CONIAZIONI DELLA SOMALIA ITALIANA |
Il Governo Italiano volle offrire una valuta in Somalia che rispecchiasse il nuovo ruolo assunto dall'Italia come potere coloniale. Per prima decise di introdurre una serie di monete già in uso nell'Italia metropolitana. Furono introdotte 3 denominazioni, 1 e 2 centesimi in rame, coniati dal 1861 in poi ed il 25 centesimi in Nickel, coniato nel 1902 e nel 1903. I centesimi di rame avevano un cambio di 150 a 1 sul tallero di Maria Theresa (per un tallero erano necessari 150 centesimi), lo stesso cambio che vi era per il besa, mentre per il 25 centesimi in Nickel il cambio è stato fissato a 6 pezzi sul tallero Maria Theresa. Le monete di rame (1 e 2 centesimi) furono accettate immediatamente ed una spedizione iniziale di 250.000 pezzi doveva essere completata successivamente con una nuova fornitura di 600.000 pezzi. Mentre i vecchi besas continuarono a circolare insieme ai centesimi in rame nelle zone interne, furono sostituiti invece dalle monete nuove lungo le coste . Il 25 centesimi in Nickel al contrario fu rifiutato totalmente. Questo era dovuto al fatto che ci si aspettava che una moneta con quel valore fosse fatta di un metallo più prezioso che il Nickel. Dei 200.000 pezzi spediti in Somalia, approssimativamente solo 100.000 entrarono in circolazione, il Governo fu costretto a ritirarne dalla circolazione un grosso quantitativo. Il rifiuto dei 25 centesimi in Nickel costrinse il Governo Italiano a decidere su una nuova valuta più accettabile alla popolazione.
Una commissione Statale costituita nel 1907 studiò diverse proposte per una nuova coniatura. La prima fu la coniazione di un besa in bronzo che andava a sostituire i vecchi centesimi in rame. Un milione di nuovi besa dovevano essere spediti immediatamente in Somalia, ed un ulteriore milione sarebbero stati spediti in caso di ulteriore bisogno. Vista la sua importanza ancora in molte regioni della Somalia, fu permesso al tallero di Maria Theresa di poter continuare a circolare nella colonia. Venne stabilito un rapporto di 150 nuovi besa per un tallero di Maria Theresa e di 100 nuovi besa per una Rupia. Importante fu la decisione di coniare una Rupia che assomigliasse a quelle usate dagli inglesi (in India e le Rupie usate nel Mombasa) ed a quelle usate dai Tedeschi nelle loro colonie dell'Est Africa. Venne così decisa la coniazione della Rupia che sarebbe andata a sostituire il tallero di Maria Theresa. Per facilitare l'introduzione della nuova moneta e facilitare il cambio, venne creata una tesoreria a Mogadiscio. Furono coniate 6 monete differenti : 1,2 e 4 Bese in bronzo, un quarto, mezza ed una Rupia in argento. Vennero coniate per prima i Besa in bronzo nel 1909 (R. Decreto n. 95 del 28 Gennaio 1909). Nel dritto delle monete vi era raffigurato il busto a capo scoperto del Re in uniforme militare rivolto a sinistra, alla base della spalla a sinistra il nome dell'autore e incisore (Luigi Giorgi), "L. GIORGI". Attorno "VITTORIO . EMANVELE . III . RE . D'ITALIA". Sul rovescio, all'interno di un cerchio la denominazione della moneta in arabo e in italiano, la data e il segno della zecca "R" (Roma) in numeri Occidentali nella parte basse, Arabi nella parte alta. La scritta "SOMALIA ITALIANA" sotto in italiano e sopra in arabo. Le monete in argento, la prima fu coniata nel 1910 (R. Decreto n. 847 dell'8 Dicembre 1910), ritrae soltanto la testa del Re (dal collo), col nome dello stesso disegnatore e incisore sotto, e la stessa iscrizione vista per le monete in bronzo. Sul rovescio è mostrata la corona del Regno e sotto la denominazione della moneta in italiano e più sotto in arabo. Nella parte più bassa la data e il segno della zecca "R". Sopra vi è l'iscrizione "SOMALIA ITALIANA", con due rami di rose ai due lati della moneta. La rupia venne coniata in argento .917, del peso 11.66 grammi. Il sistema monetario era ragguagliato alla sterlina (Gold Exchange Standard) e la rupia corrispondeva ad 1/15 di sterlina e a lire 1,68 (il cambio della sterlina era di lire 25,20). Sicchè il primo contingente di monete, coniate nella R. Zecca di Roma su incisioni di Luigi Gori, con il R.D. 95 del 25 Gennaio 1909, risultò così diviso: 2 milioni di esemplari da 1 besa, 500.000 da 2 bese e 250.000 da 4 bese, previo ritiro delle nostre monete da Cent. 25, 2 ed 1, in ragione di una besa per un centesimo di lira, rapporto che era inferiore a quello del sistema valutario vigente (che cambiava una besa per un centesimo e 68 millesimi di lira); era, comunque, previsto il cambio con la monetazione locale nel rapporto una besa somala contro 2 bese del Muscat. Il sistema valutario era dunque basato sulla rupia italiana, divisibile in 100 bese ed equiparata alla lira italiana in ragione di 60 bese, ma anche al tallero di Maria Teresa per 150 bese, nonchè ad 1/15 della sterlina inglese.
