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Articoli/n°18
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THE GUYBRUSH THREEPWOOD GREATEST ADVENTURE
di Danilo Puce(Iena)
Non stupitevi del titolo di questo articolo,
non è il nome di un nuovo fangame su Monkey Island, anche se ci somiglia.
Solo cerco sempre di essere originale anche con i titoli, e
quindi mi sono preso la libertà di citare il titolo di un videogame del
buon vecchio Indy, per introdurre questo mio nuovo lavoro.
Sì perché in questo nuovo articolo tratterò il rapporto che
c’è fra GUYBRUSH THREEPWOOD e l’AVVENTURA!
E’ un tema che pare scontato ma dopo averci riflettuto (mentre giocavo
una partita di pallanuoto -_-) ho scoperto che ci sono molte cose di cui
parlare.
Innanzitutto è chiaro analizzando il punto di vista GUYBRUSH
E L’AVVENTURA, si trovano molte somiglianze fra Monkey 1 e Monkey 2, Gilbertiani,
fra loro, così come sono fra loro simili il terzo ed il quarto
capitolo.
Andiamo ora a spiegare meglio questo argomento.
Nei primi due MI si segue un unico filo logico, comune ad
entrambi i giochi, per rapportare Guy all’avventura, a ciò che egli deve
fare, alla “missione” che deve portare a compito.
Ovvero nei MI Gilbertiani si comincia con un Guybrush pronto
a partire per un’avventura, pronto a realizzare un sogno.
Non ci viene spiegato come diavolo gli sia passato per la
testa di intraprendere un nuovo viaggio, sappiamo solo che sin
dall’inizio dobbiamo riuscire in ciò che l’eroe nel prologo ci ha detto
di voler fare.
Ad un certo punto però accade qualcosa: Guybrush trova un
imprevisto, un ostacolo, un pericolo.
Ma non si tratta di un semplice OSTACOLO NEL SUO CAMMINO, si
tratta di qualcosa di più grande!
Egli, immerso nella sua avventura, si trova così, senza
averlo deciso, a doverne intraprendere un’altra, e questa volta è in
gioco la sua stessa vita o quella di una persona che gli sta a cuore!
Quindi, seppure noi abbiamo sempre definito Guy un antieroe per la poca
spavalderia o forza, in realtà dobbiamo ammirarlo per come in ogni gioco,
anzi nei primi due, egli si trovi a dover affrontare BEN DUE PERICOLOSE
AVVENTURE.
Dopo aver spiegato lo “scheletro” del filo logico comune ai
primi due capitoli, andiamo appunto ad analizzare tali capitoli sotto
questo punto di vista.
In Monkey Island 1 all’inizio Guybrush comunica già di voler
diventare un pirata. Non ci dice perché. Noi dobbiamo aiutarlo in questo.
La trama del gioco sembra risolversi così, ma in realtà non è tutto tanto
semplice.
Nel bel mezzo delle prove da superare per diventare un
corsaro Guy incontra il pericolo LeChuck ed Elaine viene rapita.
Così egli deve prima di tutto superare le prove e diventare
un pirata, prima avventura, e subito dopo i guai non sono finiti per lui,
poiché deve affrontare un altro ostacolo!
Ma il suo eroismo è dato dal fatto che E’ lui a voler affrontare LeChuck.
Ora che è diventato un pirata potrebbe godersi la sua nuova vita come gli
altri malandrini dello Scumm.
Ma lui no, lui VUOLE andare a sconfiggere LeChuck. E’ lui
stesso a passare da un’avventura ad un’altra. Quindi il caro Threepwood
ha molto più fegato di quanto noi possiamo considerare.
Monkey Island 2. Guybrush
vuole trovare Big Whoop. Non ci spiega come mai, sappiamo solo di dover
trovare un tesoro. Anche stavolta la trama sembra risolversi così, una
volta trovato il tesoro finirà il gioco, pensiamo noi. Invece no poiché
quando meno ce lo aspettiamo spunta LeChuck.
E Guybrush è ora costretto a completare la ricerca di Big
Whoop e nel frattempo sfidare il suo arcinemico!
Ed anche questa volta è sempre lui ad andare da LeChuck. Questo è un
fatto importante per l’analisi dei successivi due capitoli. Non è
L’AVVENTURA ad andare da Guybrush, è GUYBRUSH ad andare all’avventura!
Anche se il nuovo ostacolo non era stato previsto, è GUY ad infilarsi
nella casa di articoli voodoo diretto alla fortezza per salvare Wally!
Guybrush è un eroe, ingenuo o un po’ impaurito, alla fine è
sempre un EROE, e non è di certo inferiore ad Indiana Jones (giusto per
citare uno dei “figli” di “Mamma Lucas”):
Il suo carattere cambia del tutto nei successivi due MONKEY,
forse per questo, incosciamente, ci piacciono molto meno.
Nel terzo capitolo Guybrush dimentica del tutto Big Whoop,
non c’è nessuna avventura che lui deve intraprendere.
E il pericolo che egli deve affrontare, l’avventura, è data
dal fatto che Elaine si è trasformata in oro.
Ed ecco il punto chiave. Non è stato Guybrush a voler
partire per l’avventura, è stata l’avventura a doverlo cercare,
un’avventura che lui vive a malincuore, poiché forse avrebbe decisamente
preferito convolare a nozze.
Perde cioè il suo spirito avventuriero, e non pensa nemmeno
a LeChuck, non sapevo nemmeno che fosse tornato vivo, è vero, ma c’è da
dire che MI3 è il primo Monkey Island dove è LeChuck a CATTURARE
Guybrush, non Guy ad andare dal malvagio non-morto.
Ma se in MI3 un po’ di avventura la possiamo respirare lo
stesso, e “Io sono un vagabondo, un avventuriero senza fissa dimora” dice
Guy nel monologo iniziale, o comunque un po’ di coraggio in quello
spilungone stile cartoon lo troviamo, la situazione peggiora
ulteriormente in MI4!!!
Nel quarto (ed ultimo?) capitolo della saga, Guybrush i guai
non se li va proprio a cercare!
Lui avrebbe decisamente preferito starsene al caldo a
casetta indossando le pantofole, e purtroppo è stato costretto a partire
per l’avventura.
Ed il bello è che non sa nemmeno cosa fare! Non sa come
muoversi! Ha bisogno di consigli da tutti o non è in grado di agire! Ha
perso il controllo della situazione, non è più coraggioso né abile né
scaltro…E’ UN PANTOFOLAIO!
Per non dire poi di quanti di noi saranno stati delusi nel
prologo, vedendo il nostro pirata preferito, il nostro ingenuo ma forte
eroe, LEGATO AD UN PALO da un branco di pirati da strapazzo, mentre
quella che combatte E’ ELAINE!
In conclusione, è giusto riportare questo mio pensiero, cioè
che Guybrush non si sarebbe mai fatto incatenare così senza prima aver
fatto resistenza ed aver combattuto….o meglio, il VERO Guybrush non
l’avrebbe mai permesso!
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