LETTERA "H" (AGGIORNATA AL 05/08/04)

DIZIONARIO

- Hanna: erbacea spontanea dalle foglie molto larghe, verde scuro lucido nella pagina superiore e pelose argenteo nella pagina inferiore; le foglie si applicavano, appena riscaldate, su ferite ormai purulente o ascessi; provocavano una repentina guarigione. Secondo alcuni il decotto delle foglie è un ottimo lassativo.

- Hannacca: (oppure hjannacca) collana. Complemento del vestito per renderlo elegante sia al maschile sia al femminile. Al maschile usato, da gente appartenente alla "onorata società" un fazzolettone di seta con colore predominante rosso, portato tra spalla e collo...destra o sinistra secondo la posizione gerarchica e della funzione ...del momento. D'origine araba.

- Hantarma: (secondo altri anche fantarma) donna fantastiosa  nel significato migliore . Donna di facili costumi, che ha da fare con il demonio (anche il sesso é demoniaco), quasi maga, non certamente fata, piuttosto strega. Alcune nonne per non dar molte spiegazioni ai nipotini preferivano dire spiritata (vedi); ma non era raro attribuire l'epiteto anche temporaneamente a chi...era dall'altra parte, non come noi!

- Harsara: spreco, dispendio inutile.

- Cu faci harsara est com'a cicala; quandu chiovi e ffaci friddu è ffora: chi fa spreco, inutile, è come la cicala, quando piove e c'è freddo è fuori; in altre parole quando ha necessità di un ricovero, di una protezione è... come se fosse fuori, all'addiaccio.

- Harsarusu (a): chi non riesce a fare economie, anzi spende per cose inutili.

- Ndi sta casa facimu harsara sulu pa saluti: in questa casa si fa spreco soltanto per la salute non per l'alimentazione, bensì per ciò che occorre a mantenersi in buona salute: accertamenti medici e medicinali.

-  A fimmina harsarusa non faci famigghia: la moglie sprecona non fa bene per la sua famiglia, non riesce a costruire una casa (focolare domestico)...non sa bene educare i figli.... afferma la propria  personalità a scapito dell'unità della famiglia.

- Hazzana: (anche fazzana) grande nicchia. Di solito nei muri di cucina e delle....cosiddette stanze da pranzo, ve n'erano diverse di queste nicchie....ed erano veramente utili....in mancanza d'armadi e/o cucine "berloni". E' chiara la derivazione araba hazan, appunto, nicchia. Il termine è stato usato, in maniera impropria, ma chiaramente adeguata per indicare un gran tino di zinco per contenere liquidi....impropria a causa della grandezza del tino...qualche tonn.!

- Hina: (il termine, gradito ed usato abbastanza, peraltro, è di sicura importazione dai paesi della piana: Gioia T., Palmi, Bagnara?) ed anche il diminutivo hinicedda: un poco, un pochino, un pochettino, di qualsiasi cosa, soprattutto di qualcosa da mangiare o bere vino!

- Hjalica: specie di polvere  o leggera fanghiglia; cosa da nulla, ma che, in ogni modo, imbratta.

- Hjiaccari: (anche sciaccari) [dall'arabo schikk, fessura] colpire, spaccare, rompere, tagliare a lamelle.

- Hjiaccatura: spacca, sezione, taglio.

- Hjiaccurari: (non raro sciaccurari, sc  molto brevi) guardare, sorvegliare il gregge e o  gli animali di maggiore stazza: bovini, equini. Il termine deriverebbe di cura con suffisso e prefisso che indicano proprio: prendersi cura; in tal senso era anche usato per indicare la cura delle persone anziane, malate, e, in genere, di quelle abbisognevoli di cura:

- Hjancata: lato; parte laterale; fiancata.

- Nci jttau na hjancata: (na hjancunata) gli ha dato una fiancata, un colpo con il fianco una notevole marcata calcistica.....

- Hjancunata: una fiancata, un colpo, ben dosato del fianco…un po’ come alcuni giocatori del calcio moderno: di fatti alcuni usavano il termine per indicare il marcamento, il marcare, l'anticipare l'altro in arrivo al traguardo.

