PROCESSIONE
Apparecchiata
decentemente la Santa Imagine sopra una bara, raccolte le Confraternita con le
loro figure,tamburi, Confaloni e Insegne. Adunato pure il Rev.do Clero con tutti
Religiosi di questi Conventi, cioè Domenicani, Francescani, Carmelitani Paulini
e Cappuccini. Ad hora dopo Vespro, si diede principio ad inviarsi la processione
per quelle strade,che parevano più decenti conforme s'era determinato dal Rev.do
Vicario Sostituto: D.re Don Domenico Barone, stante l'assenza del Vicario
Foraneo Don Santo Gigante che, per suoi negozi urgenti, si trovò allora in
Palermo(18). S'inviarono prima le Confraternita con loro figure e giocali(19)
soliti, secondo li Rev.di Religiosi dei suddetti Conventi, et terzo il Rev.do
Clero dei Preti, cioè per quella parte di San Giacopo, con intenzione
d'addrizzare per la Via di San Gerardo, quindi alla Magiore, doppo a San
Sebastiano, calare a basso verso la Fontanella, passare per la Piazza, e tornare
alla propria Chiesa di San Giovanni. E già le medesime strade stavano addobate
di apparati, e le genti aspettavano con divotione et allegrezza, di veder
passare la Santa Imagine. Quale nell'uscire a punto la porta della Chiesa
portata su le spalle da poca genti, ecco, che fatto impeto e impulso
straordinario ai portatori, seco li trasse, e prese la via, tutta al contrario
di quella che s'era determinata. Prese dico la vanella, ch'è la prima nel piano
di detta chiesa, dalla parte di sotto, che corrisponde verso il Folletto. Strada
precipitosa, dove bisogna caminare molto attentamente a non cascare, e pure con
pigliarsi anco per d'avante buona turma di donne, che sul principio d'essa
strada, stavano inginocchioni, et con tirarsi appresso buona parte del popolo,
non fu persona che s'avesse fatto minimo danno. Parse questo principio tanto
insolito et impensato, molto stravagante, e mosse l'animi di tutti a certo
timore riverenziale, e attonite le genti non sapevano che si dire. Solamente
sfogavano li cuori a gridare: Misericordia
! Arrivato il SS.mo Crocifisso nel fine di detta strada ecco che si vidde votar
venella, et andò a fermarsi nella strada che corrisponde alla Croce(questa
Croce sta perpetuamente affissa sopra un'altare di maramma(20) per divotione e
tutela della terra). E quivi dimorò immobile, senza potersi distaccare, puoco
meno d'un quarto d'ora. Onde con questa sua ritardanza fè che molti si
rimembrassero del primo Segno, ch'egli mostrò anni a dietro a quel medesimo
loco a punto della casa di quel Bartolo Caiazza, miseramente ucciso; il cui
cadavere, par che non havesse voluto associare, conforme al primo capo si disse
et in bocca delli più vecchi altro non si udiva : Qui
fu, qui fu, dove tanti anni sono non
si volse partire per accompagnare il morto. E con tal rimembranza,
s'accresceva
la meraviglia, e parimente la riverenza. Quindi si parte da questo loco e
prende le strada di D. Antonio Faucella, per insino che venne alla strada grande
in frontespizio della Madonna della Raccomandata. Qui nella cantonera vicino
alla casa, dove sta Giuseppe Rirenda che si trovava a letto con certo discenzo
alla gamba, uscì fuori potendo caminare come in fatti caminò facilmente buono
pezzo di strada,ma per la calca della gente si bisognò ritirare. Che perciò la
sua moglie ci presentò all'ora certa tovaglia lavorata di qualche prezzo. Benchè
poi per giusti giudici Divini non seguì la miglioranza, forse perchè tale
infermità corporale sia stata più giovevole per la salute spirituale di qull'infermo.