Uno dei primi effetti dell'introduzione della nuova moneta fu la scomparsa del tallero di Maria Theresa come moneta di scambio lungo i porti. I Decreti Il R.D. 308 del 15 Maggio 1910 autorizzò la coniazione di un nuovo contingente di monete in bronzo per un numero do 500.000 pezzi da 1 besa, 250.000 da 2 bese e da 4 bese. Con decreto governatorile del 1 Luglio n° 524, fu disposta la proroga della circolazione delle monete italiane da 25 Cent. Ad integrare la serie per la colonia intervenne il R.D. 847 dell'8 Dicembre che istituì la nuova moneta d'argento, autorizzando la coniazione di 300.000 pezzi da 1 rupia, 400.000 da 1/2 rupia e 400.000 da 1/4 di rupia. Il decreto prevedeva anche la circolazione del tallero di Maria Teresa, circolazione facilitata da R.D. 713 dell'11 settembre 1910 che abolì il compenso dei diritti doganali sui talleri. Il R. Decreto n° 352 del 4 Aprile 1912 autorizzò la coniazione di 300.000 monete d'argento da 1 rupia. Sempre con datazione 1912 è stato coniato un nuovo contingente di 300.000 pezzi da 1 rupia e di 100.000 da 1/2 rupia (R. D. n° 182 del 13 febbraio 1913), emesso nel 1913. Nel 1913, oltre al R.D. 352 visto prima, con il R.D. 1102 del 15 agosto si autorizzò la coniazione di 300.000 esemplari da 1 rupia, 100.000 da 1/2 rupia e da 1/4 di rupia (tutte in argento), a cui si aggiunsero le coniazioni in bronzo per 50.000 esemplari da 4 bese, 300.000 da 2 bese e 200.000 da 1 besa. Nel 1914 il R.D. n. 810 del 14 giugno dispose la coniazione di 300.000 monete d'argento da 1 rupia, con oneri a carico del bilancio coloniale. Nel 1915 per il circolante monetario metallico la R. Zecca produsse, a titolo sperimentale, una serie di monete con la scritta "1o ANNO DI GUERRA", scritta che doveva modificarsi negli anni a seguire se la guerra si fosse prolungata. Con questa scritta furono coniate poche monete per il Regno d'Italia, oltre al tallero per la Colonia di Eritrea del 1918 e la rupia e mezza rupia d'argento per la Colonia della Somalia, proprio nel 1915. Il R.D. 1146 dell'11 luglio autorizzò l'emissione di 250.000 moneta da 1 rupia e di 50.000 da 1/2 rupia d'argento, con oneri a carico del bilancio del Ministero delle Colonie. Il D. Lgt n. 608 del 13 aprile 1919, per conciliare la difficile eliminazione dei talleri di Maria Teresa con la penuria del circolante monetario in argento, autorizzò la produzione di n. 400.000 monete d'argento da 1 rupia e n. 200.000 da 1/2 rupia, con spese a carico del bilancio della Colonia. Il R.D. n. 600 del 13 maggio 1920 autorizzò la Banca d'Italia ad emettere per la filiale di Mogadiscio Buoni di cassa cartacei da rupie 1, 5, 10, 20 e 50, per un ammontare di non oltre 2 milioni di rupie, coperti dalle rupie d'argento immobilizzate nella stessa filiale della banca. Il decreto previde, quindi, su autorizzazione del Ministro del Tesoro e su richiesta della Banca d'Italia, a coniare rupie d'argento mediante demonetazione di scudi d'argento per la copertura della circolazione dei buoni; di conseguenza seguì il R.D. n. 1591 dell'8 ottobre 1920 di autorizzazione a coniare n. 200.000 monete da 1 rupia d'argento, dando la facoltà al Ministro del Tesoro di consentire la coniazione per conto di privati di rupie d'argento a pieno