Test telescopio Sky Watcher MN190 Black Diamond
Introduzione
Synta, noto costruttore cinese proprietario del marchio Sky Watcher ha presentato la variante “Black Diamond” dell’inedito Maksutov-Newton MN190 introdotto precedentemente. Oltre ad alcune rifiniture in materia di colorazione ha guadagnato un pregevole focheggiatore con comando a doppia velocità.
Aspetto esterno
Il tubo appare molto molto curato fin dalla prima occhiata. Spicca il massiccio focheggiatore Crayford con l’ormai consueto comando bipasso coassiale sul lato destro, corredato di serie con il riduttore meccanico che consente l’uso di oculari da 31.75mm, senza il quale ospiterebbe accessori da 2”. Le celle del menisco e del primario sono verniciate in bianco latte mentre l’esterno del tubo è in un atipico nero metallizzato. La cella del menisco è molto curata in quanto ricorda molto le realizzazioni russe Intes Micro con tanto di aperture microfiltrate per il passaggio dell’aria forzata al fine di abbattere i tempi di cool-down. Curiosamente non è presente un estrattore a ventola sulla culatta ma sol un foro circolare celato da una flangia asportabile. Il cercatore 8x50 è del tipo a 90° supportato da un sostegno fissato a baionetta. Gli accessori forniti di serie si riducono agli anelli di supporto (corredati di barra a coda di rondine del tipo Vixen), un tubo di prolunga, una chiave a brugola per la collimazione del primario e ai tappi per l’ottica.
Ottica
Lo Sky Watcher MN190 è un Maksutov-Newton da 190mm di diametro e 1000mm di focale. Il menisco (fisso) è realizzato in vetro BK7 Schott ed è trattato antiriflesso Multicoated. Gli elementi a riflessione sono realizzati in vetro Pyrex e sono entrambi collimabili. Non viene dichiarato il grado di lavorazione delle ottiche.
L’ostruzione misurata dall’esterno vale esattamente 0.27 sul diametro ma non si tratta di un valore fedele alla realtà in quanto la sagoma dello specchio secondario sborda vistosamente dalla cella; così ad occhio dovrebbe avere un asse minore stimabile in 55mm, il che alzerebbe l’ostruzione a circa 0.30, un ottimo valore se si pensa che la destinazione dello strumento è anche fotografica. Infatti non abbiamo a che vedere con un remake dei leggendari Maksutov-Newton di costruzione russa che furoreggiavano agli inizi del 2000, i quali erano strumenti essenzialmente pensati per l’alta risoluzione con ostruzioni bassissime.
L’intubazione si avvale di 3 serie di aperture microfiltrate presenti nella cella del menisco e di 5 diaframmi interni a lama di rasoio. L’annerimento interno è molto efficace e applicato con cura; anche le superfici esterne dello specchio secondario sono state annerite.
Il focheggiatore è di tipo Crayford con comando a doppia velocità.
Il test
Lo strumento in esame è stato provato su una montatura Synta NEQ6, per la quale invito i lettori a consultare il relativo test. La montatura si è rivelata più che sufficiente a sostenere la mole del tubo, tuttavia la barra Vixen offerta di serie con il tubo tende a flettere durante le osservazioni al meridiano (ossia quando il tubo lavora totalmente a sbalzo) e pertanto andrebbe accorciata per sopprimere le flessioni oppure (per fare un mestiere definitivo) sostituita con una più robusta di tipo Losmandy, cosa che però comporterà la sostituzione della piastra della montatura.
La messa a fuoco è fluidissima anche ad alti ingrandimenti; il riduttore funziona perfettamente. Per l’uso visuale si utilizza la prolunga poiché l’ottica ha una chara vocazione fotografica e il costruttore non ha certo lesinato con il backfcus. Pertanto gli astrofotografi non avranno problemi ad andare a fuoco con reflex, CCD e ruote porta filtri.
Entrambi gli specchi sono collimabili. Le regolazioni del secondario sono celate da un tappo che ricopre l’esterno della cella; curiosamente – oltre alle consuete 3 viti di collimazione e alla vite centrale di ritegno – c’è una quinta vite che serve da spallamento, o meglio se si dovesse mettere mano al secondario allentando la vite di ritegno non c’è pericolo che esso inizi a ruotare sul proprio asse. Ben fatto! In compenso avrei preferito le classiche vitine a brugola in luogo di quelle a croce, in modo da scongiurare l’uso di “pericolosi” cacciavite vicino al menisco. Lo specchio primario invece si regola con le consuete 3 coppie di viti push-pull. Per eseguire questo test non è stata necessaria alcuna operazione di collimazione in quanto l’ottica era già correttamente allineata. Parlando di collimazione è utile conoscere che anche il focheggiatore permette una minima regolazione di “sliding” (qualora fosse necessario) visto che i classici 4 fori sono in realtà asole. Migliorabile a mio avviso il cercatore, sebbene di misura adeguata (è un 8x50) trovo scomoda la visione angolare e avrei preferito il classico “diretto”.