Hor sichè in questa strada Maggiore come capace di popolo si vidde raccolta
tutta la Terra di Ciminna intiera. Le Confraternita e genti, che portavano le
Figure, et havevano preso per quelle strade designate come sopra, riposte in
salvo le figure, non si potevano contenere, che non corressero a vedere simili
novità di stupori. Era uno spettacolo di compassione il vedere, li volti
sbigottiti della gente, gli occhi di tutti che facevano fiumi di lagrime, li
battimenti di petto, li replicati gridi, che riempivano l'aria di Misericordia
! l'atti di entimento della vita passata, li buoni proponimenti d'emendar la
futura, et in somma dal primo all'ultimo, huomini e donne, grandi e piccoli, non
fu persona che non havesse migliorato nell'anima a gloria del Signore. Gionto
che si fu nel fine di questa strada, cioè nella cantonera chiamata di San
Christofalo si poggiò forzatamente la strada lunga, che salisce verso la Chiesa
di San Sebastiano. Et arrivati poco più sopra della Chiesa Madonna del Carmine
ecco uscire di casa una donna(questa...............la moglie di Rocco
Castelluzzo)quale teneva su le braccia un suo bambino cinto solamente di una
lenza, per una Rottura che l'affligeva et offerendolo al Santissimo Crocifisso,
come a medico celeste, li diceva: Signore
già che vi siete degnato passare per dinanzi la mia casa, lasciatemi
consolata, concedete la grazia a questo mio figliolino. Piange all'ora il
figliuolo, rompersi quella cinta, e sanarsi la Rottura l'osserva ben bene la
madre e trovatolo già guarito con allegrezza lo dimostrava pubblicamente a
tutti, altro non si vedendo che un tantino di rossura nel loco affetto, in
evidente segno della grazia ricevuta. Che perciò lodando tutti l'infinita
Misericordia, ringraziavano il sommo Dio, et ella in segno della gratitudine gli
presentò un anello che prontamente si trovò nelle mani.S'era già trascorso
poco sopra della casa di Don Domenico Traina eccolo ritirarsi indietro, e voltar
la strada in cantonera d'essa casa, e poco appresso torcere la vanella verso giù
dalla parte di dietro di detta casa, urtando anco in un legno di certa
pergola,ch'era nella vanella, ma senza danno e fermatosi un poco,ritorna per la
medesima vanella, e fermasi innanzi la porta di M.o Antonio Scorsone. La moglie
di costui detta .........
havea detto il giorno innanzi queste simili parole:Dicono che lo S.to Crocifisso di Prizzi quando alcuno ci promette alcuna
cosa, ci passa, per davanti la porta, io ci voglio promettere un anello forse
passerà per d'avanti la porta mia.
Mentre dunque la S.ta Imagine si trova qui, ella si ricorda della promessa
fattali, e subito piglia l'anello e donalo in presente segno del favore ricevuto
e manifesta a tutti il mistero sopra cennato.fatto ciò si riduce di nuovo alla
strada dritta rispondente a S.Sebastiano;e quando si credeva d'haversi fatto
gran parte del camino vedesi di bel nuovo tornare in dietro,seco tirandosi tutto
il popolo verso giù per insino che arrivò alla cantonera di S.Cristofalo donde
prima si era poggiato. Hor qui si può dire che si viddero confusi l'animi di
tutti e specialmente li Rev.Preti, e Religiosi, non sapendosi che si fare,e per
levare l'occasione della causa che era in mente d'alcuni, quali attribuivano
quella novità di traviarsi le strade, alla calca dei popoli e anco dubitandosi
d'alcun'altri, che la Maestà di quel Signore, forse non voleva esser portato da
gente secolare, il R.do Arciprete Dr.Don Francesco Pisano con le lacrime a gli
occhi, esortò li sacerdoti, che si degnassero portare loro la santa Imagine.Anzi
per mostrare con segni esteriori l'interna devozione consigliò che si levassero
le cotte acciò con tale mortificazione di restare in abito nero dassero buono
esempio al popolo e magior gusto al Signore.Prontissimi si resero tutti a queste
parole, et egli il primo si levò la cotta e lìaltri insieme. Azione divota che
commosse l'animi a rinnovare le lacrime. Et così fatti arrassare tutti del
popolo secolare, alcuni dei Sacerdoti, Religiosi, e Cappuccini con occhi
piangenti et affetto divoto, sottoposero le spalle al peso venerando e Santo. E
salmeggiando divotamente cominciaro a salire di nuovo il camino dritto di quella
strada. Alli sudori e stenti mostravano apertamente quanto fosse pesante e grave
il peso ch'havevano sù le spalle, quantunque di ragione non fosse tale. Si
giunse a questo modo per insino a S.Sebastiano e quindi si prese la via verso il
Castello, e doppo si ridussero dentro la chiesa Matrice. Dove la santa Figura fu
riposta innanzi l'Altare Maggiore, per darsi alquanto di respiro alle fatiche
del corpo, e giuntamente alle confusioni dell'animo.
