La politica la causa di ritardo dei treni (19/2/2007)
"La FER (Ferrovie Emilia-Romagna) e le aziende di trasporto locali
sono troppo politicizzate, non è raro che si occupino troppo frequentemente degli
interessi del partito trascurando i problemi dei pendolari, tutto questo porta
inevitabilmente a scelte sbagliate contrastanti con un sistema gestionale oculato.
Ad esempio, le ferrovie regionali gestite, da anni, da un direttore-manager, oggi si
inventano una nuova figura professionale e politica: il presidente. I costi
ovviamente raddoppiano." ... "più che di manager ci sarebbe bisogno di gente
che lavori con serietà e che crei le condizioni perché i treni viaggino in orario. Serve
una geografia più chiara delle responsabilità sui continui ritardi ferroviari."...
"anziché continuare ad assumere esponenti di partito che ricoprono posizioni
burocratiche, sarebbe necessario e più importante garantire una manutenzione corretta
delle linee ferroviarie e dei treni, ivi compresa unadeguata pulizia delle carrozze.
Gli amministratori politicizzati delle ferrovie regionali, come per quelle nazionali,
anziché ricercare soluzioni strutturali utili per risolvere i problemi, sinventano
delle scappatoie, degli escamotages, che contribuiscono solamente a peggiorare il
servizio. Mi spiego, da qualche tempo non computano più come ritardo i treni regionali
che arrivano in stazione dopo 5 minuti dallorario stabilito, oppure non indicano sul
tabellone elettronico il ritardo accumulato dai vari treni se inferiore ai 10 minuti. Ma
la furberia più grave che hanno inventato è quella di aver fissato, per le tratte
ferroviarie, tempi di percorrenza maggiori di un 10 o addirittura 20%."
Queste sono le parole di un consigliere regionale dell'Emilia Romagna
che segnala un problema da noi sollevato da molti anni. Purtroppo nelle ferrovie, come in
buona parte di altre società pubbliche o pseudo private, i partiti, di qualsiasi
schieramento, cercano di spartirsi le poltrone di comando imponendo una classe dirigente
di nomina politica. In questo modo si privilegiano alcune persone a discapito di coloro
che, anche se più preparati, non hanno alcun legame con la politica. Questo malcostume
serve, secondo noi, ad aumentare il potere dei partiti poiché chi ha ricevuto un posto
grazie ad una tessera è ricattabile ha meno autonomia decisionale e in genere è più
disposto ad assecondare eventuali richieste o pressioni che possono arrivare
dall'organizzazione che lo ha insediato, che non una persona svincolata da quelle logiche.
La presenza di uomini di partito nella dirigenza di una società può avere diversi
aspetti deleteri. Il primo è che, come dice il consigliere, gli interessi portati avanti,
posso trascurare i bisogni dei viaggiatori. Il secondo aspetto è che la persona, essendo
stata scelta tra una ristretta rosa di candidati affiliati o simpatizzanti del partito,
non offre la garanzia di essere la persona più adatta per quell'incarico. Questo può
comportare il rischio che alcune delle scelte compiute possano non essere quelle migliori,
e portino ad un utilizzo non ottimale delle risorse disponibili. Terzo aspetto è la
demotivazione del personale subalterno che, consapevole che le nomine vengono fatte
privilegiando l'appartenenza politica piuttosto che la preparazione e le capacità, non è
incentivato ad impegnarsi. Quarto è l'aspetto economico, legato all'utilizzo di denaro
per pagare una classe dirigente che può costare più di quanto sia in grado di rendere.
Lette in quest'ottica le tante inefficienze del servizio ferroviario acquistano una
spiegazione e le lottizzazioni e le nomine politiche potrebbero effettivamente essere
viste come le vere responsabili dell'attuale degradata situazione del trasporto
ferroviario.
Da anni la nostra associazione chiede che venga congedata quella classe
dirigente arrivata non per meriti a ricoprire ruoli decisionali.
Per combattere questo malcostume è necessario che ogni cittadino chieda in ogni sede ai
politici e amministratori referenti, di ripudiare la scelta delle lottizzazioni e di
impegnarsi affinché vengano nominate anche persone senza legami con i partiti o altre
raccomandazioni, visto che la maggioranza dei cittadini non ha una tessera o
un'affiliazione politica. A questo proposito sarebbe opportuno chiedere, sempre in forma
collettiva, che, pur in forma anonima, vengano rese pubbliche le percentuali di dirigenti
tesserati, presenti nella classe dirigente FS, per compararle con le corrispondenti
percentuali della popolazione.
Se si dovesse scoprire che la percentuale di tesserati tra la classe dirigente è
superiore alla media di tesserati tra la popolazione due spiegazioni possono essere date:
1) prendendo una tessera si diventa improvvisamente adatti al ruolo di dirigente; 2) la
forzatura serve a privilegiare gli interessi di partiti e organizzazioni di vario genere.
Lasciamo al lettore la scelta.
Nei primi anni '90, con le inchieste di "mani pulite" i partiti politici furono
equiparati ad associazioni a delinquere. Pur consapevoli che all'interno di tutti i
partiti vi sono anche persone che cercano di opporsi alla logica delle spartizioni e delle
lottizzazioni, e che all'interno delle FS vi siano dirigenti preparati e all'altezza
dell'incarico ricoperto, non possiamo non osservare che ad oggi i tanto sbandierati
miglioramenti del servizio ferroviario sono ancora una chimera per decine di migliaia di
viaggiatori che invece subiscono un costante peggioramento del servizio su una delle
tratte più rilevanti del paese.
Invitiamo tutti i pendolari e i cittadini, compresi coloro che all'interno dei vari partiti operano per tutelare l'interesse collettivo a dispetto di quello di singoli gruppi, a combattere la logica delle spartizioni e a diffondere il concetto che la classe dirigente venga scelta tra le persone meritevoli a prescindere da tessere, raccomandazioni o pressioni di qualsiasi genere.