Da una lettera a LA REPUBBLICA di Giorgio Israel

docente di matematica alla Sapienza di Roma

È indubbio che oggi il vero nodo della scuola sia il crollo totale dell'autorità dell'insegnante, il quale non ha più strumenti di alcun tipo per impedire che gli studenti entrino ed escano di classe quando vogliono, fumino, usino i cellulari e facciano molte altre cose ben peggiori.

Il disastro è cominciato dal momento in cui sono stati aboliti gli esami di riparazione. Tolto questo strumento intermedio e ragionevole è rimasta la sola bocciatura, un'arma troppo totale per essere usata e, difatti, i bocciati rappresentano una percentuale ridicola. Questo significa che puoi fare quello che vuoi: non studiare mai, andare a scuola quando ti pare, occuparla, spernacchiare l'insegnante. Tanto alla fine basteranno un paio di interrogazioni decenti ad evitare la bocciatura. Di qui l'orda di ignoranti inauditi che stanno arrivando all'Università e che la sfasceranno completamente.

Di fronte al disastro inferto da D'Onofrio il ministro Luigi Berlinguer non tornò indietro, come avrebbe fatto una persona ragionevole, ma inventò il delirante marchingegno dei debiti formativi, per cui nei primi due mesi dell'anno in classe si fanno lezioni di recupero per quelli che hanno accumulato tali debiti, con perdita di tempo per chi ha studiato e finisce per dubitare della utilità del suo sforzo.


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