Concorso "What if.."/n°2

..SE GUYBRUSH NON AVESSE CONOSCIUTO BIG WHOOP?

POICHE' GUYBRUSH NON CONOBBE BIG WHOOP
di Danilo Puce(IENA)

- Figliolo! Figliolo!-
Guybrush continuava ad udire quella voce, ma non riusciva a capire da dove venisse, poiché la stanza dove si trovava era così oscura…ed oscuro era anche ciò che stava accadendo attorno a lui.
-Figliolo! Figliolo!-
Rimbombava continuava nel suo orecchio, ed egli si voltava, ora a destra, ora a manca, per capire chi lo chiamasse.
-Figliolo!Figliolo-
Di nuovo quella voce….
-PADRE!- Urlò allora il temibile pirata.
E fu proprio pronunciate quelle parole che quelle stanza buia lasciò intravedere una sagoma, che si fece sempre più distinta agli occhi del giovane. Si trattava di uno scheletro, ritto di fronte a lui.
Improvvisamente il teschio si spalancò, e da quel cadavere uscì un suono che scatenò l’orrore nel cuore del giovane Guy.
-Figliolo!- disse il mucchio d’osso.
- No…No…Tu non puoi….Tu sei…..- balbettò Threepwood.
- Io sono tuo padre!- pronunciò inesorabile lo scheletro.
-No…-disse Guybrush, non potendo credere a quello che sentiva, o non essendo abbastanza forte per farlo- NO…..NO!………NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!-
 
Il giovane urlò con quanta forza aveva in petto, e quando riaprì gli occhi, lo spavento in lui si acquietò, ma molto più tempo ci volle prima che anche il cuore placasse il suo battere violento.
Threepwood era in un comodo letto, coperto solo di un lenzuolo di seta, ed il profumo della pelle di Elaine al suo fianco lo aveva confortato subito. Era stato tutto un sogno…Un brutto sogno….Niente più….
La ragazza allungò la mano, e con dolcezza carezzò la dura barba del giovane pirata.
“Guy, caro…- disse la ragazza, la cui voce era vinta dal sonno – Cos’è? Hai avuto un altro di quegli incubi?”.
“ Oh sì…E terribile anche…..” rispose Guybrush.
“E’ da un po’ che ti vedo così, caro, dopo aver sconfitto la minaccia di LeChuck hai affrontato il periodo più bello della tua vita, lo hai detto tu stesso. Ed a distanza di pochi anni sei caduto in un periodo peggiore di quando ancora non eri un pirata”
“E’ vero, Elaine. Ed infatti la distruzione di LeChuck in un milione di pezzi mi ha portato fama, gloria, ricchezza. Ma adesso pare che tutti si siano dimenticati di me, non sono più il pirata più importante dell’isola, non ho più su di me tutte le attenzioni di un tempo. Il mio periodo di gloria pare essere finito. Alla gente non basta più quello che ho fatto…E forse nemmeno a me la mia semplice vita basta di più. Le persone intorno a me vogliono di più, ed anche io mi aspetto qualcosa in più dalla mia vita. Di risposte, di certezze, di rimettermi in gioco…Lo sai che ci sono ancora un sacco di tesori non scoperti? Se solo io…”
“Non pensarci nemmeno, Guybrush Ulysses Threepwood- gli disse la ragazza, sollevandosi e ponendogli un dito sulle labbra per zittirlo- tu non te ne parti all’avventura. La nostra storia finirebbe. Capisco come tu sia rapito dal richiamo del mare, ma ti prego di rifletterci. Se adesso ti metti in testa di cercare un tesoro, sappi solo che mi perderesti per sempre. E magari morirai provandoci…”
“ Già…E poi qui in effetti ho tutto quello che mi serve…Sono solo un po’ stanco, tutto qui…Il mare dei caraibi è la migliore cura….E poi non devo dimostrare niente a nessuno, se già posso dimostrare alla mia compagna la mia VIRILITA’ ”
“ Uhm…” disse Elaine, scherzandolo, e poi, uscita dal letto e rivestitasi, uscì dalla stanza
“ Ehi!- esclamò Threepwood, sciogliendo le mani che avevo incrociato intorno alla nuca e mettendosi a sedere- che diavolo era quel UHM?”
La risposta fu solo una grande risata di Elaine.
 