Ecco che entrato qui tutto il popolo d'una Terra intiera, si che mai si
vidde la Chiesa maggiore così ripiena; s'odono li strepiti, e le grida di molte
persone, vessate da maligni spiriti, che tremando, e distorcendosi in mille
guise, con le voci terribili rappresentavano un spettacolo compassionevole di
spavento. All'hora il R.do Arciprete mosso a compassione di quelle povere
creature, cominciò a far l'officio d'esorcista. Ma che presaghi, cred'io, li
spiriti maligni de suoi maggiori tormenti, non potendo tolerare la potenza delle
Divine parole,e la presenza dell'Onnipotente Dio, per levarsi d'impaccio mossero
l'animi d'alcuni,a sospettare di quella dimora che si facea nella Maggiore. E
chi sa,disse uno, e li Preti ni daranno più lo S.to Crocifisso? Può essere,
disse l'altro, che se lo vogliono tenere. E che ci faremo poi?disse lo terzo. E
così di mano in mano, passando queste simile parole, entrano l'animi dei
sospetti e dai sospetti si proruppero ad un'istante da tutti, quelle parole:
Fora, fora. Andiamo ch'è tardo, andiamo! E fu tale quel grido comune che fu di
bisogno incontinente partirsi dalla Matrice, con la S.ta Imagine, per portarla
subito alla sua Chiesa. Si discese dunque per S.Francesco. E qui trovandosi una
povera donna di molt'anni vessata da maligni spiriti(questa fu Caterina di Dato,
relicta dello quondam(21) Andrea), subito che si vidde all'aspetto venerando di
quella miracolosa figura, cominciò tutta a tremare e non potendo l'Infernali
Nemici più trattenersi, da subito se n'uscirono, lasciando quella creatura
libera e sana a gloria del Signore. E finalmente passandosi per la Piazza,
s'arrivò a S.Giovanni e riposta la S.ta Imagine dentro la chiesa, richiesta la
sua benedizione e licenza con lodare la Divina Misericordia se ne tornò il
popolo consolato, e ammirato insieme delle insolite meraviglie(22).
(18)Per urgenti bisogni...L'Autore fa notare la sua assenza, cioè:in una processione tanto importante, perchè egli si era recato a Palermo per urgenti bisogni, probabilmente familiari,come appare anche dal suo Diario.
(19)Figure e giocali...Figure sono immagini sacre delle confraternite, dipinte o in plastica.Giogali sono oggetti prezioni in argento quali: Croci processionali, bastoni reggenti emblemi, placche con l'immagine del Santo della confraternita ecc.
(20)...di Maramma...vuol dire:altare in muratura.Maramma, voce derivato dall'arabo, significa:fabbrica, muratura.
(21)Quondam(relicta dal) vuol dire vedova del fu....
(22)L'itineraio della prima processione, stabilito di comune accordo con
l'Autorità religiosa, era seguente - Ch. S.Iacopo - Via San Gerardo - Matrice
Via San Sebastiano - Fontanella - Piazza - Chiesa di San Giovanni.
L'itinerario improvvisato dagli eventi: Chiesa di S.Giovanni - Vanella
verso la Fontanella - cappelletta di S.Croce - Chiesa Raccomandata - Cantonera
di San Cristofaro(presso l'attuale Monumento ai Caduti) Salita San Sebastiano
fino al Carmine - Vanella sopra il Carmine - ritorna indietro fino Cantonera San
Cristofaro -(Sacerdoti e religiosi sostituiscono gli uomini portanti la
bara)Salita San Sebastiano - Castello - Matrice -via verso S.Francesco d'Ass.
Piazza - Chiesa di San Giovanni.