Per un corretto acclimatamento abbiamo aspettato circa un’ora, direi molto incoraggiante dal momento che la quasi totalità degli acquirenti monterà una ventola di estrazione (che di serie non c’è) che velocizzerebbe non di poco questa operazione.
Lo star test ha dato risultati ottimi in quanto non è stata rilevata alcuna aberrazione degna di nota; le immagini in intra ed extrafocale sono risultate identiche e la figura stellare a fuoco era pressoché perfetta utilizzando un oculare William Optics SPL3mm (333x). Il telescopio è stato utilizzato in 2 serate: la prima sera si è scelto di operare in un luogo relativamente buio ma purtroppo con seeing perfettibile mentre la serata successiva ho osservato dal balcone di casa con seeing notevolmente migliore ma con qualità suburbana.
Profondo cielo
Durante la serata di Venerdì 12 osservando da una zona antistante il parco del Ticino ci siamo concentrati su oggetti deep sky trattandosi di una serata moderatamente ventosa e di conseguenza con seeing poco adatto a Marte e alle stelle doppie. M42 osservata con un oculare Antares Speers-Waler 13.4mm (74x per 1.1° di campo) è semplicemente spettacolare con le sue numerosissime gradazioni di luce; la 5° stella del trapezio è stata solo intuibile ma osservata senza difficoltà la sera successiva). Con la stessa configurazione è stato osservato anche l’ammasso del Presepe, constatando che la miriade di stelle che riempivano il campo erano di notevole puntiformità anche a ridosso del bordo. Molto belli ma meno d’effetti M41, M46, e i 3 ammassi nell’Auriga. Per le Pleiadi è stato preferito un Vixen LVW22mm (45x per 1.44° di campo) per poter contenere l’intero ammasso (veramente al pelo!) e per una visione più appagante. Inaspettatamente superiore alle aspettative le galassie M33 e M31, quest’ultima apprezzabile solo “un po’ alla volta” per via della notevole estensione. Convincenti anche M78 e soprattutto la Eskimo Nebula, spesso avara di dettagli con strumenti al di sotto dei 20cm ma ben apprezzabile in questo Mak a 166x offerti da un oculare da 6mm.
Marte
Osservato durante la serata del 13/2 che ha sfoggiato un’ottima stabilità dell’aria (seeing II); un vero peccato che in quel momento la “faccia” rivolta verso la Terra corrispondeva all’incirca con 200° di longitudine marziana (Amazonis Planitia e mare Cimmerium) che durante le opposizioni afeliche è decisamente povera di dettagli. Va inoltre detto che l’opposizione 2010 è decisamente avara visti i soli 13.5” di diametro apparente. Ai 166x offerti da un OR6mm spicca immediatamente una bianchissima calotta polare Nord, circondata da una formazione più scura (Propontis/Hyblaeus) mentre all’estremità dell’emisfero opposto svetta il mare Cimmerium. Il resto del disco marziano è dominato dalla desolata e uniforme Amazonis Planitia, di un rosa/arancione. Migliore – ma più impegnativa – l’osservazione con l’SPL3mm (333x) ma l’eccellente focheggiatore asseconda perfettamente una manovra altrimenti difficoltosa. Il calo di luminosità è avvertibile ma il contrasto è comunque di buon livello. A breve distanza il mio SCT da 10” a 265x offriva un’immagine più tremolante del pianeta rosso, in più dell’MN ho percepito solo una variazione di albedo nel settore W della calotta polare (che nel 190 appariva uniforme) e dei contorni meglio definiti di Propontis ma con un notevole sforzo perché la maggiore luce diffusa del mio strumento. Francamente ho preferito l’immagine offerta dal Mak-Newton, col rammarico che non disponevamo di un oculare da 4mm che avrebbe offerto l’ingrandimento ideale.
A tempo perso sono state osservate delle stelle doppie “da sera pubblica” cioè lontane dal limite strumentale. Il compagno di Rigel visibilissimo alla prima occhiata, facili anche zeta Orionis e Castore. Di sicuro effetto il Trapezio in M42 che mostrava anche la 5° stella.
In sintesi
Cosa va:
Cosa non va
Conclusioni
Uno strumento come non se ne vedevano da tempo, assolutamente completo e dal prezzo competitivo. Rispetto ai concorrenti catadiottrici paga pegno in peso e ingombro ma se si è disposti a chiudere un occhio ci si impossessa di un’ottica instancabile e perfettamente polivalente.
Strumento consigliato.
La carta d’identità:
Marca/Modello |
Sky Watcher MN190 Black Diamond |
Costruzione |
Cina |
Schema ottico |
Maksutov-Newton |
Diametro |
190mm |
Lunghezza focale |
1000mm |
Ostruzione |
0.30 (stimata) |
Cercatore |
8x50mm |
Oculari in dotazione |
Nessuno |
Altri accessori di serie |
Cercatore 8x50, anelli e bassa a coda di rondine |
Peso Kg |
10Kg |
Importatore per l’Italia |
Auriga S.r.l. Milano |
Prezzo Euro (02/2010) |
1350 completo |