I CARBURANTI
I motori impiegati in campo motociclistico funzionano trasformando in energia
meccanica parte della energia termica liberata dalla combustione della miscela
aria-carburante precedentemente aspirata e quindi compressa all'interno del
cilindro. La combustione, che si svolge con estrema velocità ma in maniera comunque
graduale e ordinata, è costituita da una serie di reazioni chimiche in seguito
alle quali l'idrogeno e il carbonio del carburante si combinano con l'ossigeno
dell'aria. I prodotti finali di una combustione completa sono l'anidride carbonica
e l'acqua. Si tratta quindi alla fin fine (ma in realtà ciò che avviene è piuttosto
complesso dal punto di vista chimico, dato che vi sono svariate fasi intermedie
nello sviluppo delle reazioni) di una ossidazione, che ha luogo con grande sviluppo
di calore. li carburante comunemente impiegato per alimentare i motori motociclistici,
sia a due che a quattro tempi, è la benzina, costituita da una miscela di idrocarburi,
cioè di composti chimici formati esclusivamente da atomi di carbonio e di idrogeno.
La benzina si ottiene dal petrolio per distillazione (è la frazione che bolle,
ossia vaporizza, per venire poi ricondensata, tra 25 e 210°C circa) e ha quindi
una composizione che varia in misura anche sensibile a seconda del greggio di
partenza. Gli idrocarburi infatti sono numerosi e di vari tipi e a seconda di
quelli preponderanti nel petrolio che si distilla, si hanno cambiamenti nella
composizione della benzina. In aggiunta alla distillazione frazionata sono stati
messi a punto altri sistemi che consentono di aumentare la "resa" (ossia la
qualità di benzina che si ottiene dal greggio). Si tratta del cracking, della
idrogenazione, delta alchilazione e della polimerizzazione. Non risultano convenienti,
sotto l'aspetto economico, i sistemi che consentono di ottenere la benzina per
sintesi. La benzina non ha quindi una formula chimica e viene definita da una
serie di caratteristiche chimico-fisiche che deve presentare secondo le norme
dì legge o quelle industriali vigenti nei vari Paesi (attualmente è in corso
una unificazione e oramai nelle nazioni dell'Europa occidentale le benzine sono
pressoché eguali o lo diventeranno fra breve). Tipicamente essa ha un contenuto
in carbonio pari a circa l'86%; il rimanente 14% è costituito da idrogeno. Come
per tutti i carburanti, una caratteristica di fondamentale importanza è il suo
potere antidetonante, che viene indicato dal numero di ottano. Più elevato quest'ultimo,
maggiore il potere antidetonante, e quindi più alto il rapporto di compressione
che può essere adottato senza che si verifichi la detonazione. Di grande importanza
è anche il potere calorifico (che indica, come noto, il "contenuto" di energia
del carburante), dell'ordine di 43,5 mJ/kg. Perché la combustione risulti completa
una parte di benzina, in peso, deve essere miscelata con circa 14,6 parti di
aria. Si dice in questo caso che la miscela ha dosatura o titolo 14,6. Quando
la benzina è in eccesso rispetto a tale valore (chimicamente corretto), la miscela
viene detta ricca o grassa mentre quando essa è in difetto viene detta povera
o magra. La tonalità termica (quantità di energia sviluppata dalla combustione
di un determinato volume di miscela aria-carburante correttamente dosata dal
punto di vista chimico) è di 3,5 + 3,7 kJ/dm3. Altre caratteristiche importanti
sono il calore latente di vaporizzazione (dal quale dipende il "raffreddamento
interno" che il carburante è in grado di assicurare al motore> e la volatilità;
a quest'ultima è legata non solo la facilità di avviamento a freddo ma anche
la maggiore o minore propensione a fenomeni di vapor-lock. La massa volumica
(una volta detta peso specifico> della benzina è di 0,73+0,78 kg/dm3. La benzina
viene impiegata in tutti i principali paesi industrializzati del mondo per il
costo ridotto, per la disponibilità in grandi quantitativi, per la relativa
facilità di produzione e per le ottime caratteristiche complessive. Esistono
però anche altri carburanti che possono essere utilizzati per alimentare i motori
ad accensione per scintilla. Per incrementare il potere antidetonante della
benzina per molti anni si è fatto ricorso alla aggiunta di piccole quantità
di composti a base di piombo (si tratta del "famigerato" piombo tetraetile e,
in minore misura, del piombo tetrametile), assai nocivi per la salute. In seguito
il contenuto di questi additivi è stato via via ridotto. Con la comparsa sulla
scena delle marmitte catalitiche sono entrate in produzione le benzine "verdi",
totalmente prive di composti di piombo; quest'ultimo elemento infatti "avvelena"
il catalizzatore nel giro di pochi chilometri. Tra i carburanti alternativi
vanno menzionati gli alcoli. Quello metilico, detto anche metanolo, viene impiegato
in alcune autovetture da competizione, ove ammesso dal regolamento, mentre quello
etilico, facilmente ottenibile dove e una grande disponibilità di "materia prima"
vegetale, viene commercializzato in Brasile per essere impiegato in autotrazione.
In campo motociclistico si utilizzano miscele alcoliche nello speedway. L'impiego
di questi carburanti consente di raggiungere rapporti di compressione più elevati
di quelli che si possono adottare quando il motore viene alimentato con la benzina.
Ciò è possibile non solo perché il numero di ottano è più elevato ma anche perché
il superiore calore latente di vaporizzazione assicura una migliore raffreddamento
interno del motore. La dosatura è corretta dal punto di vista chimico quando
una parte di alcol metilico viene mescolata con nove parti d'aria (in peso).
Impiegando alcol etilico la dosatura corretta è 6,4. Questo vuoI dire che il
consumo risulta molto più elevato di quello che si ha alimentando il motore
con benzina. Il potere calorifico dell'alcol metilico è 26,8 mJ/kg e quello
dell'alcool etilico addiritura 19,7 mJ/kg, ossia inferiore a metà di quello
della benzina. La tonalità termica della miscela carburata però risulta analoga
e questo proprio per via della ben differente dosatura della miscela stessa.
In Italia, la legge vieta l'impiego di carburanti diversi della benzina in vendita
ai distributori per i veicoli adibiti a circolazione stradale. Il numero di
ottano viene misurato utilizzando modalità differenti. Per ogni carburante esistono
infatti un numero di ottano Research e un numero di ottano Motor (il primo è
quasi sempre sensibilmente superiore al secondo). Per la determinazione del
potere antidetonante si impiegano motori da laboratorio a rapporto di compressione
variabile. La differenza tra i valori ottenuti con i due metodi (Research e
Motor) costituisce la "sensitività" del carburante.