La risposta del nostro presidente (7/5/2007)
La lettera delle Ferrovie dello Stato, a firma ufficio stampa
dellEmilia Romagna, pubblicata nei giorni scorsi sulla stampa piacentina in risposta
allo scritto di un pendolare alquanto deluso dal servizio (si fa per dire
)
propinatoci dal monopolista della rotaia, ancora una volta divaga e si discosta dai
termini reali della questione trasporto ferroviario e pendolare.
Innanzitutto, se il piano industriale, così come è stato delineato e riportato dai media
con ampio risalto, punta al recupero dellaffidabilità ed alla soddisfazione del
cliente, ma passa soltanto attraverso la cambiale in bianco degli aumenti tariffari, lo
respingiamo in toto. Riconfermando a chiare lettere quanto già da noi da tempo ribadito:
NO AGLI AUMENTI !
Le tariffe, negli ultimi anni, dati incontrovertibili ed a disposizione di chiunque ce ne
faccia richiesta, sono aumentate, per balzelli vari ed inflazione, del 38%. Tanto per
rinfrescare la memoria ai più, dell1,8% ad agosto 2006, e in percentuali variabili
dal 4° all8 alla fine di gennaio 2007. Questo nonostante le assicurazioni verbali e
scritte, del ministro Bianchi, per cui sarebbero stati effettuati ritocchi solo ai prezzi
dei treni Eurostar ed Intercity. Quello stesso ministro che da mesi stiamo aspettando ci
venga trovare, e che anche in questo caso disattende alle promesse fatte, non solo a noi,
ma ai Sindaci piacentini, alla Provincia ed allo stesso Prefetto.
A fronte dei succitati aumenti, non si è registrato nessun miglioramento tangibile di uno
qualsiasi dei parametri di giudizio del servizio. Materiale rotabile sempre scadente, la
cui manutenzione non viene effettuata, ed in numero inferiore per numero di carrozze
rispetto a quanto previsto dal Contratto di Servizio, che viene sfacciatamente disonorato
senza che a Bologna si muova foglia. Mentre in Veneto, è notizia fresca, la Regione,
stufa di pagare per non avere, ed il cui disagio ferroviario fa il paio con il nostro, ha
deciso di comminare una mega multa di 2,5 milioni di , tanto per fare capire a
Trenitalia che è ora di smetterla di prendere in giro i pendolari.
Non parliamo poi di pulizie. Basta salire su di un qualsiasi convoglio per rendersi conto
che esse non vengono fatte, o se ci si degna di farle, sono fatte male. Ed è anche qui
notizia fresca, a conferma che quanto i vertici delle FS affermano non corrisponde al
vero, lallarme lanciato in forma di vibrata protesta, dalle associazioni sindacali
di categoria di Piacenza, ove i tagli effettuati e previsti dalle FS, hanno reso ancor
peggiore la pulizia delle stazioni e dei convogli. Si parla già di uno sciopero locale da
affiancare a quello nazionale dei prossimi 17 e 18 maggio. Anche qui non ci eravamo
sbagliati o eravamo dei visionari ???
Se poi vogliamo parlare di puntualità, le segnalazioni dei ritardi mensili dei treni di
fascia pendolare che regolarmente monitoriamo e che vengono rilevate dal sito ufficiale di
Trenitalia, e quindi difficilmente smentibili, sono lì a dimostrare quanto male vada il
carrozzone.
Eppure, cari signori delle Ferrovie, ci vorrebbe poco per migliorare le cose. Basterebbe
fare rispettare quelle poche e semplici regole che, a costo zero, permetterebbero di avere
da subito, benefici e tangibili effetti agli occhi della clientela.
Ovvero, fare partire ed arrivare in orario i treni secondo gli orari scritti (non decisi
da noi), farli trovare puliti, e vigilare che i servizi vengano svolti, (come da contratti
di servizio siglati e pagati), comporre i convogli con il materiale rotabile previsto
dagli accordi per le varie classi di treni, efficiente e messo in riparazione se guasto.
Che si descrivano poi come benefici per i pendolari gli arrivi dei treno a doppio piano, i
famigerati Vivalto, che già su altre tratte lombarde sono stati tolti per le proteste dei
pendolari, ci pare quantomeno irriguardoso. Sarebbe molto meglio se ci si preoccupasse, in
sede di progettazione di concepire treni che ergonomicamente rispettino le esigenze dei
viaggiatori, e non invece soddisfare i voli pindarici di architetti e di progettisti che
francamente di mostrano di non conoscere cosa vuole dire avere un vagone attrezzato per
rendere confortevoli i viaggi, in termini di sedili, per dimensioni e loro forme, di
finestrini, di poggiatesta e di impianti di climatizzazione. Sui Vivalto in sede di
progettazione si deve essere stipulato un accordo con gli ortopedici, stante il fatto che
il posizionamento delle bocchette di aerazione procura, dopo unora di viaggio tra
Piacenza e Milano, una sicura e dolorosa cervicale. Invece che garantire fresco
destate e caldo dinverno.