- Hjancu: fianco, lato. I hjancu: accanto, d'accanto, di fianco; a lato.

- Ti fazzu mi camini i hjancu: te ne do tante... da costringerti a camminare ... di fianco: stordito non potrai reggere la via in modo rettilineo.... un po' azzoppato...un po' handicappato; molto spesso nel senso morale....

- Hjannacca: fiocco, fiocchetto; spacco, lesione, piccola ferita: Qualcosa che si nota, che mette in evidenza.

- Hjarapiari: riscaldarsi appena; sentire appena il tepore di un ambiente caldo ...quasi si prenda l'alito caldo di qualcuno per sentirsi vivi... chi è veramente gelato dal freddo. In effetti è come se ci si riscaldasse soltanto ad un tenue fuocherello; come se si prendesse soltanto un po' di tepore.

- Hjaschettu:  fiaschetta di terracotta per il trasporto del vino...da circa 1/2 l. a circa tre litri. Tipo orciolo, con due manici ed un'imboccatura particolare: si beveva tutti alla stessa fonte!, ma chi non riusciva a modulare le labbra...in un certo modo....era inutile ogni sforzo: bisognava riunire le labbra quasi per fare un fischio....e, sapere aspirare....un po' difficile, ma ci si riusciva! La tecnica consentiva di rinfrescassi....al buon vino...senza...rischiare ubriacature...

- Hjascu: fiasco, fiaschetta.

- Fici hjascu: (anche  fici fetu) ha fatto fiasco; non è andata bene..e, senza possibilità di appello!

- Hjastima: bestemmia, parola molto grossa e sconveniente. In senso figurato significa anche una piccolissima quantità di qualsiasi cosa.

- Hjastimari: bestemmiare, dirle di grosse. Dare un'occhiata molto vaga ed incompleta e quindi trarre delle conclusioni molto, molto rischiose.

- Hjatari: in sé sarebbe: alitare, in quanto alito si dice hjatu, ma spesso si riferisce a quell'alito di vento necessari per separare la paglia dal grano e, successivamente, la poule, dal grano puro… vedi. la voce pani.

- Hjatu: fiato, alito, respiro.

- Hjavuriari: odorare sentire gli odori; odorare, emanare odori;  lasciare una scia profumata che può esser facilmente percepita. In senso molto esteso anche percepire qualcosa, avere inteso dire... essersi a malapena  accorti, interessati, a qualcosa, ai fatti di qualcuno. Sentir l'afrore di una presenza femminile (uomo o animale); inseguire "un profumo di donna"...

- Quand'era ggiuvinu hiavuriava: quand'era più giovane inseguiva facilmente ...il profumo di donna; non se ne lasciava sfuggire l'occasione.

- Ampena hiavuriai vinni e vvu dissi: appena ho avuto sentore.. sono venuto a dirvelo.

- Hjavuru: odore (buono), profumo; sentito dire....appena , alito, fiato. Potrebbe derivar dal latino flagrare, mandare odore.                        

- Hjersu: parte di terreno agricolo non coltivata da tempo. Terreno che non produce  perché arido, pietroso, troppo scosceso. Riferito a persona, si usa, per indicare sterilità sia nei contatti umani sia nella riproduzione. Si diceva soprattutto delle capre....non adatte alla riproduzione: hjersa. Dal greco chersos: incolto.

- Ndo hiersu non crisci mancu gramigna: nelle zone aride non alligna nemmeno la gramigna, non già perché la gramigna non allignerebbe, ma perché proprio il terreno arido non lo consente;

per individuare, facilmente, persona sterile, incapace, inadatta.

- Hignila:  ecco! eccolo! hoplà!

- Hjedila:  soprannome; una donnetta magra e povera che viveva filando lana, conto terzi, buona d'animo ed, in vecchiaia, molto religiosa.

- Hjediri:  non credere; diffidare; perdere la fiducia in qualcuno.

- Na vota chi u hjdja no cridu cchiu: una volta che gli ho perso la fiducia, la stima, non lo credo più.

