CRISI, MODERNITA’ E INFORMATION TECHNOLOGY
Questo il tema dell’anno presentato durante la prolusione al corso
di progettazione architettonica assistita dal prof. Antonino Saggio.
Si e’ iniziato con il parlare del termine
MODERNITA’. Cosa non si deve intendere come moderno, sicuramente
archi temporali diversi, successioni di tipo cronologico. Quello che
da noi e’ considerato moderno supera nettamente gli ostacoli cronologici
collocandosi in qualsiasi periodo ci sia una presenza di cambiamento,
individuando una rottura con il passato.Primo fra tutti Bodler interpreta moderno come rottura
in una accezione positiva del termine. Rottura come nuovo, come moderno.
La modernita’ da noi intesa non si basa su delle regole, ma tende
a lavorare su dei problemi, su delle CRISI.
Zevi diceva: “la modernita’ cambia la crisi in valore”.
Baudrillard diceva: “la modernita’ fa della crisi un valore,
una morale contraddittoria e suscita un’estetica di rottura”.Esempio calzante di CRISI e’ la Rivoluzione
Industriale, che fu un passaggio epocale, caratterizzato dalle forze
energetiche, che muovevano le macchine.
Per la prima volta queste macchine possono essere attivate dalla capacita’
dell’uomo nell’attivare energia (es. macchine a vapore).
Questo cambiamento comporta molte modifiche, in poche decine di anni
cambia tutto dal modo di vivere al lavoro alla nuova struttura della
citta’. Una vera e propria rivoluzione. L’Architettura tarda
ad adattarsi e a rapportarsi con questa grande crisi, fino ad arrivare
ad una architettura completamente rivoluzionaria. (edificio del bauhouse
di gropius, casa del fascio di terragni).
Dopo circa sessanta anni ancora, si scopre che l’industria
perde di centralita’. La ricchezza non e’ piu’ data
dall’industria, ma dall’informazione, per la prima volta
il benessere dell’uomo passa attraverso l’informazione.
L’architettura “moderna” in questa nuova Rivoluzione
dell’ Informazione deve riuscire ad adattarsi, trasformandosi.
L’opera di Ghery a Bilbao ragiona su questi termini, per il gugghenaim
e’ stata scelta un’area dismessa dove creare un’opera
border line, completamente nuova rivoluzionaria e rappresentativa della
citta’ stessa.