Aspettando la TAV per i pendolari (20/10/2008)
Per la TAV ceravamo lasciati lo scorso luglio con la promessa
degli assessori Calza e Carbone di pretendere dalle ferrovie, con laiuto dei
parlamentari del nostro territorio, quanto previsto dallaccordo tra Comune,
Provincia e FS. Si tratta del futuro servizio sulla linea ad alta velocità che dovrebbe
tener conto delle esigenze del territorio piacentino, quindi anche e soprattutto delle
richieste di noi pendolari.
È iniziato il conto alla rovescia per lapertura della TAV, ma dei treni pendolari
sullalta velocità non ne parla nessuno. Siamo certi che le amministrazioni non si
sono dimenticate di noi e della promessa fatta, ma non ricevere informazioni a due mesi
dallevento non è certo rassicurante. Da parte nostra continueremo a fare di tutto
perché quellaccordo, firmato sulla pelle di tanti cittadini piacentini, venga fatto
rispettare. Di azioni legali a tutela dei diritti dei pendolari ne abbiamo già molte
allattivo e non sarà certo lapertura di un nuovo contenzioso ad
impensierirci.
Nel frattempo prosegue lo stillicidio dei disservizi. Si va dalla chiusura anticipata
della biglietteria di Piacenza (ampiamente discussa sul nostro sito www.pendolari.too.it),
ai soliti ritardi travestiti da puntualità, ai viaggiatori perennemente in piedi su
alcuni treni pendolari (R2122 7.08 da Piacenza, R2285 18.20 da Milano).
Anche i servizi di base sono ormai inesistenti. Su alcuni treni cè solo un bagno
con il sapone disponibile. Ammesso di poter chiamare sapone quelle ultime gocce di melassa
marrone che scendono dal dispenser dopo che lo si è pigiato una decina di volte. Il
ritorno al proprio posto è unaltra piccola odissea, occorre ripercorrere a ritroso
le svariate carrozze, scavalcando le persone ammassate nei corridoi. Ci si mettono pure le
porte tra i vagoni che ogni tanto inspiegabilmente si sigillano e non vogliono saperne di
riaprirsi. Bisogna aspettare larrivo di qualche energumeno per disincagliarle da
quella anomala posizione.
I controllori però ci rassicurano: nel 2009 ben 500 carrozze dei treni media
distanza (gli ex Interregionali) verranno ricondizionate. Conosciamo bene i
ricondizionamenti made FS, un mare di soldi che finisce in lavori dalla scarsa
durata e affidabilità. Ricordiamo il ricondizionamento, fatto qualche anno fa, dei treni
a piano ribassato (quelli con le porte a soffietto). Hanno messo sedili poco imbottiti,
dalla scomoda seduta e con un solo poggiatesta (se possiamo definire poggiatesta quel
corno di rinoceronte che spunta da un lato). I nuovi rivestimenti dei sedili sembrano
spugne progettate per trattenere lo sporco. Tralasciamo i guai di aria condizionata e
riscaldamento per parlare degli avveniristici pulsanti per lapertura comandata delle
porte dintercomunicazione. Allinizio sembrava di essere sullastronave di
Star Treck (se non fosse per la diversa velocità di crociera) con la differenza che quei
futuristici pulsanti hanno avuto vita molto breve. Ora giacciono inattivi come ennesimo
monumento allo spreco ferroviario. Illudono solo qualche viaggiatore che li preme
ripetutamente prima di rassegnarsi ad aprire la porta a mano. La colpa non è certo del
vandalismo dei pendolari, semmai di chi non ha effettuato un serio collaudo in condizioni
operative (se li stai premendo mentre il treno dà uno scossone gli trasmetti tutto il
peso del corpo). Così ora quelle pesanti porte di metallo devono essere aperte
manualmente. Ovviamente nessuno dei progettisti aveva previsto di mettere una comoda e
robusta maniglia, cè soltanto un piccolo incavo demergenza scavato nella
porta, in cui entrano solo le prime falangi; per aprirla serve la forza di un free
climber.
I controllori ci hanno anche anticipato che i nuovi sedili saranno più alti degli
attuali. Li abbiamo già sperimentati su altre carrozze, offrono la stessa comodità di un
muro di cemento che lascia le gambe a penzoloni, dopo un po ci si deve alzare per
riattivare la circolazione.
Perché prima di creare altri pasticci le ferrovie non ci convocano e ascoltano i nostri
bisogni e le nostre proposte? Perché, anche su questi argomenti, le FS preferiscono
evitare il confronto e decidere in autonomia, magari pagando la consulenza di qualche
designer che sui treni pendolari non ha mai messo piede? A lavoro ultimato è poi facile
buttare fumo negli occhi alla gente accaparrandosi i complimenti di qualche associazione
estranea al pendolarismo.
Come per tutto il mondo FS (e non solo) limmagine virtuale conta più del servizio
reale. Intanto però i disagi aumentano e i servizi di cui avremmo urgente bisogno, vedi
TAV per i pendolari, continuano ad essere colpevolmente dimenticati in un cassetto.