Gruppo politico     “Per il Nostro Paese”    Motta Visconti (MI)

 

ATTUALITA’

Centrale termoelettrica

 

DOCUMENTI

 

IMMAGINI

Genova 21 luglio 2001

Perugia-Assisi

Varie

 

PERIODICO

 

LINKS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I REDATTORI DEL NOSTRO PERIODICO

Massimo Aliprandini  Carlo Bonomi  Laura Cazzola

Marisa Marinelli  Pierantonio Negri Gianni Schiavon

Gianna e Gianni Radici Erminio e Maria Sada 

Ferruccio Torriani Roberto Zanolin

La lista “Per il Nostro Paese” è nata dall’esperienza e dal lavoro svolto nella precedente Amministrazione dal Gruppo dei Progressisti per Motta Visconti. Il nostro Gruppo si è formato aggregando attorno al nucleo dei Progressisti nuove figure con bagaglio umano, culturale e politico diversificato.

Il nostro lavoro, la nostra partecipazione attiva e le nostre battaglie per la qualità della vita di Motta Visconti e dei suoi cittadini in questi quattro anni hanno prodotto un’importantissima esperienza per la nostra crescita politica.

Il gruppo PER IL NOSTRO PAESE si propone di continuare nel prossimo futuro, e con immutato impegno, la propria presenza attiva a livello comunale cercando di coinvolgere in modo sempre più fattivo tutte le forze politiche che si riconoscono nel centro-sinistra: dai Popolari ai Comunisti Italiani, dai Socialisti ai Democratici di Sinistra, dai Verdi a Rifondazione Comunista, senza distogliere l’attenzione dalle più importanti tematiche relative alla globalizzazione neoliberista, problematiche così drammatiche ed attuali che ci hanno indotto ad essere, assieme ad altri gruppi politici e sociali presenti sul territorio, tra i promotori di un Social Forum locale.

 

 

 

EDUARDO GALEANO

 

L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi e si allontana di due passi.

Cammino dieci passi, e si allontana  di dieci passi.

L’orizzonte è irraggiungibile. E allora a cosa serve l’utopia?

A questo: serve per continuare a camminare.

 

 

 

ANTICO POETA INDIANO

 

Il corpo del povero

cadrebbe subito in pezzi

se non fosse strettamente legato

dal filo dei sogni



 

 

Pablo Neruda

 

 

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

 

 

 

Da “Lettera del Sud. Il Poema di Porto Alegre”, composto da Pedro Tierra, poeta brasiliano, e letto alla chiusura del 2° Forum Social Mundial a Porto Alegre, 05 febbraio 2002

 

 

Moriamo a Eldorado dos Carajàs; sulla strada di una scuola a Ramallah; nel sogno che si spegne sotto il burka di una donna a Mazar-el-Sharif; in una radura della selva colombiana; a Genova, nel corpo di Carlo Giuliani; ai piedi delle Torri Gemelle, a New York; in una moschea a Kandahar. E rinasciamo nelle strade ribelli di Buenos Aires e di Santo André. Per rinascere nasciamo…Siamo faville che accendono altre possibilità…

Siamo la stonata polifonia delle voci del Sud e del Nord che rigetta la marcia funebre del mercato. La solidarietà è l’aria che sostiene le nostre speranze. Lo stesso alito che prolunga il volo dei passeri migratori. Siamo eredi della vertigine creatrice di ognuno dei nostri popoli: neri, bianchi, rossi, verdi, azzurri…La fragile possibilità che un altro mondo è possibile.