Konus KX, un genio incompreso

 

IL Konus KX in una foto dell'epoca; spiccano gli accessori per la

fotografia come il motore passo-passo e il rifrattore di guida da 70mm

 

1983, nasce Konus

 

Konus è una nuova realtà italiana che nasce dalle ceneri della Vision International, un noto importatore e rimarchiatore di telescopi commerciali provenienti dal Giappone.

Oltre alla serie Standard che annovera i comuni modelli di rifrattori e Newton più diffusi in quell’epoca si decide di presentare una serie di modelli d’elite, riservati agli astrofili più esigenti.

La serie, denominata Royal, comprende strumenti costruiti in Giappone da aziende molto quotate come Kenko, Mizar e Towa; la maggior parte di essi sono riflettori Newton se si esclude un rifrattore e un atipico Cassegrain. Il KX150.

 

Il KX150 è un catadiottrico da 150mm f/10 a base Cassegrain la cui curvatura degli specchi non fu mai dichiarata, si presume poteva trattarsi di una sorta di Dall-Kirkham o comunque di un Cassegrain semplificato.

La particolarità di questo strumento era data dal gruppo di lenti posizionato poco prima del fuoco; esso era un gruppo polifunzionale che svolgeva sia una correzione di campo che una leggera compressione della focale.

Lo schema ottico è illustrato qui sotto.

 

 

I vantaggi di questa soluzione possono esser molteplici ad iniziare dalla ridotta ostruzione, paragonabile a quella di un Cassegrain f/15 pur potendo contare su un più versatile rapporto f/10 mentre la funzione di spianatore di campo rendeva il KX un inaspettato strumento fotografico.

Per contro non essendo più in riflettore puro avrebbero potuto insorgere problemi di non perfetta acromaticita, ipotesi scongiurata dai dati dichiarati dal costruttore, qui sotto.

 

 

 

Konus presentava il KX come il catadiottrico più perfezionato come ottica, con un diametro che si posizionava fra i catadiottrici di successo dell’epoca, ossia l’ottimo ma poco concreto Celestron 5 e i modelli da 8” Celestron e Meade, più potenti ma meno curati nei dettagli.

Anche dal punto di vista meccanico non vi era nulla da eccepire; la solida montatura prodotta dalla Towa era eccellente e correttamente dimensionata per sorreggere un tubo di questo tipo e la necessaria strumentazione di guida per la fotografia.

Di assoluto rilievo anche l’accessoristica ottica (oculari, deviatori, filtri e riduttore di focale) ed elettrica (motori passo passo).

 

Le ragioni di un insuccesso

 

I motivi della debacle dell’intera serie Royal non furono certamente per motivi di qualità, erano infatti strumenti eccellenti sotto ogni punto di vista (tant’è che qualche Newton della serie KL circola ancora oggi). Forse Il KX era troppo complicato otticamente o probabilmente il nuovo marchio rese scettici i potenziali acquirenti

La principale ragione del mancato successo di questo Cassegrain fu comunque il prezzo di commercializzazione assolutamente spropositato, superiore addirittura al Celestron C8 che era – al contrario del KX del quale se ne sapeva ben poco – uno strumento di sicura qualità e come se non bastasse anche di diametro considerevolmente maggiore.

Il KX fu uno strumento che anticipò troppo i tempi, fosse arrivato ora sono certo che la sua popolarità sarebbe stata di assoluto rilievo.

 


 

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