Test binocolo Nikon 8x40 Sporting II

 

 

 

INTRODUZIONE

Ho testato questo piccolo binocolo di costruzione giapponese, non adattissimo per l’astronomia ma tutto sommato di ottime prestazioni.

 

ASPETTO ESTERNO

Il binocolo è ben curato. La struttura portante è metallica e le ricoperture in plastica sono ben realizzate. Le estremità anteriori sono in gomma per evitare che il binocolo si rovini poggiandolo per terra. La plastica è stata utilizzata solo per il ponte della messa a fuoco che – ovviamente – è centrale, come in tutti i binocoli “multiuso”. Manca la filettatura per l’attacco al treppiede.

In dotazione al binocolo vi sono i tappi copriottica, una borsa pronto e una cinghietta a tracolla.

 

OTTICHE

Questo binocolo si avvale di doppietti acromatici trattati multi-coated con il tipico trattamento color verde, tra l’altro presente anche sugli oculari. Come già spiegato l’intubazione è decisamente buona. I prismi sono del tipo “americano” (BCF), la Casa non ne dichiara il tipo.

Lo scafo consente la regolazione dello spazio interpupillare da 60 a 70mm mentre sull’oculare destro è presente la regolazione diottrica.

Gli oculari sono del tipo Kellner. Il costruttore dichiara un campo effettivo del binocolo pari a 7.5°.

 

LA PROVA SUL CAMPO

 

Condizioni della serata:

 

In test si è svolto in più serate

 

Il comando di messa centrale svela in parte la vocazione di questo binocolo; gli eventi sportivi. Si pensi che con soli 120° di rotazione della ghiera si passa dalla messa a fuoco minima all’infinito, tuttavia per l’uso astronomico non vi sono problemi di messa a fuoco “fine” per il fatto che quest’ultima è molto fluida, anche in inferno con temperature molto basse.

L’estrazione pupillare degli oculari è decisamente generosa, attorno ai 20mm.

Una volta puntato sul cielo stellato, i 2 difetti di questo 8x40 emergono pressoché all’istante: in primis le basse prestazioni assolute, anche se di qualità molto buona 8x40 rimane poca cosa in astronomia. Secondo, la mancanza della predisposizione al fissaggio ad un treppiede. Il tappino sul perno centrale esiste ma una volta rimosso… non c’è nulla!

Facendo dei test puramente qualitativi emerge la qualità ottica che complessivamente è buona; non vi è traccia di vignettatura a causa di un evidente sovradimensionamento dei prismi (sono gli stessi dei modelli 7x50 e 10x50 della stessa serie), le immagini sono molto secche e ben dettagliate, spesso ben più gratificanti di alcuni 10x50 di caratura più economica. L’aberrazione cromatica è scarsamente visibile se il soggetto è perfettamente in asse ma diviene evidente con soggetti brillante e lontani dall’asse ottico, forse per via degli oculari Kellner che sono tutt’altro che corretti dalle aberrazioni extrassiali più comuni. Diciamo che la porzione di campo catalogabile come "perfetta" è ca. il 60%, del rimanente 40% bel oltre la metà è utilizzabile, oltre la distorsione (a cuscinetto) e la curvatura di campo si fanno sentire.

Ciò si ripercuote negativamente durante le osservazioni astronomiche, durante le quali è evidente che la puntiformità delle stelle va scemando mano a mano che ci si avvicina al bordo. Eccellente invece la sensazione di trasparenza e di profondità del cielo. Sebbene un 8x40 possa essere (teoricamente) inferiore a parecchi cercatori da 50mm presenti su uno svariato numero di telescopi, le prestazioni globali del Nikon Sporting II ne dimostrano il contrario, segno che la qualità ottica, che nel binocolo nipponico è decisamente elevata, riesce a fare la differenza. Osservando oggetti notevoli come le Pleiadi, le Iadi, M31 e M42, il binocolo ci ha regalato ottime immagini. Purtroppo in questi casi emerge la voglia di indagare, di andare oltre ciò che i 40mm (e gli 8 ingrandimenti) del binocolo riescono a mostrarci, desiderando una maggiore “cavalleria”.

Di buono però c’è il peso contenuto (760g) che unito a una maneggevolezza mostruosa permette all’osservatore di spazzare la volta celeste con una facilità disarmante, magari stando comodi su una sedia a sdraio e senza affaticarsi più di tanto.

Un’ulteriore prova di qualità emerge osservando Luna e pianeti; osservando la Luna al quarto sono evidenti le principali formazioni e tra esse parecchi crateri, Giove mostra i 4 satelliti galileiani con maggiore facilità rispetto a un cercatore da 50mm. Evidenti sono l’allungamento di Saturno e le fasi di Venere.

 

 

CONCLUSIONI

L’intera serie Sporting II di NIkon rappresentava la fascia qualitativa intermedia di questo celeberrimo costruttore di materiale ottico, da qui questa serie di binocoli risalenti agli anni 90 e sostituiti poco dono con una serie più economica (Action). Il modello 8x40 ha mostrato notevoli prestazioni diurne, ottimo contenimento dei riflessi, buon valore crepuscolare ed eccellente nitidezza, pur perdendo qualche colpo alla voce distorsione e aberrazioni al bordo.

In astronomia può venire utile per una rapida ricerca di un oggetto celeste per via della già citata qualità ottica e del campo “mostre” di 7.5°.

Essendo un pezzo fuori produzione lo si potrà reperire a prezzi molto vantaggiosi

 

La carta d’identità

 

Costruttore                            Nikon, Giappone

Modello                                 Sporting II 8x40

Importatore per l’Italia          Nital S.p.A Torino

Prezzo                                   Fuori produzione

Diametro mm                       40

Ingrandimento                       8x

Peso complessivo Kg         760g

 

Pregi:

Ottica molto buona

Realizzazione raffinata

Maneggevolezza

 

Difetti:

Manca adattatore per treppiede

Oculari migliorabili


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