DIFFICOLTA' CON LE CONIAZIONI DELLA RUPIA

 

Nonostante le nuove monete fossero state accettate, sorsero diversi problemi negli anni che seguirono. Sebbene le unità di misura delle monete fossero la "Rupia" e il "Besa" , il bilancio per la colonia continuò ad essere formulato in Lire. questo creò diversi problemi, come ad esempio la "Lira" fu usata nella contabilità delle banche ed anche per pagamento dei salari del personale europeo. A causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, la coniazione delle monete fu sospesa nel 1915, e non riprese fino al 1919. Questo creò una grande scarsità di contanti nella colonia, in quanto le monete in circolazione non erano sufficienti a soddisfare le richieste per le nuove operazioni commerciali che si vennero a creare dopo la fine della Guerra Mondiale. Non vi era la possibilità di operazioni attraverso agenzie di Credito, non essendoci questo tipo di agenzie nella Colonia, questo aumentò ulteriormente la richiesta di contante. Ad aumentare la richiesta di contante si aggiunse anche la grande richiesta di gioielli e ornamenti che causo la fusione di un gran numero di monete in Argento per ricavarne la materia prima.

        Un'altra difficoltà fu causata dal fatto che la rupia fu collegata, con un cambio fisso, sia alla "Lira" Italiana e alla "Sterlina" Inglese. Lo scopo era di ridurre speculazioni per la nuova coniatura (15 Rupie per una Sterlina). Il prezzo dell'argento aumentò bruscamente a causa della guerra e, nel 1919, il valore della rupia era tre volte più grande del suo valore fisso. Di conseguenza, le monete venivano fuse ed esportate, mentre nella colonia la scarsità di contanti si faceva sempre più seria.

        Nel 1919, le autorità decisero di abolire il vecchio cambio tra la Rupia e la Lira, sebbene il cambio tra la Rupia e la Sterlina Inglese continuasse. Si stabilì che il cambio tra Rupia-Lira sarebbe stato usato dal Governo solo in particolari condizioni, mentre rimaneva prevalente il rapporto di cambio tra la Rupia e la Sterlina. Il risultato, negli anni che seguirono, fu di incoraggiare speculazione nei confronti della Rupia. Un'altra difficoltà per la colonia era che la Rupia stava diventando una valuta forte mentre la Lira perdeva sempre più il suo valore, questo mentre il prezzo dei beni della colonia stavano aumentando rapidamente, causando un danneggiamento nelle esportazioni. Il Governo della colonia Somala fu anche danneggiato dal sussidio che riceveva dall'Italia, in Lire, e quindi con un valore che diminuiva continuamente, mentre le obbligazioni finanziarie, della colonia, stavano crescendo.


        Per alleviare la scarsità di contanti nella colonia, il Governo autorizzò l'emissione di banconote nel 1920. Furono previste cinque denominazioni, 1, 5, 10, 20 e 50 Rupie ma furono stampati per la circolazione i primi tre valori. Le banconote erano molto semplici, stampate dalla "Banca d'Italia" per la Somalia Italiana. Il dritto delle banconote è scritto in italiano mentre il rovescio è scritto in arabo. La data è sul rovescio nella parte bassa della banconota: "REGIO DECRETO 13 MAGGIO 1920 - N.600." Come avvenne in Etiopia, le banconote incontrarono molta resistenza e non furono accettate dalla maggior parte della popolazione. Oggi, le banconote sono molto rare, particolarmente in stato di conservazione alto.

        Alla produzione dei Buoni di cassa provvidero i DD.MM 2 giugno 1920 (caratteristiche del taglio da 5 rupie carta, seguito dal D.M. del 7 giugno di autorizzazione all'emissione di n. 200.000 buoni) nonché del 18 agosto 1920 (caratteristiche del taglio da 1 rupia, seguito dal D.M. 8 settembre 1920 per l'emissione di n. 800.000 esemplari). Per la distribuzione dei buoni cartacei il R.D. n. 1660 del 5 ottobre 1920 istituì il servizio di tesoreria nella Somalia, che fu affidato alla locale sezione della Banca d'Italia (Convenzione 2 agosto 1920).

        Un D.M. del 2 giugno 1921 autorizzò l'emissione di 800.000 esemplari da 1 rupia, nonché 200.000 da 5 rupie. Per quanto riguarda il taglio da 10 rupie, un D.M. del 13 agosto dello stesso anno fissò le caratteristiche, mentre un nuovo D.M. del 19 agosto autorizzò la stampa di 100.000 esemplari.