Il sole aveva già cominciato a colorare tutta Melèè Island.
Per Guybrush era sempre bello vedere quell’isola illuminata dal sole, anche se quando scendeva la notte, ciò riportava alla mente la sua grande avventura per diventare un pirata, i furti, i tesori, e gli incontri di scherma.
Ed era proprio a tirar di scherma che si stava allenando il giovane quel giorno, nel giardino della Villa del Governatore. Gli serviva anche a sfogarsi dal brutto sogno della sera prima.
Elaine, dopo aver fatto alcune commissioni in giro per l’isola, rientrò nel giardino, e dopo aver salutato il compagno, si diresse alla porta, entrando nella casa.
Guybrush la seguì, stanco di allenarsi.
Posò la spada all’entrata, e decise di aiutare la giovane Elaine nelle faccende di casa, dato ch’ella era assai impegnata in questioni politiche di ben tre isole.
Chiuse bene le tende delle finestre, perché nessuno vedesse che un temibile pirata rifaceva il letto e puliva i pavimenti.
Si diresse per prima cosa nella stanza accanto a quella da letto, aprì lentamente l’usciò, con la tranquillità che un uomo può avere nella proprio casa.
Ma quella tranquillità durò ben poco.
Guybrush scorse, all’angolo della stanza, il suo trofeo più importante: chiusa nel vetro, giaceva su di un cuscino di stoffa, la barba fantasma di LeChuck, raccolta dopo l’esplosione della sua testa nel negozio di navi usate di Stan, e raccolta dal giovane Threepwood a testimonianza e ricordo della sua eroica impresa.
Guybrush decise di spolverare il vetro che rinchiudeva il suo trofeo, ma improvvisamente accadde qualcosa che il ragazzo mai avrebbe pensato potesse accadere, o, anche se lo avesse fatto, mai aveva sperato che accadesse davvero!
La barba fantasma si mosse, agitò i suoi peli quasi invisibili che cominciarono a contorcersi e ad agitarsi come anime infernali.
Questo non era un fatto straordinario, ma la barba questa volta si muoveva in modo più vivo che mai.E nella mente di Guybrush riaffiorò allora il ricordo di LeChuck, in particolare la sua voce.
Sì…Egli sentiva forte dentro di sé la voce del suo antagonista. La voce era forte, pareva addirittura non essere solo dentro la sua testa…Pareva provenire da qui peli animati….
“ SEI MIO!” diceva la voce “ SEI MIO!”
Guybrush urlò, prima per lo spavento, poi aumentò il suo grido quasi perché potesse superare la voce che rimbombava nelle sue orecchie, e la coprisse del tutto.
Ma in realtà, ciò che lo riportò alla realtà, fu solo la mano di Elaine sulla sua spalla.
“ Ora basta!” disse la ragazza, con un tono severo, andando contro alla reazione dolce e rassicurante che Guybrush sperava la sua metà avesse con lui.
“ Basta Guybrush. C’è qualcosa che non va…Stai impazzendo! E questo episodio lo ha dimostrato. Il fatto che tu abbia salvato i caraibi dalla minaccia della nave fantasma . Ma adesso senti su di te il peso delle responsabilità, di voler dimostrare tutto a tutti. Ed inoltre forse temi un ritorno di LeChuck, seppur ciò è impossibile. Facciamo così Guy…Ricominciamo da zero…Facciamo finta che non sia successo nulla, che tu non sia stato il Guybrush che ha distrutto LeChuck, ma un semplice uomo che riesce ad essere un eroe anche nelle piccole azioni quotidiane.
Liberati di questa barba, d’accordo?  So che la VoodooLady si sta trasferendo a Scabb Island, l’ho saputo questa mattina prima di tornare qui. Dalla a lei, così sapremo che questo ectoplasma malvagio sarà in buone mani…E noi potremo ricominciare”
“ Scusami Elaine…Hai…Hai ragione…Sono molto stanco. Io sono un temibile pirata, eppure mi sto comportando come….come….come un BAMBINO” replicò.
 
