SCAFO E SOVRASTRUTTURE


Per assicurare buone qualità di tenuta al mare ad alte velocità, lo scafo, con un coefficiente di finezza di 1,12 ,fu caratterizzato da forme ben avviate con prora stellata a bulbo, molto slanciata e con una discreta insellatura. Per migliorare la manovrabilità fu installato, a proravia dei timone principale, un timone secondario di superficie minore, che contribuiva anche ad elevare il grado di sicurezza in caso di danni al primo. La poppa era di pianta squadrata e verticalmente dritta, rientrante sotto il galleggiamento a due scalini in corrispondenza delle sedi dei due timoni. Le eliche degli assi interni si trovavano lateralmente all'intervallo di spazio tra i due timoni, gli assi esterni erano sensibilmente più arretrati. Lo scafo era inoltre fornito di alette di rollio lunghe 75 m. Un triplo fondo correva per buona parte della lunghezza della chiglia.
Per ottenere migliori doti di stabilità e una giusta distribuzione dei pesi, furono evitate tughe e ridotti fuori dello scafo. Le stesse mastodontiche torri trinate da 460 mm vennero tenute assai basse sul ponte di coperta: la prodiera e quella poppiera raggiungevano un'altezza di circa 5 m dalla coperta al loro punto di massima altezza; la sopraelevata prodiera raggiungeva invece i 7 m circa. Le sovrastrutture, col torrione, il massiccio fumaiolo, l'armamento secondario e buona parte di quello minore a.a., erano concentrati a centronave e la nave appariva "vuota", "semplice" rispetto alle altre navi del tempo. Ciò a causa della presenza a bordo dei mastodontici cannoni da 460mm. la cui enorme onda d'urto allo sparo era tale da danneggiare gravemente tutto ciò che non fosse stato progettato in modo opportuno: ecco quindi tutte le torrette (dalle maggiori sino alle minori a.a.) scudate e chiuse, la mancanza di sporgenze pronunciate delle sovrastrutture, le scialuppe di salvataggio inserite in spazi nascosti etc. etc.(vedi meglio nella sezione dedicata all'armamento)
L'altezza metacentrica delle "Yamato" era GM=2,18. L'altezza massima della costruzione, dalla linea di chiglia alla sommità dei torrione, era di circa 55 m e quella fuoriacqua di circa 44 m.
La prua era dotata di bulbo, fattore che diminuiva la resistenza all' avanzamento della nave e quindi permetteva una maggiore velocità.

Il raggio di accostata a piena velocità era di 589 metri (640 metri al centro della nave) come mostrato nella figura sottostante:

Solo con le prove in mare ci si rese però conto di un errore di progetto che non si poteva più risolvere. Come già detto poco sopra per migliorare la manovrabilità fu installato, a proravia dei timone principale (avente una superficie di 46m²), un timone secondario di superficie minore (16.5m²), che contribuiva anche ad elevare il grado di sicurezza in caso di danni al primo

Ebbene ci si accorse durante i primi test in mare che il timone secondario essendo non solo più piccolo ma anche non direttamente immerso nel flusso delle eliche avrebbe avuto un rendimento inferiore ai calcoli e avrebbe notevolmente ingrandito il raggio di accostata. Ciò, in caso di danneggiamento del timone principale, avrebbe portato a seri problemi nella manovrabilità della nave in battaglia. D'altra parte i locali adiacenti ai timoni erano stati pesantemente blindati (vedi immagine qui sotto) in modo da evitare rischi del genere.

La ripartizione degli esponenti di carico era la seguente, con l'arrotondamento di alcuni valori:

Componente Tonnellate Percentuale
Scafo 20.500 29.2%
Corazza 21.000 30.8%
Artiglierie 12.000 16.9%
Motori 5.400 7.7%
Impianto  elettrico 1.200 1.6%
Aerei 120 0.2%
Acqua motori 300 0.4%
Carburante 4.300 6.1%
Lubrificante 70 0.1%
Attrezzature  equipaggio 1.900 2.5%
Altro 3.210 4.6%
Totale 70.000 100%

E' facile rilevare che su queste navi la protezione era la caratteristica più accentuata, assorbendo la massima parte dei peso, ed era la più massiccia ed estesa che fosse mai stata applicata ad un'unità navale.

 

 

 

 

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PII @2002