L'assemblea nazionale dei pendolari (2/3/2008)
Venerdì 8 febbraio 2008 a Milano, a poco più di un anno dalla prima
edizione di Bologna 2006, in presenza di una nutrita rappresentanza di viaggiatori, si è
tenuta la seconda assemblea nazionale dei pendolari organizzata da Legambiente. In
un'ampia sala per diverse ore si sono susseguite le presentazioni delle diverse
associazioni pendolari intervallate da qualche assessore o referente politico.
Le dichiarazioni dei pendolari
Come sempre molto interessanti sono state le tantissime fotografie presentate dai colleghi
pendolari torinesi che mostrano le reali condizioni di viaggio dei forzati del treno. La
parola è poi passata alla rappresentante dei pendolari liguri. Anche lei ha sottolineato
che le ferrovie non possono essere intese unicamente come una società per azioni, il cui
solo scopo è quello di fare soldi. Come per istruzione e sanità anche i trasporti devono
rimanere un servizio pubblico con gli obblighi di garantire anche i servizi meno
remunerativi come i trasporti su linee o in fasce orarie meno utilizzate. A seguire il
turno del nostro presidente Ettore Fittavolini. È stata una presentazione concisa ma
molto efficace e nei 5 minuti a disposizione, il nostro presidente è riuscito, unico tra
gli oratori, a strappare ben due applausi a scena aperta, sottolineando che in vista delle
future privatizzazioni del servizio ferroviario ad alta velocità chi vorrà fare soldi
con la TAV dovrà anche farsi carico di sostenere i servizi meno redditizi. Fittavolini ha
poi fatto notare che i viaggiatori ferroviari pagano due volte il biglietto. La prima
acquistando il titolo di viaggio, la seconda con i soldi delle tasse utilizzati per
sovvenzionare le ferrovie. Un successivo oratore aggiungerà che c'è anche una terza
forma di pagamento che devono sobbarcarsi i cittadini/viaggiatori, sono i soldi sborsati
dallo Stato per ripianare i fallimentari bilanci FS.
Lintervento di Moretti Il servizio
A metà manifestazione è salito sul palco l'amministratore delegato delle ferrovie
l'ingegner Mauro Moretti. Per rispetto ai ritardi ferroviari a lui è stato concesso di
ritardare la chiusura del discorso che è durato almeno una ventina di minuti. Ha iniziato
con un lungo excursus sulla situazione dell'Alitalia e un'attenta comparazione con altre
compagnie di bandiera. Sembra che Moretti se ne intenda molto di quel campo, chissà che
non sia il suo prossimo incarico. Finalmente inizia a parlare dei treni e una delle prime
osservazioni che tiene a fare è relativa alla velocità del servizio ferroviario.
Incalzato da altri rappresentanti dei pendolari che chiedevano come mai negli ultimi anni
i tempi di percorrenza dei treni pendolari fossero inesorabilmente aumentati, ha risposto
che per le ferrovie un treno lento costa di più perché loro gli ammortamenti li fanno ad
ore. Non abbiamo capito cosa volesse dire, ma sembrerebbe che alle ferrovie interessi
avere treni più veloci e non più lenti. Vuoi vedere che gli aumenti dei biglietti ci
sono stati perchè i treni vanno troppo piano?
Non cè dubbio, quella di Moretti è unaffermazione da stratega della
comunicazione, che tenta di rigirare la frittata per discolpare le ferrovie dei
rallentamenti dei treni, ma cè unaltra verità sottaciuta. Se è vero che le
ferrovie trarrebbero vantaggio dallavere treni più veloci, anche perché potrebbero
utilizzare il materiale in maniera più intensiva e quindi con più efficienza, è anche
vero che treni più lenti danno la possibilità di mascherare gli enormi ritardi,
consentendo persino recuperi in caso di problemi o di cattiva gestione della circolazione.
Questo produce una benefica ricaduta in termini di immagine, non solo alla società FS, ma
anche alla sua classe dirigente che può affermare di essere stata capace di
migliorare il servizio offerto in termini di puntualità. Chissà perché
Moretti si è dimenticato di fare anche questa osservazione? Che a nostro parere pesa
assai più, in termini di benefici ottenuti, che non i maggiori costi dovuti causati
allammortamento. Oltre linganno anche la beffa perché poco dopo lo stesso
Moretti non si è risparmiato dallannunciare che "la puntualità è mediamente
migliorata".
