Martedì poco dopo l'alba
Casera col D'aniei con M.te Pramaggiore sullo sfondo Solo ora riesco a scrivere, sembra che tutto si sia calmato.
Ieri sera mi ero preparato un comodo giaciglio per la notte e poco dopo siamo andati tutti a dormire convinti di poter riposare le nostre membra affaticate ma, nel cuore della notte si sono scatenate le forze del male.
La vallata si è riempita di suoni di battaglia, tamburi rullanti, urla di demoni che cercavano rispetto, ma il suono più inquetante era quello della falce che inesorabile tagliava l'erba.
Il maligno si impadronì dei giovani, ognuno di essi parlava una lingua differente, come se la torre di Babele avese ripreso forma nella casera, e tutti urlavano per cercare di sovrastare la voce altrui, Marzia, Michela e Mara solo in due casi vi fu silenzio, quando Mara, forse guidata da uno spirito superiore domandò con voce demoniaca:"Chi ha magiato la bistecca?", e quando Manuela, posseduta dal più grande degli spiriti maligni si mise a declamare il Necronomicon usando il Linguaggio Nero.
Michela La notte è continuata con un continuo andirivieni, passi, voci, ma la cosa più terribile, era quel continuo rumore di falce tanto che credevo di diventare pazzo, finchè, poco fa, all'alba, il canto degli uccelli ha spazzato via questi terribili rumori, e gli animi si sono aquietati.

Martedì dopo pranzo
Rif. Pussa Abbiamo appena pranzato in un rifugio poco lontano dalla casera, anche se a guardarci, sembriamo all'altro capo del mondo per quanto siamo tranquilli.

Con la venuta dei primi raggi del sole, tutte le paure e i timori si sono dissolti, anche se, nei pressi della casera, un'ombra oscura pesava sui nostri cuori.

i Dormienti Alcuni di noi hanno provato ad addentrarsi nei boschi, ma poco dopo uno strano senso di soffocamento ci ha costretto a tornare indietro, era come se l'aria fosse troppo fine o scarsa per poterla respirare.
Solo alla piena luce del sole le nostre anime riuscivano ad essere tranquille, anche di fronte alla casera, tanto che qualcuno si è riposato dalla stanchezza notturna.
Prima di chiuderla, mentre c'è ne andavamo ho dato un'ultimo sguardo alla casera, il suo interno è scuro, anche se il sole è forte e si trova di fronte ad essa, anzi sembra che la casera stessa sia una fonte di oscurità.
Mi viene da tremare solo al pensiero.
Silvia e Valeria
Dove abbiamo pranzato ho chiesto spiegazioni per gli orribili suoni della notte passata e il gestore del rifugio mi ha detto che giu a valle si racconta che in quella casera, il secolo scorso, vivesse un malgaro, buono, gentile e sempre bramoso di compagnia, che durante il giorno offriva sempre del formaggio o del buon vino a chiunqe passasse di lì.
Il problema era che di notte il suo lato oscuro si risvegliava e presa la falce si aggirava per la valle e tagliava l'erba dei pascoli, che poi trasportava con la sua cigolante cariola.
Si narra che un giorno passò di lì un'alpinista e alletato dall'offerta di una bicchierata in compagnia si fermò lì la notte.
Gentaglia Il malgaro e l'alpinista bevvero tutta la notte, ma mentre quest'ultimo era ben avvezzo all'arte, il povero malgaro, che viveva sempre solo si ubricò e si addormentò sul tavolo.
Al mattino, si svegliò tardi, poco prima che il sole sorgesse, uscì dalla porta della casera e alla vista dell'erba che non era stata falciata impazzì, lanciò un feroce urlo e cadde a terra morto di crepacuore.
Prima di morire lanciò un'anatema contro l'alpinista, e giurò vendetta.

Da allora, ogni notte, si ode nella valle il suono della falce della carriola, mossi dallo spirito errante del malgaro.

Ora iniziamo la strada per tornare a casa, alcuni di noi inizieranno a piedi perchè non stiamo tutti sul mezzo a motore.

Martedì sera prima di cena
Gli Abbandonati Nemmeno il ritorno a casa è stato facile. Il mezzo a motore ha forato una gomma mentre portava i primi, e solo grazie all'aiuto di un uomo del paese sono riusciti a cambiarla.
La disperazione degli Abbandonati Poi dopo che Don Luigi aveva svolto la sua normale amministrazione si è ricordato che sei persone stavano tornando a piedi e finalmente è venuto a prenderci dopo circa due ore di estenuante cammino mentre i primi segni di pazzia stavano colpendo i miei compagni di cammino.
Appena sono arrivato a casa subito mi hanno descritto l'uomo che li aveva aiutati:
"Strano, con lo sguardo bieco e perso, biascicava tra se e se parole strane, aveva una voce bassa e roca, ma il cane, il suo cane non era normale, era quasi una creatura demoniaca, che si contorceva in un modo strano, indicibile, come se stasse partecipando a qualche rito orgiastico pagano."
E' meglio che mi dimentico queste cose, ormai la casera è lontana, stanotte, senza il maligno che ci assale penso che dormirò come non ho mai dormito prima.

Capitolo 3--->


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