Incontro con Regione e FS: l'ennesimo buco nell'acqua (14/2/2008)
Il giorno 12 febbraio si è tenuto presso la provincia di Piacenza un
incontro con Trenitalia, RFI, l'amministrazione regionale dell'Emilia-Romagna e il Comune
di Piacenza. Presenti diverse associazioni pendolari e, lasciati purtroppo fuori dalla
porta, i giornalisti. Anche questa volta infatti si è trattato di un incontro a porte
chiuse. Non ci spieghiamo il perché di questa mancanza di trasparenza da parte degli
organi amministrativi locali, visto che in questi casi non ci dovrebbe essere nulla da
nascondere, semmai da pubblicizzare e diffondere.
Dopo una nota introduttiva dell'assessore ai trasporti della provincia prendono la parola
i pendolari che cominciano a snocciolare le decine di problemi che da anni si trascinano
irrisolti. Ricordiamo brevemente: la sostituzione dei treni interregionali con i più cari
e meno inefficienti Intercity, lallungamento delle percorrenze, l'istradamento di
treni pendolari sulla linea lenta tra Melegnano e Rogoredo, la mancanza di collegamenti su
Fiorenzuola e Lambrate. Oltre a ciò l'aumento dei prezzi, il continuo degrado di pulizia
e comfort di viaggio, merito anche dell'introduzione dei nuovi treni Vivalto. I disservizi
di stazione completano la lista. Per Piacenza lassenza di una sala daspetto
tolta per far spazio a negozi che poi non sono venuti e ora ricostruita con ulteriori
spese, infine l'insensato blocco dell'accesso sud alla stazione che obbliga i viaggiatori
a passare uno alla volta. Per Fiorenzuola la mancanza di un adeguato servizio di
biglietteria in una stazione ormai declassata a serie Z.
Emblematiche e patetiche allo stesso tempo le risposte date da un signore delle ferrovie
che pareva uscito da una vecchia pubblicità di mozzarelle. Ha esordito dicendo che le
nostre lamentele sono sempre le stesse. Un bellinizio, non cè che dire. Per
forza, loro da anni non risolvono i problemi e noi non possiamo che ripetere le stesse
critiche. Le scuse addotte dalle FS sono le solite: non abbiamo soldi, le linee sono
vecchie fatiscenti e le carrozze obsolete, non ci hanno dato i 1000 treni che avevano
promesso (nota che invece i 1000 treni li avevano promessi loro). Sulla PC-MI la colpa dei
treni lenti è della linea che non consente velocità superiori a 140 km/h (del tutto
falso, visto che sulla nostra linea si viaggia tranquillamente fino a 160 con i vecchi
Interregionali e probabilmente anche fino a 200 km/h con gli Eurostar o gli IC). Cosa
dovremmo aspettarci da uno che dice di volerci risolvere i problemi e non sa nemmeno di
cosa si stia parlando? Ha citato anche il quadruplicamento della tratta, che
risolverà i nostri problemi. Abbiamo dovuto precisargli che quadruplicamento non è la
parola corretta. Si parlava di quadruplicamento nei primi anni 80, ma dopo aver scoperto
che di fianco alla linea storica c'era già lo spazio previsto dai nostri nonni per il
quadruplicamento, hanno pensato bene di optare per una soluzione più costosa, quella
dell'alta velocità, che prevedeva tracciati completamente diversi, espropri di terreni,
opere edili, elettriche e meccaniche molto più complesse e
costose. Il supercosto
degli appalti TAV è cosa nota, ma oggi con disinvoltura questi signori tornano a parlare
di semplice quadruplicamento. Sanno giocare bene con le parole. Sì un quadruplicamento
costato come un'alta velocità.
La cosa che ci ha fatto rizzare i capelli è stato sentire il dirigente pronunciare la
seguente affermazione è vero che il condizionamento delle carrozze dei pendolari
non è venuto molto bene, ma si sa anche su una macchina che non prevede il condizionatore
quando ce lo mettete non funziona mai molto bene, " l'abbiamo fatto con
affidabilità bassa ma l'abbiamo fatto". Ecco quindi come vengono spesi i soldi
pubblici e quelli derivanti dai nostri biglietti. Non importa fare una cosa che funzioni,
l'importante è spendere i soldi, se poi dopo poco si guasta tutto non importa, nessuno
pagherà con il licenziamento, e intanto si potrà imbonire i viaggiatori dicendo
però l'abbiamo fatto". Altra involontaria confessione del dirigente è stata a
proposito degli aumenti legati all'abolizione della tariffa nazionale, quella che pagava
chi transitava tra più regioni: "Secondo noi ... mi correggo
secondo chi ha
deciso questa cosa, non era giusto che le tariffe fossero diverse
. Intanto si
è capito chi ha deciso veramente di togliere la tariffa nazionale. Osserviamo che
seguendo questa logica non ha nemmeno senso che in alcune regioni si paghi meno che in
altre?
Lo sproloquio, alternato da lunghe pause in cerca di qualcosa da dire, è stato annaffiato
da deliziose espressioni quali: "ci sono i ritardi perché c'è quello che si
suicidia", " si può far sempre di più su questo mondo", "scusatemi,
mi sono molto prolungato", il tutto espresso in un simpatico accento da pastore
umbro-marchigiano. Resta solo una desolante constatazione: ma in mano a chi siano finiti?
O forse per restare in tema sarebbe meglio dire: ma in mano a chi abbiamo finito? Certo
che ora non ci stupiamo più del perché tante cose non funzionino.
