Trenitalia incapace di gestire le emergenze (15/2/2007)
Un altro episodio di pessima gestione delle emergenze ferroviarie.
Il giorno 22 gennaio 2007 prima di arrivare alla stazione di Milano Rogoredo un passeggero
del treno R2274 (7.59 da Piacenza) si sente male e non è in grado di scendere con le
proprie gambe dal treno. Si arriva in stazione alle 8.52 e viene avvertito il capotreno
che giustamente decide di non far partire il treno e di chiamare un'ambulanza. Tutti
pensano si tratti di 5 minuti, come detto dal centralinista del 118, ma i minuti passano e
non si vede nessuno. Molti passeggeri diretti alla successiva stazione di Milano Lambrate
decidono di scendere e di prendere il primo treno utile in arrivo. Sfortunatamente il
treno fermo blocca l'accesso a ben tre treni regionali diretti a Lambrate. Sembra
impossibile, ma la sosta di un solo treno paralizza la stazione di Milano Rogoredo.
Intanto sul binario 7 arriva un espresso diretto a Centrale, ma nessuno si è sognato di
dare la fermata a Lambrate. Intanto il tempo passava e dopo oltre venti minuti
dell'ambulanza nessun segno. Nel frattempo un dirigente FS preposto a gestire la
situazione in un elegante cappotto, con cellulare alla mano continuava a camminare lungo
il binario senza riuscire a fare nulla. Tra una telefonata e l'altra un viaggiatore gli ha
segnalato che sarebbe bastato dirottare i treni in attesa, dietro quello fermo, sul
binario di fianco che, sebbene "in contromano" era rimasto libero per una
ventina di minuti. Una procedura questa che si fa spesso per consentire il sorpasso di
treni in sosta. Il dirigente ammette di non averci pensato, ringrazia e dice "vado di
sopra e vedo cosa posso fare", passano altri dieci minuti e non succede nulla.
Intanto un altro espresso arriva al binario 7, ma anche lui non viene fatto fermare a
Lambrate! Recatisi in biglietteria alcuni pendolari chiedono perché non vengono fatti
fermare a Lambrate i treni che transitano sul binario 7. La risposta dell'addetta è
disarmante: "perché il binario 7 non passa a Lambrate!" E' possibile che un
ferroviere che lavora a Rogoredo ignori che da tutti i binari di Rogoredo è possibile
arrivare alla successiva Lambrate che dista solo 6Km? "Beh, se non li fanno fermare
un motivo ci sarà" ha proseguito dopo la replica dei viaggiatori.
Finalmente arriva l'ambulanza ed il viaggiatore, che nel frattempo sarebbe potuto
rimanerci secco, viene accompagnato fuori dal treno. Il treno riparte e arriviamo a
Lambrate con 50 minuti di ritardo! A questo punto sarebbe stato meglio portare il malato
fino a centrale dove le cure sarebbero arrivate senz'altro prima.
Lunedì 12 febbraio un altro episodio. Il treno delle 7.08 per Milano (IR2122) viene fatto partire da Piacenza nonostante problemi. Tra Casalpusterlengo e Codogno, come prevedibile, esala l'ultimo respiro. I viaggiatori, caricati su un altro treno, arriveranno a Milano con oltre 100 minuti di ritardo. Sempre la stessa mattina al treno delle 7.35 (R2912) per Milano, in partenza in ritardo da Piacenza, viene fatto fermare in tutte le fermate per sostituire un treno soppresso, tutto senza avvertire per tempo i viaggiatori appena saliti che non riescono a scendere per prendere il successivo treno delle 7.59 (R2274). Anche questo però viene mantenuto dietro il regionale per buona parte del viaggio, arriverà a destinazione con quasi mezz'ora di ritardo. Intanto che il suddetto treno era accodato al regionale che lo precedeva, l'ICplus 552 delle 8.09 sorpassava tutti i treni pendolari guasti o fermati per l'occasione. Sarebbe bastato avvisare per tempo i pendolari piacentini e concedere le fermata di Milano Lambrate all'Intercity per risolvere i problemi di migliaia di persone che invece, ancora una volta, hanno pagato con decine di minuti di ritardo l'incapacità di Trenitalia di gestire un'emergenza.
Sono solo esempi di come la dirigenza FS sia incapace di gestire il minimo imprevisto. Per colpa di chi non sa fare il proprio mestiere, ma percepisce ugualmente un lauto stipendio, i ritardi nella circolazione e i disservizi creati crescono senza motivo e a pagare siamo sempre i viaggiatori.