Schmidt-Cassegrain: sono tutti uguali?


"Non ce n'è uno uguale all'altro, li fanno forse a mano???" diceva così un vecchio spot televisivo di biscotti. Qui non si parla di dolciumi ma di telescopi, più precisamente di telescopi Schmidt-Cassegrain da 200mm di diametro, che immagino siano gli strumenti maggiormente diffusi per l'astrofilo medio. Questo tipo di telescopi è apparso sul nostro mercato circa 20 anni fa e subito ha fatto il vuoto per prestazioni, versatilità d'uso e possibilità di trasporto, riscuotendo immediatamente un grande consenso tra gli astrofili; ciò ha fatto si che le Case si interessassero particolarmente al futuro di questo fortunato strumento, sfornando nel corso degli anni parecchie versioni, dalle più economiche dal prezzo popolare alle più sofisticate con tanto di computer per il puntamento automatico. E l'ottica? "E' sempre la stessa!" diranno le case, ma ciò corrisponde a verità fino ad un certo punto. Intendiamoci, lo schema ottico non è mai cambiato ma le versioni che si trovano anche nel catalogo di una sola marca possono distinguersi anche di molto, questioni di lavorazione, materiali, assemblaggio e altro ancora.

Per vederci meglio ho iniziato una piccola indagine, una raccolta dati che finora mi ha portato ai seguenti risultati.

Invito chiunque avesse dati ad inviarmi una e-mail.


ULTIMO AGGIORNAMENTO: 19-04-2002


CELESTRON:

C8 arancione: (fino al 1983)

Ottica: *****     Meccanica: ***

Qualità ottica ai massimi livelli, specie se la lastra correttrice è trattata al MgF, contrasto molto elevato; qualche carenza per quanto riguarda la montatura non stabilissima.

Super C8 (1984)

Ottica: *****     Meccanica: ****

Stesse caratteristiche del precedente ma con un inseguimento migliore (costruito dalla Byers).

Super C8 Plus (1985) 

Ottica: ******     Meccanica: ****

E' forse il miglior C8 mai costruito, stesse caratteristiche del precedente ma con in più il trattamento Starbright (argentatura degli specchi).

SP C8 (1986)

Ottica: ****     Meccanica: ****

Si avverte un calo della qualità ottica e appare per la prima volta sulla montatura alla tedesca Vixen Super Polaris, stabile ma con cavalletto economico.

Powerstar 8 (1987) 

Ottica: *****     Meccanica: *****

Qualità ottica nella media Celestron, migliora la montatura e appaiono i motori in c.c. pilotati al quarzo.

Compustar 8 (1988) 

Ottica: *****     Meccanica: *****

Qualità ottica nella media Celestron, per la prima volta appare un sistema di puntamento computerizzato su un SCT Celestron.

Classic 8 (1989) 

Ottica: ****     Meccanica: ****

Remake del famoso modello arancione ma costruito con parecchia industrializzazione delle parti, starbright disponibile su richiesta.

Ultima 8 PEC (1990) 

Ottica: *****     Meccanica: ******

Qualità ottica elevata con un'eccellente montatura, sia dal punto di vista elettronico che meccanico.

GP-C8 (1993) 

Ottica: ****     Meccanica: ****

Qualità ottica media, ottima la montatura Vixen GP, possibilità computer ma poco stabile il treppiede.

Celestar 8 (1995) 

Ottica: ****     Meccanica: ***

Prodotto strategico come prezzo ma a scapito della qualità sia ottica che meccanica; mancano accessori basilari (regolazioni fini per stazionamento e regolazioni cavalletto).

Si sono verificati alcuni casi di decentramento dello specchio secondario, dovuto probabilmente ad un errore di incollaggio.

Celestar 8 De Luxe (1996) 

Ottica: ****     Meccanica: *****

Stessa ottica del precedente ma montatura decisamente migliore sotto ogni aspetto.

Celestar 8 De Luxe FASTAR (1998) 

Ottica: *****     Meccanica: *****

Stessa ottica del precedente ma molto più curata nell'assemblaggio, specie la meccanica del secondario removibile (per riprese CCD a f/1.95). 

Ultima 2000 8 (1997) 

Ottica: ******     Meccanica: *****

E' il miglior C8 attualmente in produzione; ottica ai vertici della categoria e montatura computerizzata, che purtroppo crea qualche difficoltà nell'uso in equatoriale causa assenza cerchi graduati "meccanici".

