TUTTO QUELLO CHE VOLEVATE SAPERE SUI FILTRI LPR
INTRODUZIONE:
LPR
è una sigla in inglese che riassume la frase Light
Pollution Reducer, ossia riduttori di inquinamento luminoso. Questi filtri
sono comparsi sul mercato degli accessori per astronomia da oltre 20 anni or
sono anche se all’inizio se ne sapeva ben poco e poi la situazione
dell’inquinamento luminoso non era certo grave come oggi…
COME FUNZIONANO
Si premette che l'occhio umano percepisce le lunghezze d'onda che vanno da 400 a 700nm (fig.1).
fig. 1 - Spettro visibile
Il
funzionamento di un filtro LPR è analogo a qualsiasi altro filtro ottico,
ovvero trasmette alcune lunghezze d’onda della luce a scapito di altre; stando
alla teoria un filtro LPR dovrebbe lasciar passare le lunghezze d’onda tipiche
della luce emessa da alcune meraviglie del profondo cielo e bloccare tutte le altre,
che di norma provengono da fonti di illuminazione artificiali.
Le lampade a vapori di mercurio (le più diffuse per illuminazione stradale, nonchè principali responsabili di inquinamento luminoso) emettono luce che si colloca in varie lunghezze d'onda (400÷450, 540 e 570nm); le lampade al sodio al alta pressione occupano le lunghezze d'onda pari a 560 e 625nm mentre le lampade al sodio a bassa pressione occupano solo i 590nm.
Fig. 2 - Lunghezze d'onda delle luci artificiali a scarica in gas
Anche
questi filtri però non fanno miracoli, nel senso che:
·
I filtri LPR sono
efficaci solo in presenza di illuminazioni artificiali basate su lampade a
scarica in gas (lampioni a vapori di mercurio, sodio a bassa e alta pressione,
tubi fluorescenti) ma assolutamente inermi di fronte a lampade ad incandescenza
(tungsteno, alogene ecc.).
Il motivo di questa defaillance dei filtri è dovuto al fatto che le lampade ad incandescenza emettono luce a tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile, mentre le lampade a scarica in gas vanno ad “inquinarne” solo alcune, specie le lampade al sodio a bassa pressione che emettono una luce color ocra.
·
Per lo stesso motivo
se ne sconsiglia l’uso per l’osservazione si soggetti puramente stellari
(campi stellari, ammassi aperti e globulari) in quanto i filtri finirebbero per
apportare una cospicua attenuazione alle stelle.
· I filtri LPR sono assolutamente inefficaci contro il chiarore prodotto dalla Luna.
1
– DEEP SKY GENERICO (Broad band): è conosciuto anche come “Broadband” , a
banda larga. Si utilizza per osservazioni generiche di un po’ tutti gli
oggetti del profondo cielo; l’azione del filtro è solamente mirata ad un
abbattimento dell’inquinamento luminoso
Fig.
3 - Trasmissione luce di un filtro Broadband
2
– ULTRA HI CONTRAST (Narrow band): è conosciuto anche come filtro Narrowband
(banda stretta). Si utilizza per osservazioni mirate verso oggetti nebulari ad
emissione (nebulose a riflessione formate da idrogeno ionizzato H-beta e H-alfa).
Fig. 4 - Trasmissione luce di un filtro Narrowband
3
– OIII (Ossigeno 3): si utilizza per esaltare le lunghezze d’onda tipiche
delle nebulose ad emissione (OIII e Hbeta) formate da ossigeno 3 volte
ionizzato (nebulose planetarie).
Fig. 5 - Trasmissione luce di un filtro Ossigeno III
4
– COMET: Si utilizza per aumentare il contrasto durante l’osservazione delle
comete; è un filtro poco diffuso e mi risulta sia prodotto solo dalla ditta
Lumicon.
OSSERVAZIONE
VISUALE:
Gli oggetti prescritti risultano decisamente più contrastati e definiti e il
fondo cielo diviene apprezzabilmente nero.
Non
ci sono controindicazioni all’utilizzo dei filtri LPR per osservazioni
visuali, salvo l’attenuazione della luminosità delle stelle e, in alcuni
casi, un’introduzione di una leggera dominante cromatica.
Nel
caso in cui ci sia della luce artificiale nei pressi dell’osservatore è
consigliabile coprirsi testa e oculare con un panno di stoffa nera, in modo di evitare di osservare il proprio occhio nel campo visivo.
FOTOGRAFIA:
Si ripetono gli effetti benefici riscontrati nell’osservazione visuale ma con
qualche riserva in più:
·
Aumento dei tempi di
posa anche di 1/3.
·
Utilizzo dei filtri
appositamente costruiti per tale uso (per cella o da 2”) con conseguente
aumento dei costi.
·
Perdita della fedeltà
cromatica.