Stabilizzatore termico per Schmidt-Cassegrain


Credo ormai che tutti gli astrofili sappiano che i telescopi Schmidt-Cassegrain impiegano parecchio tempo per raggiungere la stabilità termica ottimale per il corretto funzionamento delle ottiche. Ci sono altri telescopi che sono ancora più critici sotto questo aspetto, i Maksutov; questi non di rado prevedono un sistema di ventilazione forzata che aumenta notevolmente il ricambio dell'aria interna abbattendo in maniera considerevole i tempi di stabilizzazione.

Ovviamente è impensabile sottoporre a tale modifica un telescopio commerciale non predisposto, in quanto la modifica prevederebbe il completo smontaggio e la foratura di alcune parti dello strumento.

Recentemente ho scoperto che la lastra correttrice degli SCT Meade è tutt'altro che ermetica, ci sono infatti 2 "fessure" sul piano d'appoggio della lastra disposte tra loro a 180° dove l'aria è libera di passare e allora ho pensato: "se montassi sul portaoculari un estrattore d'aria questa si ricambierebbe più velocemente accorciando il tempo di stabilizzazione".

Ho così materializzato la mia idea, spendendo meno di 20000 lire.

Questo è il materiale occorrente:

Le operazioni sono le seguenti:

  1. Smontare la ventolina dal dissipatore metallico e tagliare la presa passante di alimentazione;
  2. Tagliare la parte inferiore del barilotto portarullino (dato che andrà inserito nel portaoculari da 31.75mm consiglio un Fuji che è perfetto);
  3. Collegare il cavetto microcoax alla ventolina. Ricordarsi di provare la polarità al momento dell'alimentazione in quanto a polarità invertita il motore non funziona;
  4. Costruire una scatolina di forma pressochè cubica avente il lato pari alle dimensioni dello chassis della ventolina; tale scatolina dovrà avere una delle superfici completamente aperta per ospitare la ventolina e la superficie opposta forata.
  5. Procedere all'incollaggio della ventolina (sistemata capovolta in modo che estragga l'aria) e del barilotto.

La figura sottostante sintetizza il procedimento.

Ad estrattore assemblato, occorre pensare alla sua alimentazione; nel mio caso è stato sufficiente attestare al cavetto un jack maschio da 3.5mm in modo da collegarmi alla scatola di distribuzioni che avevo già costruito in precedenza per altri servizi. Colgo l'occasione di ricordare che è meglio non alimentare la ventolina con la sua tensione nominale, ovvero 12V, in quanto la depressione provocata sarebbe eccessiva e il motore si sovraccaricherebbe per nulla; sono sufficienti 6V per dare alla ventolina il necessario vigore. All'alimentazione può dunque provvedere un comune alimentatore di quelli dotati di selettore di tensione mentre se si è lontani da casa si può ricorrere ad un portapile con 4 alloggiamenti stilo (in totale 6V appunto).

Le prove eseguite fino ad ora hanno dato esito positivo; i tempi di acclimatamento delle ottiche si sono abbassati ,nel peggiore dei casi, di un buon 40%.

Ora passiamo alle potenziali restrizioni:

Qui sotto trovate alcune foto dell'estrattore

   

 


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