Fontanafredda, 3 febbraio 2000


A volte rileggo le mie carte, le mie riflessioni, le mie autoanalisi in modo tale da avere una visione da lontano di quello che mi stava succedendo e di quello che pensavo.
Mi sono accorto di aver molte volte avuto torto sulle mie analisi, molte volte testardamente mi sono fermato su delle mie convinzioni e pur sapendo, in un angolo della mia mente, che avevo torto, che i fatti stessi mi smentivano, proseguivo, imperterrito sulla strada che mi ero spianato.
Mi era molto più comodo proseguire sul sentiero che mi ero pianificato piuttosto che capire che quel sentiero semplicemente non esisteva più.
Ho perso molto tempo camminando con i paraocchi.
Ho perso molto della mia vita solo perchè non volevo impormi, ne su me stesso, ne su qualcun'altro.
Ero diventato succube, dipendente da uno stato, da un modo di vivere che oramai tutto era diventato una piacevole routine, programmata fino al minimo dettaglio, una piacevole semplificazione senza problemi della vita.
Ne ho sofferto, la mia mia anima ne ha sofferto, ma me ne sono accorto solo quando la routine si è spezzata, quando oramai ero ridotto ad un vegetale.
Mi ci è voluto molto tempo per non soffrire di astinenza, e solo da poco o capito di essere al mondo anch'io.
Purtroppo ora ho dovuto ricominciare da capo, perchè in tutto il tempo che io ho vissuto in una bolla di vetro il mondo si è mosso, è cambiato e ho perso molto di quello che avevo due anni fa, ora è e tutto molto più duro...


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