 
Il mare era più calmo del solito, ed una barchetta che aveva come polena un demone era pronta a partire. La nave di VoodooLady.
“ E’ proprio come pensavo- disse la donna dopo aver ricevuto da Guybrush le spiegazioni e la barba fantasma- è proprio come temeno” terminò.
“ Qualcosa non va?” chiese Guybrush.
“ In questo periodo, giovane Threepwood….In questo periodo sto avendo un brutto presentimento….Io sono certa che tu…”
“ Io?”
 “ Non puoi…Non devi sapere….Nessun uomo deve conoscere proprio il suo destino….Lo sai Guybrush…So solo che il destino è stato scritto….Era scritto che tu mi avresti consegnato questa lettera…E che senza quella non sarei potuta andare a Scabb Island”
“ Ma perché? Che sta succedendo?”
La VoodooLady non rispose, ma prese la mano di Guybrush con delicatezza, e vi posò una busta.
“ Qui, c’è scritto il tuo destino…Ma promettimi che non lo aprirai se non nella sera in cui la pioggia invaderà l’isola”
 “ Ma credo….”
 “ PROMETTIMELO!”
“ Prometto…Non aprirò questa busta se non nel giorno…uhm….la sera in cui la pioggia invaderà l’isola….Ma VoodooLady, io non capisco cosa…”
 “ Addio…Guybrush…Mi ha fatto piacere vederti…Per l’ultima volta….”

Guybrush rimase sul molo, senza muoversi, finchè non vide la nave scomparire del tutto all’orizzonte.
 
La curiosità è uno dei mali peggiori, e ci spinge a fare cose che mai avremmo dovuto fare, spesso rischiose. Ma potete giurarci che Guybrush, seppur vinto dal più profondo desiderio di sapere il suo destino, non aprì mai quella busta, che gli incuteva un terrore profondo, ed ogni volta che anche era quasi sul punto di aprirla, un brivido gelido gli percorreva la schiena, invitandolo a desistere.


Le sere a seguire non presentarono nemmeno un filo di vento.
Ma parecchi giorni dopo, quando la Villa del Governatore era priva della presenza di Elaine, partita per un po’ per Blood Island, Guybrush decise di gozzovigliare allo Scumm Bar.
 
Restò nel locale a far baldoria fino a tarda sera, e raccontò la storia di LeChuck ai più giovani, desiderosi di avventura. Ed essi lo ascoltavano con un luccichio negli occhi.
Ed ai più anziani, desiderosi di pensieri licenziosi, raccontava i particolari della prima notte passata con Elaine. Ed essi lo ascoltavano con la bava alla bocca.
Ad un certo punto si avvicinò a Threepwood un piratuncolo da strapazzo, che aveva in volto i segni dell’ebrezza.
Egli spinse Guybrush ad una sfida, lo spintonò e lo strattonò per incitarlo a gareggiare con lui.
Guybrush non era proprio dell’umore in quei giorni, e nel vedere l’insistenza dello straniero, si alzò, e pronunciando: “ Accetto la sfida” afferrò il corsaro per le orecchie, poi spinse la sua testa contro la sua.
Fu un colpo tremendo, la fronte di Guybrush vibrò una botta contro il setto nasale dell’avversario.
Il pirata barcollò, sanguinante e: “ Intendevo….una sfida…a….carte…” disse, prima di cadere al suolo privo di sensi.
“Accidenti!” esclamò Guybrush, toccandosi il bozzo sulla testa.
Tutti lo guardarono con stupore per la sua reazione, ed il ragazzo si scusò con tutti.
Decise, senza pensarci troppo di congedarsi, e di andare a casa a riposare. Quello che stava accadendo in quei giorni lo stava distruggendo. Ora sarebbe andato a casa, ed avrebbe aspettato Elaine dormendo. E la sua dolce metà lo avrebbe svegliato con un bacio sulla fronte, ed accanto a lei sarebbe stato al sicuro tutta la notte.
Questo era quello che credeva Threepwood, questo quello a cui pensava, richiudendo dietro di sé la porta del Bar Scumm.
Cominciò a piovere.
Quando Threepwood uscì dalla taverna cominciò a scendere qualche goccia dal cielo, goccia dopo goccia, che in poco tempo andarono a formare un violento acquazzone.
Guybrush si strinse nella giacca e corse verso casa.
Attraversò in fretta il molo, e l’arco, il viale, passò davanti alla casa della VoodooLady, attraversò l’orologio, fermo da una vita, continuò a correre passando davanti al mercante, al vicolo, alla chiesa, alla prigione, fino ad arrivare finalmente alla strada per la Villa.
E guardò con attenzione tutto l’ambiente intorno a te, tutti quegli edifici così familiari, ed ebbe come la sensazione di DOVERLI guardare con tanto attenzione, come se quella sarebbe stata l’ultima volta che poteva vedere quei luoghi.
Entrò in casa e si scrollò più acqua che poteva, poi, come un gesto abitudinario, infilò le mani nelle tasche. Le sue mani toccarono un oggetto, che al tatto parve carta bagnata.
Si trattava della busta della Voodoo Lady. E quello era un giorno di pioggia, pareva che tutta l’acqua del pianeta si fosse riversata su Melèè quella sera.
Guybrush esitò ad apirla, per lo stesso motivo per cui non aveva ceduto alla curiosità in quei giorni: paura!
Salì in camera, si spogliò, e fece il letto. Si sedette allora sul materasso e, sospirando, si decise ad aprire l’ involucro.
Dentro vi era una lettera mezza cancellata dall’acqua, essendosi la busta bagnata durante l’acquazzone. Il foglio, non del tutto leggibile, diceva.
 