Forse più che manager sarebbe corretto definirli venditori, visto che riescono sempre a
far risultare di aver fatto qualcosa di buono nonostante la verità sia sotto gli occhi di
tutti.
Il catalogo FS e i costi di viaggio
Moretti ha poi proseguito parlando anche del catalogo con cui le ferrovie presentano alle
regioni i nuovi servizi offerti. Un documento inaccessibile ai pendolari e alle
associazioni di consumatori. Lui però dice che non è vero, che loro lo hanno già
fornito a tutte le regioni e che non c'è problema nel renderlo pubblico. Però intanto
non ne ha portato con sé nemmeno una copia da distribuire.
Interessante anche l'affermazione secondo cui, fatto 100 il costo di viaggio negli anni
60, il costo attuale dei viaggi in treno si è ridotto a 60, ovvero quasi della
metà! Non si è capito in base a quali parametri questa cifra sia stata normalizzata, ma
secondo Moretti gli enormi aumenti, ben al di sopra dellinflazione, che abbiamo
subito negli ultimi anni sono solo un sogno di noi viaggiatori perché in realtà il costo
è sceso.
Moretti prosegue dicendo di non capire come mai alle ferrovie Nord Milano i macchinisti
non si sono mai lamentati dell'uomo morto, il sistema che li obbliga a
schiacciare continuamente un pedale per dimostrare che non si è morti. Perché non prova
ad utilizzarlo tutti i giorni per un annetto mettendoselo sotto la sua scrivania?
Parla poi dei nuovi treni e dei tanti soldi che ci vogliono per acquistarli. La platea gli
fa osservare che i Vivalto e i Minuetto sono stati un vero fallimento, ma quello è un
dettaglio, visto che non commenta le critiche e va avanti. Per un manager del suo calibro
è importante mostrare che i treni nuovi ci sono, poco importa se si guastano subito, se
gli utenti se ne stanno al freddo o sono pressati in metà spazio rispetto a prima.
Per noi viaggiatori invece avere treni nuovi come quelli è solo un peggioramento, per
questo diciamo che se il materiale acquistato con i soldi pubblici dovrà essere come i
Vivalto o i Minuetto meglio che i finanziamenti alle ferrovie non vengano dati.
Linvito
Al termine lIng. Moretti invita, chiunque lo volesse, ad andare a visitare i luoghi
dove vengono calcolati i ritardi dei treni, arriva persino a dire che ci si può stare
tutto il tempo che si vuole. Un invito a nozze per noi che da anni fotografiamo ritardi
fasulli sui tabelloni delle ferrovie. Desidereremmo davvero poterci andare, ma Moretti non
dice come fare e terminato l'intervento, dopo aver ascoltato il successivo oratore, si
alza col suo stuolo di dirigenti a seguito e se ne va di gran carriera.
Tra il seguito cera anche un giovane manager in elegante giacca e cravatta che per
tutto il discorso di Moretti aveva annuito come quei cagnolini dal collo oscillante di
moda negli anni 60. Sarà lui uno dei tanti cervelli dotati di grande autonomia e
competenza che traghetteranno il servizio ferroviario verso le prossime sfide del mercato
globale?
La nostra domanda
Bisogna riconoscere a Moretti di essere perlomeno un abile oratore, degno dei migliori
politici. Riesce a farti vedere quello che non c'è e a farti credere che le cose stiano
andando bene. Avremmo voluto fare a Moretti una domanda, ma il contraddittorio non era
consentito, così approfittiamo di questo sito per inoltrarla.
Caro Moretti, dopo aver sentito che in alcune regioni i partiti politici hanno cercato di
piazzare i propri uomini a capo della sanità, dopo aver letto che alla Rai vi sono tanti
manager in quota ai partiti, ci chiediamo e le domandiamo: a lei partiti hanno mai chiesto
di piazzare qualche loro uomo in qualche apparato di controllo? I dirigenti che sceglie
sono presi esclusivamente per le proprie capacità e competenze? Queste domande possono
sembrare provocatorie, ma in questItalia un pendolare che vive sui binari almeno due
ore al giorno, ovvero almeno 2 anni interi nellarco di una vita di lavoro, vorrebbe
sentirsi dire esplicitamente che l'azienda che lei sta tentando di portare
allefficienza non tollera alcun tipo di privilegio o di raccomandazione, nulla di
ciò che in passato l'ha ridotta in questo stato.