Per passare poi, nel confutare le affermazioni della lettera, alla sempiterna litania
della TAV/TAC quale panacea di tutti mali che affliggono la Bologna-Milano.
Sinceramente questa storiella sta diventando una barzelletta, peccato che i miliardi di
euro spesi e quintuplicati negli anni rispetto alle cifre originarie da spendere siano
drammaticamente veri.
TAV per la quale lentrata in esercizio doveva essere il 2007, poi diventata il 2008,
ed adesso il 2009.
Non ci sono treni da utilizzare, se non gli Eurostar di ultima generazione che possono
viaggiare con doppia alimentazione, né ne sono stati ordinati (non ci sono soldi, e poi
un treno non lo si ritira in pronta consegna come unautovettura dal concessionario,
ma ci vogliono almeno tre anni dallordine per averlo). Programmazione che se ne
frega di tutto e di tutti, ma che soprattutto non si rende conto del dato
incontrovertibile per il quale si di 1.500.000 passeggeri clienti giornalieri, sol 200.000
sono quelli di fascia Eurostar/Intercity. Ovvero si lavora in funzione di una minoranza
che molto francamente sarebbe più contenta di utilizzare altri sistemi di viaggio, e non
si pensa a lavorare ed investire per la maggioranza degli utenti che non può scegliere,
che è costretta ad utilizzare il treno per andare a lavorare o a studiare, e che
francamente, se potesse, ne farebbe volentieri a meno.
Basta leggere le cifre che la finanziaria 2007 ha stanziato per il trasporto locale,
quanto è finito nelle voraci fauci della TAV e quanto ancor più è stato destinato a
strade ed autostrade.
Ci possiamo solo quindi aspettare, quando la tratta Milano-Bologna sarà operativa, per
pochi treni (quelli sono
) ed unaggiunta di treni merci di notte (tanto per
fare credere, con il parolone Alta Capacità, che linvestimento è corretto, salvo
poi tagliare, è notizia recente, 2 milioni di km. di tratte merci con dispiacere di chi
preferiva la rotaia alla gomma, alla faccia della logistica eco-compatibile!) che il
trasporto normale
ovvero i treni pendolari, venga lasciato allo sbando. Le premesse vanno tutte in tale
senso.
Ecco perché, con la nostra proposta Milano-Piacenza in 20 minuti con la TAV: si
può , abbiamo voluto lanciare un segnale che va in direzione contraria, è cioè
fare proprio per tutti i viaggiatori luso di una struttura con unidea che non
è né visionaria né faraonica, ma che un pò di sano buonsenso e di sforzo comune
potrebbe benissimo trovare attuazione, e rendere fruibile ai più qualcosa che
attualmente, agli occhi dei cittadini di questa provincia ha sinora significato solo
disagi e disastri ambientali, per il passaggio delle rotaie da 300 allora sul
territorio.
Sinora il riscontro avuto è stato di utopica demagogia (la nostra).
Era forse demagogico anche pretendere dalle FS il rispetto dei preliminari di accordo
siglati e mai rispettati in termini di orari, cadenzamenti e tempi di percorrenza,
puntualmente disattesi, mentre nessuno degli accordi in termini di opere strutturali a
compensazione del passaggio TAV (tangenziale, cavalcavia, strade e stradelli vari,
etc
) è stato disatteso ??? Attendiamo risposta.
Da ultimo, i paragoni espressi, in termini di prezzi rapportati alle tratte, tra i servizi
TAV attualmente in funzione in Germania ed in Francia ed il servizio Eurostar italiano.
Rispondiamo solo con il vecchi detto di contadina memoria per il quale le mele si
paragonano tra di loro, non con le pere . Per cui ci pare poi quantomeno opinabile
che lUIC (fantomatico ente la cui esistenza ci era ignota) consideri il livello
delle nostre ferrovie in linea con il resto dEuropa: provare a viaggiare su di un
regionale Mentone-Cannes (60 km.) e poi su di un Ventimiglia-Imperia per toccare con mano
la differenza
Ma la frase che ci dato molto fastidio è la chiosa finale per la quale prima la
qualità e poi gli adeguamenti dei prezzi è come il cane che si morde la coda .
Se i signori che dovrebbero reggere i destini delle italiche rotaie usano questi altri
argomenti di alta strategia di mercato, strafregandosene dei contratti di servizio, della
missione aziendale scritta a chiare lettere nello statuto delle FS, ma soprattutto in
spregio al milione e più di pendolari che giornalmente pagano due volte (con le tariffe e
con le tasse) anche i loro profumati e pingui stipendi di dirigenti, per loro abbiamo una
risposta sola: andate a casa !!!!.
Farete un servizio, quello sì vero, allazienda, allazionista ed a ai suoi
clienti.