Caro Guybrush,
ho un brutto presentimento nei tuoi confronti.
Lo so…ho una certezza…so che tu mi consegnerai la barba
fantasma.
Guybrush,                     partire per Scabb Island                 la mia certezza
su Scabb Island la barba                   verrà rubata da Larg           
Devi prestare attenzione, Guyb                         perché il destino è
inevitabile.
                                Tornerà! Lo capisci? Tornerà per te!!!
                                                           FRATELLI!!!
                   Stammi bene.
 
 
Guybrush lesse e rilesse quella lettera, cercando di capire cosa potesse significare, cercando di leggere le parti bagnate.
Poi ci rinunciò, chiuse la lettera in un cassetto.
Si infilò sotto le lenzuola, e poggiò la testa sul cuscino. Contò il tempo che passava, aspettando impazientemente e con speranza il momento in cui la porta si sarebbe aperta, in cui Elaine sarebbe tornata, e avrebbe percorso le scale, venendo a sdraiarsi accanto a lui, a tenergli compagnia. Avevo bisogno di lei, ed adesso pensava a quanto fosse stato stupido nei momenti in cui aveva pensato di abbandonare la ragazza, per andare all’avventura, per cercare un tesoro magari, per dimostrare a tutti quanto fosse esperto e temibile come pirata.
Aspettò….Aspettò…Aspettò….Ma nulla….Aspettò…Ma vi era il silenzio.
 
