parallasse del Pentax XL.


 

Pianeti

 

Meade:

Pentax:

Vixen:  

 

Nelle circostanze del test l'ingrandimento, poco superiore a 120x, era insufficiente per ricavare soddisfazione dall'osservazione planetaria (avessimo avuto un telescopio con 3 metri di focale sarebbe stato diverso). Tuttavia è stato comunque positivo anche questo esame.

Saturno appare già maestoso con già un buon 70% dei dettagli visibili; certo per il rimanente 30% alla portata del telescopio occorrono per altri poteri...

Dato il gran numero di lenti che compongono lo schema di questi oculari, credo sia da sconsigliare l'uso delle Barlow.

Il contrasto al centro del Meade è da riferimento e come se non bastasse non sussistono immagini fantasma; finchè il pianeta è al centro non abbiamo nulla da invidiare ad un Ortoscopico; Vixen e Pentax sono ad un livello molto elevato ma il contrasto è leggermente inferiore a quanto da il Meade SWA e presentano entrambi una vaga immagine fantasma, quella del Vixen è innescata dall'occhio dell'osservatore. Al bordo, come già scritto, sono entrambi migliori del Meade, questa caratteristica più venire in aiuto in caso di assenza del moto orario (telescopi Dobson per esempio).


 

Deep-sky

 

Meade:

Pentax:

Vixen:  

 

Anche nel profondo cielo questi oculari sono strategici in quanto permettono di esprimere un buon ingrandimento unito al campo degno di un oculare di generosa focale; oggetti come ammassi globulari e galassie che misurano pochi primi d'arco rappresentano probabilmente il campo specifico per questi grandangolari di media focale.

Come pietra di paragone è stato utilizzato anche un Meade SP12,4mm che dava pressapoco lo stesso ingrandimento ma con un campo apparente inferiore di 10 gradi rispetto ai 3 oculari in esame; un ammasso globulare come M13 era claustrofobico nel Super Ploessl, molto più arioso e spettacolare nei 3 super wide mentre un oggetto di notevole estensione come M42 si mostra quasi completamente e non solo una parte.

In quasto frangente il più penalizzato è stato il Meade per via della scarsa qualità al bordo (le stelle lontane dall'asse ottico sono deformate in modo abbastanza evidente) e dell'estrazione pupillare contenuta. Superbi sia il Pentax che il Vixen, con un leggerissimo vantaggio del primo che mi è sembrato più "pulito".


 

Conclusioni

 

Queste focali intermedie sono considerate "ne carne nè pesce" da molti astrofili in quanto danno pochi ingrandimenti per l'alta risoluzione e campo insufficiente per gli oggetti estesi. Tuttavia se usati per la Luna e per gli oggetti deep-sky poco estesi ma che richiedono qualche ingrandimento per mostrare i loro dettagli interessanti possono essere addirittura l'ago della bilancia per cui sarebbe meglio averne uno nel proprio corredo oculari.

Personalmente li ho avuti in prova per diverso tempo e non mi sono certo annoiato.

Il Meade SWA è il più "normale" per dimensioni, peso e costo; purtroppo paga un certo "pressapochismo" riguardo la qualità al bordo che ne penalizzano l'uso.

Il Pentax XL14 è un oculare molto, molto buono; originalissimo nella costruzione è un oculare destinato a dare parecchie soddisfazioni ai suoi utilizzatori.

Sebbene pesi quanto un bomba a mano il Vixen LVW13 mi è sembrato aggiudicarsi questa prova al fotofinish, anche se è da rimarcare che il Pentax XL è stato sostituito con un nuovo modello più aggiornato e non si esclude che otticamente dia quel "cavallo" in più per svettare tra i suoi concorrenti della prova.

Sarebbe stato interessante inserire nel test anche un pezzo della marca che è considerata l'eccellenza degli oculari, Tele Vue, che ha in catalogo diversi schemi ottici in grado di sfidare i 3 oculari in oggetto.

Parlando di prezzi l'unico abbordabile è il Meade, per il Pentax e il Vixen è richiesto un maggiore esborso di denaro.

 


 

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