titolo, per cui la coniazione di rupie d'argento datate 1920 toccò i 1.300.000 esemplari, di cui almeno 1.100.000 esemplari mai circolati perchè dovevano costituire la riserva per gli annunciati buoni cartacei. Il 27 novembre del 1921 il R.D. n° 1856 autorizzò la coniazione di 500.000 monete da 1 besa, 600.000 da 2 bese e 200.000 da 4 bese. Risultano coniate nello stesso anno anche 943.000 monete d'argento da 1 rupia (senza decreti) emesse in relazione al D.M. n° 600 del 13 maggio 1920, per il quale la Zecca provvederà, su autorizzazione del Ministero del Tesoro e su richiesta della Banca d'Italia, a coniare rupie d'argento mediante demonetazione di scudi d'argento per la copertura della circolazione dei buoni, quindi si tratta di coniazioni non idonee alla circolazione, come era accaduto per i 900.000 esemplari datati 1920, che dovranno costituire le riserve per garantire l'emissione cartacea dei buoni per la Colonia della Somalia emessi dalla Banca d'Italia. Di conseguenza la Banca d'Italia di Mogadiscio non rimise più in circolazione le rupie d'argento che andava ritirando quando, con la riforma monetaria, fu ripristinato il sistema decimale, per cui la nuova rupia-carta equivaleva a 100 bese, mentre la rupia indiana equivaleva a 60 bese. Nel 1923 il R.D. n° 2802 del 23 dicembre dispose la coniazione di 250.000 monete da 4 bese in bronzo e di 500.000 da 2 bese, che furono coniate nel 1924 con datazione 1923, in quanto il relativo decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 6 del 1924, il cui costo di L. 97.532 fu posto a carico del governatorato per la Somalia (R.D. n° 449 del 9 marzo 1923). Sono datate 1924, ma emesse nel 1925, 750.000 monete da 4 bese e 1.000.000 da 2 bese (R.D. n° 1288 del 25 giugno 1925). Il 19 ottobre 1925 si concretò l'occupazione di tutto il territorio somalo secondo i termini del protettorato del 1895. Ma già si era resa necessaria l'introduzione della valuta italiana sostitutiva della rupia e dei sui sottomultipli, per cui il R.D. n° 1143 del 18 giugno 1925 dispose che a decorrere dal 1 luglio la lira italiana divenne la sola moneta circolante in Somalia. Dalla stessa data del 1 luglio, cessarono di circolare le monete ed i buoni di cassa somali. Lo stesso decreto istituì la circolazione di monete d'argento coloniali in lire italiana da L. 5 per un numero di 400.000 esemplari e da L. 10 per 100.000 esemplari, che furono emessi con le caratteristiche di cui al R.D. n° 268 del 17 gennaio 1926, con datazione 1925. Ad ogni modo l'accettazione delle rupie italiane potevano essere effettuate dalla Banca d'Italia di Mogadiscio entro il 1 luglio 1927, per le sole rupie d'argento l'art. 8 dispose l'accettazione anche dopo il 1 luglio 1927, in base al suo valore commerciale, come qualsiasi altro metallo in mercato. Il R.D. n° 1288 del 25 giugno 1925 (in G.U. n° 180 del 5 agosto dello stesso anno) autorizzo la R. Zecca a coniare, per la Somalia Italiana, 1.000.000 do monete in bronzo da 2 bese e 750.000 da 4 bese. Potrebbe essere anacronistico nei confronti del decreto n° 1143, trova invece la sua necessità di assicurare il piccolo circolante nelle more che la Tesoreria di Stato facesse pervenire nella Colonia la monetazione decimale italiana. |