Firmato il nuovo contratto di servizio: Chi l'ha visto? (7/4/2008)
Arrivano i bonus per le ferrovie: in vista nuovi
rallentamenti dei treni
Lo scorso 31 marzo è stato firmato il contratto di servizio, in vigore dal 1° luglio
2008, tra la regione Emilia-Romagna e il consorzio vincitore del bando ferroviario
regionale. Com'era prevedibile nel consorzio ci sono anche le FS. Purtroppo tutta
l'operazione è stata condotta dalla regione senza aver dato la possibilità ai diretti
interessati, tra cui la nostra associazione, di visionare e valutare preventivamente le
proposte contenute. Gli amministratori regionali e provinciali proclamano spesso di voler
ascoltare i cittadini, ma si dimenticano di sentirli quando serve. Ora quelle scelte
ricadranno su decine di migliaia di viaggiatori che ancora una volta dovranno subire le
decisioni prese da chi è molto distante dai loro bisogni. Come sempre la regione
ribatterà che le informazioni erano state puntualmente fornite all'organo preposto, dalla
stessa regione, a rappresentare i pendolari. Più che un organo si potrebbe definire
unescrescenza, una protuberanza politica, figlia della stessa amministrazione. Da
anni noi ne siamo usciti, e non siamo i soli, disgustati da tanto servilismo politico.
Sappiamo poco del nuovo contratto di servizio, la notizia più eclatante è quella dei bonus in favore delle ferrovie in caso di puntualità dei treni. A giudicare dalle lettere che ci arrivano ha suscitato molta rabbia tra i pendolari. Quei bonus erano stati anticipati nel bando di gara preparato a suo tempo dalla regione. Già allora avevamo espresso tutta la nostra contrarietà a quel tipo di regalia in favore delle ferrovie che vengono già pagate per avere i treni in orario. Premiare la puntualità significa pagare due volte lo stesso servizio. Per giunta le ferrovie tendono a considerare puntali treni con 5-10 minuti di ritardo e i ritardi mostrati sono spesso inferiori a quelli reali. Chi mai si sognerebbe di fare una cosa del genere se non gli amici della regione che durante gli incontri scambiano ammiccamenti e difendono loperato dei manager FS? A causa di questo bonus si corre anche un altro rischio, molto più grave. Le ferrovie nel corso dei prossimi anni proseguiranno l'azione di rallentamento dei convogli per garantirne una puntualità del tutto fittizia. Saremo destinati a subire ulteriori allungamenti del viaggio con ovvie penalizzazioni per chi utilizza il servizio ferroviario. Come se non bastasse a fine anno gli zelanti manager FS verranno a dirci, come fanno già ora, di non lamentarci perché la puntualità è stata migliorata, e pretenderanno dalle casse regionali, leggi le tasche di noi cittadini, il premio dovuto. Possibile che prima di firmare, nessuno dei geni che operano in regione abbia pensato a questo rischio? Rischio reale, stando alle parole dei manager di Trenitalia che hanno già preannunciato ulteriori allungamenti dei tempi di percorrenza, manco a dirlo per migliorare il servizio. La Regione Emilia Romagna in effetti ci ha abituato a questi strani comportamenti, come la scelta di restituire alle ferrovie i soldi delle penali sotto forma di incentivi e investimenti pro miglioramento del servizio ferroviario. Dimenticando che lacquisto, la manutenzione e lammodernamento dei mezzi deve pagarlo chi il servizio lo offre, non chi lo utilizza.
Perché non si valuta e non si paga il servizio
proporzionalmente alla velocità reale dei treni?
Fin dalla presentazione del bando di gara, bando che ha vincolato la stesura
dellodierno contratto di servizio, la nostra proposta era di usare, come metro di
valutazione, le reali velocità medie dei treni. A differenza dei soli ritardi, che danno
una valutazione relativa, le velocità forniscono una misura molto più aderente al
servizio offerto, in grado di mostrare anche il divario tra il servizio attuale e quello
che si potrebbe ottenere con un utilizzo efficiente delle risorse. Unidea troppo
semplice ed efficace per un'amministrazione regionale che invece, confermando la tendenza
degli ultimi anni, sembra intenzionata a cercare tutti gli espedienti per elargire più
denaro alle ferrovie e mascherare i reali peggioramenti. I nostri treni ad esempio
potrebbero viaggiare fino a 160 km/h, ma in realtà vanno molto più lentamente. È così
che dal 2005 treni come il regionale R2274 ex IR2124 (7.09 da Parma, 9.00 a Milano e sole
sei fermate intermedie) viaggiano a una media di 70 km/h quando sono in orario, 60Km/h di
norma. Nel 2003 con le stesse fermate, la sua velocità media era di 87Km/h, quindi il
peggioramento cè stato. Se quei treni fossero utilizzati in maniera efficiente la
loro velocità media potrebbe arrivare almeno a 110Km/h. Sempre per confronto, potendo
utilizzando la tratta della TAV, la media passerebbe a 140Km/h con le attuali carrozze,
180Km/h o più con materiale adeguato. Veniamo ai regionali che fanno tutte le fermate:
lR20420 ad esempio (7.01 da Piacenza, 8.39 a Milano) quando è puntuale viaggia a
una velocità media di 45Km/h! Dati come questi fanno immediatamente risaltare
larretratezza del servizio rispetto alle sue potenzialità e il peggioramento subito
nel corso degli anni. Daltronde la scelta di aumentare i tempi di percorrenza è
lunica operazione intrapresa dalle ferrovie per sfoggiare una rinnovata efficienza,
e sembra piacere molto anche agli amministratori regionali che continuano ad accettare i
nuovi rallentamenti imposti. Possiamo chiamarlo servizio quello che aumenta i
tempi di percorrenza nel (vano) tentativo di ridurre i ritardi? Eppure grazie al nuovo
contratto la tendenza sarà quella e le ferrovie per farlo si intascheranno anche un
premio.