G 8 (1999) 

Ottica: ****     Meccanica: ***

Stessa ottica del Celestar ma con montatura alla tedesca di costruzione cinese con parecchie compatibilità coi sistemi Vixen; qualità/prezzo elevata ma con parecchi dettagli perfettibili.

Nexstar 8 (2000) 

Ottica: *****    Meccanica: ***

Ottica decisamente buona anche se non al livello dell'Ultima 2000, inservibile il cercatore laser. Montatura altazimutale monobraccio sottodimensionata e dipendente al 100% dall'alimentazione elettrica.


MEADE:

2080 prima serie (1981)

Ottica: *****     Meccanica: ***

Qualità ottica di alto livello (1/15 lambda), testa equatoriale poco stabile.

2080 seconda serie (1985)

Ottica: *****     Meccanica: ****

Qualità ottica di alto livello (1/12 lambda), testa equatoriale decisamente migliorata; trattamento HTC sulla lastra a richiesta.

2080 LX-LX2 (1985)

Ottica: *****     Meccanica: *****

Stessa ottica del precedente ma con sistema di inseguimento ereditato dalla versione 2120 e dotazione superiore.

2080 LX3 (1988)

Ottica: *****     Meccanica: *****

Stessa ottica del precedente ma con motorizzazioni al quarzo anzichè a rete.

2080 GEM (1988)

Ottica: *****     Meccanica: *****

Stessa ottica del precedente ma con montatura alla tedesca computerizzabile di costruzione giapponese (Mizar).

2080 A (1989)

Ottica: ****     Meccanica: ****

Versione base con motorizzazione 220V e trattamento ottiche monostrato.

2080 B (1989)

Ottica: *****     Meccanica: ****

Versione base ma con trattamento multistrato EMC e con motorizzazione 220V.

2080 LX5 (1990)

Ottica: ******     Meccanica: *****

Il primo SCT al mondo con ottica f/6.3 di qualità elevatissima; montatura come LX3.

2080 SSC 8 (1993)

Ottica: ?     Meccanica: ******

Non ho dati sull'ottica (tubo bianco); montatura tedesca surdimensionata LXD600 (di primo equipaggiamento sui rifrattori APO-ED) computerizzabile.

2080 Serie Premier (1993)

Ottica: *****     Meccanica: *****

Come LX3/6 con dotazione accessori molto ricca.

8 LX100 (1995)

Ottica: *****     Meccanica: *****

Rivoluzione ottica con lavorazioni più industrializzate ma con incremento qualitativo dovuto a scelta materiali e lastra correttrice modificata; primo esemplare con montatura hard-size con possibilità computer passivo.

8 LX200 (1995)

Ottica: *****     Meccanica: ******

Il miglior telescopio computerizzato mai costruito in serie; funzionante in altazimutale e in equatoriale, possibilità derotatore di campo per fotografia, step evolutivi nel tempo, disponibilità ottiche f/10 o f/6.3.

Le prime versioni erano affette da inconvenienti meccanici ed elettronici, quasi completamente sparite con le releases V3.34L

8 LX50 (1996)

Ottica: *****     Meccanica: *****

In pratica un LX100 semplificato ma senza alterare le caratteristiche di base.

8 LX10 (1996)

Ottica: *****     Meccanica: ****

Versione entry-level che ricorda i modelli anni 80 ma con motorizzazioni al quarzo e possibilità computer passivo; treppiede e testa semplificati.

8 LXD500 (1996)

Ottica: ****     Meccanica: ***

Ottica di qualità accettabile e montatura alla tedesca di derivazione giapponese (Towa) ma assemblata a Taiwan con diverse incostanze qualitative; prezzo competitivo.

8 LXD300 (1998)

Ottica: ****     Meccanica: ***

Ottica di qualità accettabile e montatura alla tedesca di costruzione taiwanese; prezzo molto competitivo.

8 LX90 (2001)

Ottica: *****     Meccanica: ****

Primo SCT Meade computerizzato con Autostar, versione semplificata del famoso LX200. L' ottica è di ottima qualità, la montatura molto stabile in configurazione altazimutale anche se di costruzione un po' economica; prezzo molto competitivo.


KONUS:

Altair 200 (1990) 

Progetto analogo al Meade 2080 ma costruito ed assemblato in Giappone; causa la scarsa diffusione non sono stati raccolti dati.


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