Quello di cui invece ci stupiamo è vedere che lamministrazione regionale,
nonostante tutto questo, continui a dar credito alle ferrovie, decidendo di elargire buona
parte delle penali raccolte per i disservizi, alle ferrovie stesse sotto forma di
incentivi. Soldi che invece dovrebbero essere resi per intero ai viaggiatori per i disagi
che subiscono. A noi pendolari invece toccano solo le briciole delle penali che la regione
riscuote dalle ferrovie. La regione preannuncia che col nuovo contratto di servizio che
firmerà a metà marzo, e che entrerà in vigore all'inizio di luglio 2008, ci saranno
tante novità. Nel frattempo però si guarda bene dal farci vedere le bozze di quel
contratto per una valutazione preventiva, forse memore delle critiche che ricevette un
paio danni fa quando ci diede la prima bozza. Eh sì, il parere dei viaggiatori è sempre
poco gradito a chi decide sulla loro pelle. LAss. Peri dice comunque che le penali
per le soppressioni ora saranno più elevate, ma non si ricorda la cifra, peccato. Ammette
quindi implicitamente che per anni le ferrovie hanno pagato penali troppo basse, come noi
diciamo da tempo. Ci voleva tutti questi anni per capirlo? Un altro vanto dell'assessore
Peri è laccesso diretto al sistema di monitoraggio dei ritardi. Chissà cosa se ne
faranno visto che le penali ancora una volta non verranno legate al singolo ritardo di
ogni treno, in ogni fermata, ma come sempre a dati statistici? Ci ricordiamo benissimo
quando nel 2003 lo stesso Peri ci venne a dire che la regione aveva finalmente avuto
accesso al sistema Riace, proprio quello che allora monitorava i ritardi dei treni e che,
guarda caso, la regione si è sempre rifiutata di far utilizzare a noi pendolari. Dove sta
la novità?
Resta infine l'annosa questione del Crufer (lorgano che dovrebbe rappresentare i
pendolari in Regione). L'assessore Peri questa volta si è tirato la zappa sui piedi. Ha
iniziato il suo discorso polemizzato con la nostra associazione che da due anni si rifiuta
di partecipare a quel tavolo, mentre lui sostiene che quello è l'unico il tavolo
istituzionale in cui è possibile interfacciarsi con la regione. Molto comodo cercare di
farci passare per quelli che non hanno voglia di collaborare. Così abbiamo risposto per
le rime all'assessore, informandolo che noi siamo usciti dal Crufer perché il suddetto
organo consultivo era infarcito di tesserati di partito che altro non facevano che
difendere l'operato dell'amministrazione regionale. Contravvenendo allo statuto Crufer
allora vigente, la maggioranza dei suoi membri cercarono di impedirci di fare una
manifestazione autonoma di protesta contro i politici regionali, organizzata in autonomia
dalla nostra associazione, contro il vergognoso accordo del 2005 che stava per firmare
l'amministrazione regionale (per intenderci quello ha messo l'intercity al posto degli
interregionali). Siamo stati subissati dai membri del Crufer di e-mail (che conserviamo
gelosamente come prova) che infangavano con accuse infamanti e capziose l'operato della
nostra associazione che invece è sempre rimasta fuori da ogni faziosità partitica,
mostrando in ogni occasione, a differenza di altri, il coraggio di sostenere sempre e solo
gli interessi dei viaggiatori. Inutile dire che dopo la nostra azione i
tesserati del Crufer, accortisi che lo statuto gli dava torto, hanno subito
proposto una modifica dello stesso per limitare lautonomia delle associazioni che vi
partecipavano.
E un bellesempio di come i partiti cercano di bloccare ogni azione che si
oppone alle loro decisioni. Per questo siamo usciti schifati dal Crufer e non siamo stati
gli unici. Curiosamente non ci volevano nemmeno lasciar uscire dal loro organismo, quasi
non fossimo più liberi di pensare con la nostra testa (anche di questo gesto conserviamo
tutte le email ricevute). Gli dava troppo fastidio che i piacentini non cantassero più
nel loro coro. Caso strano pochi giorni dopo la nostra sudata uscita dal Crufer qualcuno a
Piacenza ha fondato in gran fretta unaltra associazione che si è immediatamente
iscritta al Crufer appoggiandone le scelte, il resto è storia nota.
Questa per dovere di chiarezza è una spiegazione che dovevamo a tutti i pendolari.
Ultima nota riguarda il finanziamento di uno studio preliminare sulla fattibilità
(chissà quanto tempo ci vorrà per vedere completata lopera reale) di servizi
ferroviari locali su tratte prossime a Piacenza. Non s'è capito se questa proposta
contempla anche uno studio sullutilizzo della tratto ad alta velocità tra Piacenza
e Milano per i pendolari, come invece noi chiediamo da anni e di cui ci sarebbe enorme
bisogno dato che si tratta di una linea utilizzata quotidianamente da migliaia di
viaggiatori pendolari. Ma temiamo non sarà così.
Riteniamo dunque che anche questa ennesima riunione sia stata una trovata pubblicitaria
preelettorale nel tentativo di far vedere che le cose stanno migliorando, ma in soldoni
nulla di nuovo ci è stato prospettato sul servizio. Tutto resta da fare e nonostante le
belle e formali parole degli amministratori i pendolari restano ancora una volta soli a
doversi difendere dal pachiderma FS e non solo da quello.