Chissà che fine hanno fatto le altre nostre osservazioni alla bozza di quel bando di gara, preparato dalla regione, che sembrava però concepito per tutelare gli interessi del futuro gestore. Segnalavamo la grave e colpevole assenza di vincoli sui cadenzamenti, proponevano un corretto calcolo dei ritardi (pesati col numero di viaggiatori del treno e senza arrotondamenti a 5 minuti), rivendicavano il diritto di stipulare i biglietti fino alla stazione di arrivo e non oltre, come invece è dobbligo su Milano, infine richiedevano il ripristino dellabbonamento con inizio da qualsiasi giorno del mese. Temiamo siano questioni rimaste sepolte dagli entusiastici annunci dei nostri amministratori regionali, sempre pronti ad affermare che il loro contratto con le ferrovie è il migliore di tutti. Come non crederci, sono loro a dirlo. Salvo poi apprendere, da una chiacchierata informale con un legale delle stesse ferrovie, che il contratto dellEmilia Romagna è da sempre quello più ricco di falle, una vera manna per le FS.
Nonostante gli aumenti (+80% in 9 anni) i treni vanno più
piano
Con il nuovo contratto di servizio il consorzio ferroviario (Trenitalia, Ferrovie
Emilia-Romagna e Act) percepirà 98.4 milioni di Euro, pari a quasi 200 miliardi delle
vecchie lire, bonus esclusi. Un bel gruzzolo se si considera che i primi contratti di
servizio erano di circa 120 miliardi di lire. E vero però che tutti questi soldi
non finiranno solo a Trenitalia, ma dovranno essere spartiti con gli altri confratelli del
consorzio.
A dispetto di tutti questi finanziamenti le ferrovie continuano a piangere miseria. Non ci
sono i soldi per i servizi essenziali, hanno bisogno di più finanziamenti e prezzi dei
biglietti sempre più alti. Da anni prosegue il giochino del bastone e della carota, usato
per rastrellare denaro con la promessa di offrire servizi migliori. Guardiamo i numeri:
per un abbonamento annuale di seconda classe Piacenza-Milano siamo passati dalle 819.000
lire per 13 mesi (756.000 lire su 12 mesi) del 1998 a 569.10 Euro del dicembre 2007, a cui
vanno aggiunti una trentina di Euro di sovvenzioni regionali e gli 8 Euro mensili che la
regione sborsa alle ferrovie per consentire ai viaggiatori di utilizzare i treni Intercity
imposti dal 2005 in sostituzione degli interregionali. Il costo complessivo, pagato da
regione e viaggiatori, per un abbonamento annuale Piacenza-Milano di seconda classe è
quindi di almeno 695 (+78%). Se consideriamo anche lintroduzione del vincolo
di fare labbonamento a inizio mese si arriva ad un aumento superiore all80% in
nove anni. Nonostante questa cascata di quattrini i tempi di percorrenza dei treni
pendolari tra Piacenza e Milano sono mediamente saliti, del 17% nel solo periodo 1998-2006
(le tabelle con i dettagli treno per treno sono da anni riportate sul nostro sito).
Gli enormi finanziamenti arrivati alle ferrovie in tutto questo tempo
non hanno quindi prodotto alcun beneficio. Dopo un decennio di fallimenti è naturale non
credere più al ricatto "dateci più soldi che offriremo un servizio migliore".
Prima proviamo il nuovo servizio, i nuovi tempi, i nuovi cadenzamenti, le nuove carrozze e
i nuovi collegamenti, poi eventualmente concederemo gli aumenti. Questa sarebbe dovuta
essere la posizione della regione a tutela dei viaggiatori. Da parte loro le FS, prima di
chiedere altri soldi e finanziamenti ai cittadini, dovrebbero eliminare una volta per
tutte gli sprechi e le mille altre cause dei sistematici e ingiustificati peggioramenti
del servizio.
In barba a tutto ciò il ricatto continua, con la minaccia di aumentare le tariffe o di
sospendere i servizi. Così gli Intercity (imposti dal 2005 come surrogati degli
interregionali) che oggi sono a prezzi di favore per i pendolari, da maggio potrebbero
diventare a pagamento, concludendo il ciclo di metamorfosi economica da IR a IC. Niente
paura, l'impatto con leventuale nuovo balzello verrà attutito dall'abbonamento
gratuito concesso ai pendolari, proprio nel mese di maggio. Intanto i prezzi degli
Intercity, quelli sì, corrono veloci. Ci segnala una pendolare della Bologna-Milano che
per la tratta Reggio - Bologna labbonamento Intercity è passato dai 68 Euro di
dicembre 2007, ai 75 di gennaio per finire a 83 Euro in aprile. Il 22% in più nel giro di
cinque mesi, perfettamente in linea con il tasso dinflazione
di un paese da
terzo mondo.