Finchè non lo udì, chiaramente, la porta che si apriva lentamente, cigolando, e si richiudeva.
Guybrush sorrise. Elaine era arrivata. Pensò.
Dei passi percorsero le scale lentamente, facendole scricchiolare.
“ Elaine! Elaine, tesoro, sei tu?” urlò Guyubrush. Silenzio.
La porta si aprì, ed il pensiero di Guybrush che la sagoma all’uscio fosse Elaine durò pochissimi secondi.
Giusto finchè egli non vide davanti a sé un cadavere marcente, vestito con una giacca rossa, ed un cappello da pirata sulla testa.
Uno zombie, la cui barba si agitava forsennatamente, ed i cui occhi rispecchiavano una rabbia antica e mai sepolta: LECHUCK!
“ LECHUCK!” urlò Guybrush. Ed avrebbe voluto dire “Tu non puoi essere qui!” “ Tu eri morto!”, o convincersi che era solo un sogno.
Ma i suoi riflessi non lo spinsero a parlare, gli impedirono di stare troppo tempo a riflettere su ciò che stesse accadendo.
Sì perchè i suoi riflessi, fortunamente, lo spinsero a gettarsi fuori dal letto in tempo, prima che le mani sollevate di LeChuck potessero avvolgersi intorno al suo collo.
Guybrush indossava solo dei pantaloni, ed era a petto nudo.
Corse, corse come mai aveva fatto in vita sua.
Raggiunse la cucina, e richiuse la porta alle sue spalle, appoggiandovisi.
Non ebbe tempo di riprendere fiato, che la porta ricevette una spinta. Il giovane pirata contrastò la spinta che veniva dall’esterno, ma quella figura cadaverica pareva possedere la forza possente di quando egli era un fantasma…
Guybrush venne spinto via da LeChuck, il quale entrò nella cucina con un viso freddo ed implacabile.
Threepwood si guardò intorno, sudando freddo dalla fronte, quando gli apparve di fronte una bottiglia di birra di radice.
La afferrò e senza pensarci troppo la versò interamente contro l’avversario.
Nel gelido ed assente volto del morto, parve dipingersi un sorriso malefico.
Uno sguardo di sgomento si dipinse invece in faccia a Guybrush, vedendo che la birra di radice non aveva alcun effetto.
Lo zombie estrasse una spada, e lasciò andare una potente sferzata, che riuscì però a dividere solo la sedia di fronte a lui, poiché Guybrush, notando l’estrazione dell’arma.
Guybrush uscì di nuovo dalla stanza.
Calma…Ci voleva calma…La situazione non andava affrontata con tanta paura, ma con lo stesso coraggio di un tempo.
Solo che LeChuck lo aveva colto di sorpresa, mai mai ed ancora mai avrebbe nemmeno sognato una cosa del genere! O forse non era questo. Dopo aver sconfitto il fantasma egli non aveva mai più viaggiato, non era mai andato alla ricerca di tesori o di nuove avventure, ed aveva vissuto solamente la sua storia con Elaine. Ciò lo aveva reso debole. Ma era tempo di recuperare le forze perdute.
In breve, aveva raggiunto l’ingresso principale della casa, ed aveva tolto da un armadio una pistola carica, che ora impugnava con decisione.
Il giovane non si accorse però che intanto la figura cadaverica si era portata alle sue spalle. LeChuck pareva quasi non respirare, ed i suoi passi non si erano fatti udire, o forse Guy non ci aveva fatto caso.
Ma alla fine il ragazzo si accorse della presenza di LeChuck alle sue spalle, proprio avvertendo sul collo un venticello gelido: il respiro dello zombie.
Quando Guybrush si voltò, pronto a sparare, era troppo tardi.
La spada di LeChuck si era infilata quasi del tutto nel costato del giovane Threepwood, con una violenza ed una fredda precisione inimmaginabili.
Il rumore forte che Guybrush avvertiva nelle sue orecchie, erano i battiti del suo cuore, che ora andavano più lentamente, ma con una veemenza inconcepibile.
Ma…No…A quei colpi che sentiva, se ne accompagnò ben presto uno più forte, più potente.
Non era il battito del cuore, ma una detonazione.
Poiché infatti, nello stesso momento in cui era stato colpito, Guybrush aveva lasciato partire il suo dito sul grilletto, ed il colpo della pistola aveva lacerato completamente le budella dello zombie, il cui viso non nascondeva una smorfia di acuto dolore.
Stettero così, morenti, appoggiati l’un l’altro per un tempo interminabile, poi caddero al suolo e spirarono insieme, come fratelli.
 
 
 
 
 
 
 
 
“ E’ già già…Proprio un brutto evento” disse lo sceriffo ad il vecchio pirata.
“ Un brutto evento CHE COSA?” chiese Elaine, che era arrivata solo in quel momento a Melèè, ed adesso stava alle spalle dello sceriffo.
Il vecchio tornò nella sua casa, forse impaurito dalla reazione che Elaine avrebbe potuto avere alla notizia.
“ Uh no….vede signora- balbettò lo sceriffo- lei deve essere forte….deve essere forte…..la gente qui la ama….non deve temere….non deve temere….”
“ DIMMI SUBITO COSA E’ SUCCESSO?!” tuonò la ragazza
“Ecco…Un pazzo furioso…E’ arrivato ieri a Melèè….Alcuni lo hanno visto entrare nella vostra Villa ieri sera, sul tardi. Ma non lo hanno potuto riconoscere data la pioggia…Ebbene….il signor Threepwood è SPARITO!”
“ SPARITO! Che non lo abbia rapito quel pazzo di cui parlate? Oh Guybrush! Forse dei miei avversari politici lo hanno rapito…per arrivare a me…Oh Guy!”
“ Forse non è stato rapito…Forse ha fatto una fine peggiore…Poiché quel pazzo è sicuramente UN ASSASSINO SENZA SCRUPOLI!”
“ E da che lo pensate?”
 “ Nella Villa, questa mattina, non c’erano né l’assassino né Guybrush. Però abbiamo trovato DEI CADAVERI! UCCISI IN MODO ORRENDO!”
 “ Dei cadaveri?”
 “Sicuro..Uno di loro aveva la pancia aperta da un colpo di pistola. L’altro aveva perso molto sangue dal petto!”
 “ Vuoi dire che DELLE PERSONE SONO STATE UCCISE DA UN PAZZO IN CASA MIA! Ma chi erano? Chi sono le vittime?”
 “ Beh…E’ questo che più mi fa pensare che quel tipo fosse un pazzo, che se la prende con gli indifesi…Perché…Perché i cadaveri che abbiamo trovato appartengono a……A DUE BAMBINI!”