Test oculare Vixen LV-W22     


INTRODUZIONE:

Gli oculari Vixen LV-W rappresentano un’evoluzione dei diffusi LV, divenuti famosi per essere stati i primi oculari a possedere un’estrazione pupillare di 20mm praticamente a tutte le focali.

A differenza degli LV standard, gli “Wide” vantano un campo apparente pari a 65° anziché 45°.

Gli oculari LV-W sono disponibili nelle focali di 3.5, 5, 8, 13, 17 e 22; ad essere testato questa volta è proprio il modello con la focale più lunga. 

ASPETTO ESTERNO:

Per l’estetica e le finiture vale pressochè tutto ciò che è stato detto a suo tempo per il modello da 8mm, vale a dire finiture impeccabili e realizzazione molto ben curata. L’oculare è decisamente grande anche se (fortunatamente) sia dimensioni che peso sono inferiori al LV-W8. 

L'OTTICA:

Gli schemi ottici degli oculari LV-W variano a seconda della focale e sono decisamente complessi, dato che il numero delle lenti va da un minimo di 6 ad un massimo di 8 elementi; per il modello da 22mm vengono dichiarati 6 elementi.

Tutti gli elementi sono trattati antiriflesso (Multi Coated).

IL TEST

Utilizzato col mio Schmidt-Cassegrain da 2 metri di focale, l'oculare in questione fornisce un ingrandimento pari a 90x (che diventano un centinaio se si utilizza un diagonale); il suo uso quindi si addice per osservazioni a campo relativamente ampio (poco meno di 1 grado) che consente una buona osservazione di ammassi stellari, nebulose e oggetti deep-sky in genere.

Osservando la Luna: si apprezza il notevole campo abbracciato (tale da contenere con buon margine tutto il satellite) unito ad un ingrandimento tutt’altro che limitato; l’immagine è molto suggestiva anche se la qualità ai bordi non è quella desiderata.

Va infatti sottolineato che questi oculari dell’ultima generazione sono generalmente ottimizzati per strumenti a campo piano (come i rifrattori apocromatici con spianatore di campo) e di conseguenza il campo “tondeggiante” di parecchi catadiottrici potrebbe esaltare qualche aberrazione al bordo.

Nell’osservazione planetaria l’ingrandimento è già sufficiente per evidenziare parecchi dettagli di Giove e Saturno anche se (ovviamente) si preferiscono ben altre potenze. L’osservazione planetaria serve più che altro per verificare la presenza di riflessi interni nonché immagini fantasma; purtroppo i riflessi interni sono presenti e abbastanza fastidiosi se si osserva un corpo molto luminoso (Venere, Giove, Sirio…) in prossimità del centro del campo. Se poi si monta un filtro si innescano ulteriori riflessi e, se il filtro non è di costruzione recente (con montatura slim e filtro a piena apertura) si vignetta anche il campo.

A difesa dell’oculare va però detto che non è assolutamente concepito per questo genere di osservazioni; se infatti osserviamo oggetti nebulari, ammassi stellari e galassie si inizia ad apprezzare pienamente le qualità offerte da questo 22mm nipponico, ad iniziare dal contrasto sul fondo cielo.

Gli LV di lunga focale (e questo 22mm non fa eccezione…) sono spesso contraddistinti da una leggera dominante fredda, che diventa provvidenziale quando si decide di osservare da siti “quotidiani” con la solita presenza di inquinamento lumonoso (che invece occupa lunghezze d’onda calde) garantendo un piacevole contrasto.

Ho ritenuto opportuno ho confrontato l’LV-W22 con un PL32mm nell’osservazione del fondo cielo dati i campi reali pressochè equivalenti.

M42 – l’immagine offerta del 22 è maggiormente ingrandita e da qualche dettaglio in più mentre il Ploessl a parità di campo offre un’immagine più piccola ma con le stelle ai bordi impeccabili; personalmente trovo più interessante ciò che si ottiene col 22.

M65 e M66 – Sono decisamente migliori nel 22, lo scarso ingrandimento del 32 le stacca a malapena dal fondo cielo.

M41, M36 e M38 – meglio col 22, le stelle più minute appaiono puntiformi anche al bordo.

M35 – preferisco l’immagine meno ingrandita del PL32.

Eskimo nebula – si iniziano ad apprezzare dettagli col 22.

M78 – migliore col 22. 

CONCLUSIONI

Avevo intenzione di fare un test comparativo con un TeleVue Panoptic di pari focale (che spero di svolgere più avanti) per avere un po’ l’idea di come si comportano in genere questo tipo di oculari.

Ho trovato questo Vixen decisamente buono anche se non a i livelli del “fratello” da 8mm (che è un’opera d’arte…) specie nella “gestione” dei riflessi interni e delle aberrazioni laterali (stelle leggermente deformate e un vago cromatismo blu).

La cifra richiesta per questo oculare è elevata, superiore a quanto richiesto per il temibile Pentax XL21 ma di molto inferiore alle quotazioni del TV Panoptic 22, che supera il milione di lire.

Se si desidera a tutti i costi un oculare pressochè perfetto e “all-purpose” sarebbe l’ideale poter testare anche i 2 concorrenti sopra citati mentre se si ha l’intenzione di rimanere nel campo “esistenziale” ideale di questo Vixen, con in più una comodità d’osservazione regale, la cifra sarà ben spesa.

Se poi l’LV-W22 possa o no fare faville se accoppiato ad un APO “spianato” non lo posso dire, spero di verificarlo al più presto! 

La carta di identità:

Modello: LV-W22mm

Produttore: Vixen, Japan

Importatore per l'Italia: Auriga S.p.A. Milano

Prezzo: L. 790000 (4-2001)

Diametro innesto: 31.75mm (1 1/4")

N° elementi: 6

Estrazione pupillare: 20mm

Campo apparente: 65°

Trattamento: MultiCoated

Blackened: Si

Conchiglia protettiva: Si

Scanalatura di sicurezza: Si


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