100 mila lire a fermata (10/11/2008)

100 mila lire era il costo vivo, stimato alcuni anni or sono, di ogni fermata e ripartenza di un treno. Così ci è stato detto da un ferroviere che di sistemi ferroviari se ne intende e non abbiamo motivo di dubitarne. La cifra include tutti i costi di una fermata, dall’usura dei freni all’energia assorbita per rimettere in moto un convoglio ferroviario che pesa svariate centinaia di tonnellate (equivalente al peso di molte centinaia di automobili!). Quando il treno è in movimento l’energia spesa per mantenerlo in moto è poca cosa in confronto a quella che un bestione del genere assorbe quando deve partire. Questo elevato costo dovrebbe disincentivare le continue fermate in mezzo alla campagna dei tanti treni pendolari, ma le FS, che non perdono occasione per piangere miseria, sembrano non preoccuparsi di questa spesa. Facciamo un esempio: nella tratta Piacenza - Milano il treno regionale R2274 (in partenza alle 7.59 da Piacenza), oltre alle canoniche fermate nelle stazioni di Lodi, Rogoredo, Lambrate e Centrale, effettua solitamente anche le seguenti soste “paesaggistiche”: si comincia con una fermatina prima di Codogno, un’altra poco dopo, prima di Casalpusterlengo, una fuori Lodi, una a volte prima di Melegnano, una sistematica nella galleria di Borgolombardo, un paio prima di Rogoredo, un’altra prima di Lambrate, per concludere con l’ultima prima dell’arrivo a Milano Centrale. Tante fermate extra che, anche a 100.000 lire cadauna (considerando l’inflazione dovremmo invece parlare di 100Euro), portano a una spesa quotidiana di svariate centinaia di migliaia di lire per un solo treno su una tratta di 72 km. Se moltiplichiamo questa cifra per il numero di treni/chilometro in tutta Italia si ottiene una spesa enorme dissipata per inutili fermate. E’ certamente una valutazione grossolana, ma che dà un’idea di quanto denaro venga inutilmente gettato al vento. Non vogliamo certo dire che il treno non deve fermarsi al semaforo rosso, quando ne incrocia un altro o quando se ne trova davanti uno fermo. Si potrebbero però rivedere e rendere più efficienti molte tracce orarie, a cominciare da quella del regionale R2274 (le tracce orarie sono i grafici che indicano il percorso e le tempistiche dei treni). Con tracce orarie più efficienti e veloci si offrirebbe un miglior servizio ai viaggiatori, si ridurrebbero le spese vive di trasporto e perché no si abbatterebbe anche l’inquinamento, visto che l’energia elettrica utilizzata dai treni da qualche parte deve essere prodotta. Avremmo tutto da guadagnarci, perché non farlo?

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