- Hjnistrara: (Hjnestra) ginestra: l'arbusto ed il fiore, giallo e profumatissimo. Con quest'ortografia è da leggersi con acca molto aspirata e j alla tedesca; alcuni, probabilmente la maggior parte, usavano invece il termine con acca muta ma sempre con la j tedesca.

Il fiore di ginestra: hjuri i hjnistrara (o  i hjnestra) fino a non molto tempo addietro era raccolto e venduto, a prezzi considerevoli, per la produzione di profumi e liquori; naturalmente la raccolta ed il trasporto, in sacchi di juta, sulla strada "carrozzabile" comportava moli sacrifici e sudore, ma il ricavato compensava bene…oggi, invece, la vita si vede…con altra ottica…di maggiori comodità, poco lavoro …e, pensione sociale…per cui questa, sia pur discreta fonte di reddito, è stata abbandonata. Di fatti fino a circa 20 fa…percorrendo l'ultimo tratto di strada prima di entrare in paese si notavano le aree di sosta e smercio di questo fiore: il profumo ed il colore giallo dei petali che cadevano e cospergevano il suolo! Erano, però, almeno 20 anni fa!

- Hjocca: chioccia. Gallina che si trova in un particolare periodo adatto alla cova, con temperatura corporea elevata. In questo periodo, peraltro limitato, si approfitta per inchiri a hjocca*, cioè per prepararle la covata: un cestino addobbato con panni di lana ed almeno una ventina di uova gallate (pizzicati du jaddu), la chioccia spontaneamente si adatta alla cova restando nel nido, in pratica, giorno e notte per almeno ventuno giorni...intanto diminuisce la sua temperatura e si dischiude qualche uovo: pulcino, nuova vita!

Il termine è ancora usato per indicare una mamma troppo apprensiva, attenta alle necessità dei propri figli...ma anche un po' ...ossessiva.

- Hjocchi....hjocchi!: così la buona massaia tentava di richiamare sia la chioccia sia la giovane covata; si dice della mamma attenta, apprensiva.

- Hjocca ‘ì marzu e ppuricini i' stati:  chioccia di marzo e pulcini in primavera/estate: proprio perché i neonati possano affrontare una stagione comoda, nella primissima età. Si dice riferito a donna capace di aver figli in giovane età.

- Hiocculu: fiocco...Durante il ventennio fascista era il fiocco, pom-pom del copricapo, dava segno di distinzione compiaciuta (per chi l'indossava) con il tempo, ma tuttora in uso, si aggiungeva al nome o soprannome di chi si notava...in maniera particolare.

- Curnutu cu hjocculu, (pputtana cu hjocculu), per indicare una tale persona dal modo d'essere relativo all'epiteto.

- Mastru cu hjocculu!:  poteva significare un bravo artigiano, ma anche l'esatto contrario.- Hjnestra: secondo alcuni anche  jnestra: ginestra, arbusto spontaneo della tipica flora mediterranea. Moltissimi gli usi: a) come combustibile, per accendere fuocherelli, per il forno da pane...una volta anche per la preparazione di carcari i caggi (vedi carcara); per questi usi si ricorreva a piante di qualsiasi età; b) usata per fare corde atte a legare fascine: pinaticelle giovani; c) per preparare filati dalle fibre (per la tecnica, vedi. la voce filatu); d) per alimentazione animale etc.

- Hjrrimu: rigagnolo, ruscelletto di limitata portata, presente di solito in seguito a piovaschi; talvolta, però, in caso di piogge violente e durature poteva provocare danni alle campagne.

- Calaru hjrrimi, ma non ficinu dannu: si son visti ruscelletti ma senza danno.

- Tutti i hjrrimi vannu a hjumara: tutti i ruscelli arrivano al torrente.

- Chissu è hjrrimu non è hiumara!: (parlando di un qualcuno) il tale è poca cosa, non ha importanza...poco meno di un rigagnolo rispetto al grande torrente.

