Meade ETX 90, un telescopio da borsetta

 

Anche visto di lato il Meade ETX 90 Astro "year 96" è un telescopio di rara semplicità

 

Piccolo strumento, grande idea

 

Il Meade ETX 90, un Maksutov-Cassegrain da 90mm f/13.8 è stato presentato nel 1996; si trattava di uno strumento supertrasportabile con tanto di montatura equatoriale a forcella motorizzata.

Le origini di quest’idea di uno strumento piccolo ma con ottime prestazioni e grandi doti di trasportabilità si perdono nella notte dei tempi (visti i numerosi precedenti) mentre l’idea Meade era ben più lungimirante: quella di insidiare un telescopio che oltreoceano è un vero e proprio mito vivente, il Questar 90, guarda caso un Maksutov dello stesso diametro dell’ETX. Il Questar e quanto di più eccellente si possa trovare di quel diametro ma naturalmente una qualità assoluta si paga a caro prezzo mentre l’ETX doveva rappresentare l’esatto compromesso tra prestazioni e acquistabilità.

E così è stato, il piccolo Meade furoreggiò immediatamente in tutto il mondo, Italia compresa.

 

Osservare sempre e ovunque

 

Il piccolo ETX diventò subito il migliore compagno dell’astrofilo viaggiatore, in giro per il mondo a caccia di eclissi e altro ma a causa della sua qualità ottica, del suo modesto ingombro e del prezzo non esagerato sbaragliò con facilità disarmante tutti i concorrenti che ambivano a divenire un “secondo strumento” per coloro che avevano già un telescopio ma piuttosto grande per essere trasportato con facilità. Anche numerosi astrofili costretti a combattere con il poco spazio a disposizione scelsero l’ETX, la flebile concorrenza capeggiata dal Celestron 5 fu spazzata via in men che non si dica.

 

Segni particolari: bellissimo!

 

Esaminando un esemplare di ETX ci si accorge che nulla è stato lasciato al caso, ad iniziare dall’estetica!

Questo piccolo telescopio diventa simpatico anche a chi di astronomia e telescopi non ne sa nulla; tubo miniaturizzato, forcella pulita, priva di orpelli e con cerchi graduati ben leggibili, un minuscolo treppiede.

 

Chi invece ne mastica di più noterà la minuscola ostruzione, il flip-mirror incorporato, il tubo ottico svincolabile dalla forcella. Per non parlare delle prestazioni sul campo… Certo con 9 cm non si può certo osservare il quintetto di Stephan ma chiunque abbia osservato almeno una volta la Luna nel piccolo ETX è rimasto sbalordito e anche con pianeti e stelle doppie ha sempre venduto cara la pelle, specie nei confronti degli ormai diffusi rifrattori cinesi, di diametro anche maggiore ma inferiori al piccolo Meade come qualità ottica.

Il motore in AR era poi un monumento alla semplicità: 3 stilo, un circuitino un motore. Punto!

Il rastremato cercatore, bello da vedere, è però difficoltoso da utilizzare in quanto vicinissimo all’ottica principale.

 

Tutto qui? Eppur funziona!

 

L’evoluzione

 

Il grande successo ha portato il fabbricante ad evolvere il suo “capolavoro” senza però perdere di vista la sua reale natura, ossia la semplicità e la facilità di trasporto; nel 2000 nasce così l’ETX 90EC che in più del precedente ha una piccola pulsantiera che permette di apportare microcorrezioni, anche in virtù della comparsa del motore in declinazione, altra novità.

 

Ma non è tutto, con un sovrapprezzo è possibile applicare l’Autostar, un computer di puntamento automatico che consente il funzionamento anche in altazimutale, come nei fratelli maggiori LX200. Un sistema GO-TO su un telescopio da 90mm può in un primo momento far sorridere, soprattutto per le migliaia di oggetti catalogati in memoria che con quella apertura saranno forse intuibili solo se si osserva dalla cima dell’Everest…

Però nel database ci sono tanti oggetti apprezzabili (come svariate stelle doppie) e comunque è meno impegnativo portarsi appresso una pulsantiera che non l’atlante di Wil Tirion, o no?

 

GO-TO e interfacciamento con un notebook, proprio come i "grandi"

 

Buon sangue…alle volte mente

 

Con l’ultima evoluzione l’ETX 90 non è più stato solo, è stato affiancato da 2 fratellini, anzi fratelloni visto il maggior diametro; arrivano infatti un 105 e un 125.

Il 105 sembra l’ETX ideale in quanto ha un ingombro molto simile al 90 ma con un’ottica ragionevolmente superiore ma purtroppo arriva troppo tardi quando il piccolo 90 è già una superstar e il nuovo 105 rimane praticamente snobbato, anche perché costa molto di più.

 

Ecco come si mostra l'ETX125. Valida l'ottica, migliorabile la montatura

 

Il 125 sulla carta si presenta come un portento; per un Maksutov, 5 pollici sono già una signora apertura, quasi uno strumento definitivi se non fosse che la Meade – utilizzando pari pari le stesse particolarità del 90 – pecca pesantemente di ingenuità.

La piccola forcella in ABS, perfetta per il 90, è un vero disastro per il 125 che ha molto più “motore” e necessiterebbe di una montatura almeno al livello dell’ottica.

Poi un telescopio a forcella “built-in” di quel diametro inizia a diventare impegnativo per il trasporto rapido, di più di quanto non lo sia un Maksutov da 150mm su montatura tedesca.

 

L'ETX 90 Astro in un'inserzione pubblicitaria risalente al 1996, anno di presentazione

 

 

 


 

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