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La prima foto

L’ultima nostra abitazione prima della catastrofe della guerra fu quella di Massa in Via del Forte. Lì avevamo tutta la nostra roba fra cui moltissime fotografie. Fra queste c’erano quelle che ritraevano me e mio fratello Guido anche quando eravamo piccolissimi. Ricordo una mia foto – forse la prima che mi è stata scattata – che mi ritraeva seduto su una poltroncina di vimini davanti alla casa del Dr Agnoni a Monzone. Mi avevano messo in mano un fiore ma io, anziché tenerlo per il gambo, ne avevo afferrato la corolla. Purtroppo la catastrofe della guerra ci ha fatto perdere tutto quello che avevamo, foto comprese.

  Di conseguenza la foto più antica di me è quella qui sotto riprodotta, che abbiamo recuperato fortunosamente:

 

3 anni Monzone

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Io sto in braccio a mia madre Lina e alla nostra sinistra c’è mio fratello Guido. Siamo nel 1933 quindi io ho tre anni e Guido 13. A fianco di Guido (estrema destra della foto) c’è la nonna materna Maria Bertoi (Mariuccia) mentre mio nonno materno Giovanni Tortelli è alla destra di mia madre. All’estrema sinistra della foto c’è la Bruna Tonini, moglie di Gino Bartolomasi che era cugino di mia madre. Essi erano da poco rientrati dagli Stati Uniti d’America dove erano emigrati molti anni prima ed erano rientrati beneficiando delle facilitazioni offerte dal governo fascista per gli emigranti che volevano rientrare. Ed erano venuti a farci visita. Gino non è ripreso perché era lui che scattava la foto.

 

 

Sei anni

San Giorgio 6 anni

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Anche questa foto è stata rinvenuta per caso ed è un ricordo prezioso. E’ stata scattata sul monte San Giorgio, fra i ruderi del vecchio monastero. Dovrebbe risalire al maggio 1937 (quindi non avevo ancora compiuto i sette anni). Occorre, dunque, dire che, dopo la conquista dell’Impero (Africa Orientale Italiana) ogni anno il nove maggio veniva organizzata una gita sul Monte San Giorgio, sulla vetta del quale, in un piccolo pianoro, era stata murata la lapide a ricordo delle sanzioni che la Società delle Nazioni aveva imposto all’Italia per l’impresa etiopica. Presumo che questa doveva essere la prima volta, un anno dopo la proclamazione dell’Impero avvenuta il 9 maggio 1936. Il primo bambino a sinistra è il mio coetaneo Carlo Alberto Giorgi (Bertino) , poi ci sono io vestito da figlio della lupa, dietro di me c’è Franco Simonini e sulla destra della foto c’è Giulio Giorgi, fratello di Bertino. Tutti reggiamo un gagliardetto o una bandiera.

Dietro a Franco si intravede il viso preoccupato di mia madre. Forse temeva che ruzzolassimo fra i ruderi.

 

 

Otto anni

 

SAN GIORGIO 2

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Anche questa foto, recuperata fortunosamente da Guido, fu scattata sul Monte San Giorgio nel maggio 1938 (quindi io ho quasi otto anni). Siamo nella radura in cima al monte dove era stata murata la lapide a ricordo delle sanzioni. Io sono il bambino che si affaccia, sulla destra della foto, e viene ripreso per metà. Il terzo da destra, in piedi e in camicia nera è mio fratello Guido. Dietro di lui, un po’ più in alto, appare il viso sorridente di Lisetta, che diverrà poi la moglie di Guido. Vicino a lui, con la sciarpa al collo, è Dino Giorgi, il padre del mio amico Bertino

 

 

Dieci anni

 

 

Valtrida 10 anni

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1940. Pranzo al sacco durante una gita in montagna in un luogo molto ameno detto Valtrida. Io sono fra mio padre, a destra, e Mario Nobili, un caro amico che poi verrà ucciso dai partigiani. La foto è stata scattata da Mario Nobili che, dopo aver posizionato la macchina fotografica, legava un filo alla levetta che provocava lo scatto, poi si metteva anche lui in posa e scattava la foto tirando il filo. Osservando bene la foto si può vedere il filo che, partendo dalla mano destra di Mario, va a finire sul bordo della foto in basso a sinistra.

 

Undici anni

 

11 anni

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


E’, questa, la foto che stava sulla tessera di abbonamento ferroviario mensile che usavo per recarmi da Aulla, dove allora risiedevamo, a La Spezia, dove frequentavo la Prima Media Unica della riforma Bottai, entrata in vigore l’anno prima. Era l’anno scolastico 1941-1942, in piena guerra. E La Spezia con il suo porto militare era un obiettivo molto importante.

 

 

Sedici anni

 

Mario a 16 anni

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Era il 1946, gli anni durissimi del dopoguerra. Nella foto, con me che, purtroppo, ho già la sigaretta fra le dita, c’era anche una fidanzatina con la quale, dopo la separazione, è stata divisa la foto

 

 

Diciassette anni

 

Barga 1947

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Barga 1947. Io sto a sinistra nella foto, con camicia e pantaloni kaki inviati dai parenti americani. Erano i miei primi pantaloni lunghi poiché prima portavo esclusivamente pantaloni alla zuava. Era di giugno ed io stavo a Barga per sostenere, da privatista, l’esame di terza magistrale. Quello in mezzo era uno studente di S.Anna Pelago, quello a destra un certo Tardelli di Vergemoli.

 

 

Diciannove anni   

 

 

in moto a 19 anni

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


San Donnino (Piazza al Serchio) 1949. Sono alla guida della Guzzi 500 del fotografo Bertagni, naturalmente a moto ferma. Dietro di me il mio coetaneo Aldo Tomei.

 

Vent’anni

 

20 anni San Marco

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1950. Gorizia, davanti alla stazione Montesanto all’epoca in mano Jugoslava. Facevo il militare nel Battaglione San Marco, allora di stanza a Villa Vicentina (Udine). Quel giorno ero a Gorizia con l’amico commilitone Carlo Resta, invitati dal maresciallo capo dell’ufficio ragioneria del Comando presso cui lavorava Carlo, mentre io lavoravo all’Ufficio Maggiorità nella stessa palazzina del Comando.

 

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