- Hjsca: secchio nel quale era munto e trasportato il latte, sorta di contenitore tronco conico in doghe di legno atto al trasporto del latte fresco. Potrebbe derivare dal latino fiscula, cestello. Era anche un specie di misura per il latte, ma aveva anche il significato di "capacità, grandezza, volume" Come misura indicava la quantità di latte che era scambiato a giorni alterni, o, secondo altro periodare, ben stabilito, tra chi sfruttando piccoli quadrupedi (ovini, caprini) non riusciva da solo, per la limitata quantità di liquido, a produrre forme di formaggio di una certa dimensione....ed, allora.....si riuniva la produzione del latte ( due, tre, quattro....fonti ) ed a turno di provvedeva alla caseificazione....il recipiente indicava la giusta proporzione d'uso tra i....contraenti. E, quando tale misura cominciava a diminuire...per diminuita produzione lattifera....si adeguavano ...i turni.

- Hjuhhjiari: (la trascrizione fonetica? per la verità! Arduo! difficilissimo! ...bisogna soltanto sapere ascoltare e saper ripetere!) soffiare, alitare. Si potrebbe proporre la fonetica hjuffiari? Forse non rende l'idea....!

- Hjumara:  fiumara, torrentello (ma talvolta…poco " ello") di alta collina che, però, spesso, sfocia a mare. Le hjumare sono tipiche del paesaggio aspromontano. Normalmente in secco; diventano pericolosi corsi d'acqua (e di altro, purtroppo!) in occasione delle grandi piogge.

- Jiri a' hjumara:  andare al torrente per diversi motivi: per soddisfare le proprie esigenze fisiologiche; per "prendere un po’ d'aria"; perché si è stati chiamati - e bisogna rispondere! - per un "chiarimento" o duello…o, altro.

- Jiri a hiumara:  andar di corpo…molto liquido: diarrea! Muoversi! Esser pronti e lesti: veloci.

- Hjuri:  fiore, di qualsiasi pianta o albero. Per indicare giovane età, capacità di riprodursi, stagione dell'anno.

- Pigghiatinci u hjuri hjuri: prendete il fior fiore; prendete con le pinze ciò vi si dice.

- Hjurilli:  fiori di zucca. Ottimi per far delle frittelline croccanti ed appetitose, tra maggio ed agosto.

Modo di fare:  fiori di zucca raccolti di buon mattino, molto aperti; puliti delle parti verdastre,  lavati, tagliuzzati e salati, lasciati macerare qualche ora. Indi premuti delicatamente con le mani e  impastati con acqua, farina di grano, un po' di parmigiano, qualche uovo, aglio e prezzemolo  tagliuzzati...e, subito  fritti in olio a fiamma alta, dorati da entrambe le facce....e mangiate ancora calde.

Ottimi come salsina-condimento per gli spaghetti: fiori di zucca, puliti, mondati e premuti, lasciati a consumarsi con pochissima acqua in padella coperta aggiungendo un pochino d'olio, uno spicchio d'aglio tagliuzzato, del prezzemolo tritato  e, quando sono ben dorati....e buttati caldissimi sugli spaghetti già pronti..... un'abbondante informaggiata e peperoncino.

- Hjuriri: fiorire, sbocciare, essere in giovane età.

- Quant'avi chi hjurìa!: (probabilmente è una ragazzina che si affaccia all'età giovanile) da tanto tempo sono sbocciata....ho raggiunto la maturità.

- Hjuriscinu livari e castagnari, ma mmanca lu to' hjuri ndi stu cori!: passano le stagioni! gli olivi fioriscono in primavera, i castagni in autunno... ma nel mio cuore manca sempre il tuo fiore...il profumo del mio amore irrimediabilmente perduto.

- Hjuri* i mortu:  crisantemi; fiori per i defunti.

Tradizione (ormai scomparsa... ed inutile) chi voleva vendicarsi di un torto ricevuto o voleva o intendeva "menar jella" a qualcuno, provvedeva a far trovare sul suo cammino dei crisantemi recisi; messaggio macabro, ma molto chiaro!

- Hoscia..... hoscia ccà:  incitazione alle pecore e alle capre; ordine perché si allontanino o si avvicinino ad un punto, ostacolo ; attenzione per un eventuale...attentato, danno a culture, alberelli etc. Le pecore, però, erano meno pericolose delle capre: mangiavano il fogliame, tenero o meno, mentre le capre scorticavano anche le cortecce più ruvide.