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perché un osservatorio ambiente |
A settembre 2014 gran parte della la
stampa ha riportato nella cronaca di Roma, alcuni giornali anche nelle
pagine nazionali, le critiche del regista cinematografico Bernardo
Bertolucci, disabile costretto a muoversi in carrozzina, in merito
alle difficoltà che incontra un portatore di handicap nello spostarsi
nelle vie del Centro storico della nostra città, in particolare di
Trastevere, tra sanpietrini sconnessi, traballanti ed instabili,
marciapiedi inesistenti o pieni di avvallamenti/buche e senza scivoli per
l’attraversamento, auto parcheggiate in ogni dove, sporcizia, escrementi
di animali e così via. Purtroppo
ciò che Bertolucci denuncia non è un “vanto” solo dei quartieri
centrali, ma il degrado è in ogni quartiere, in ogni strada, in ogni
spazio di questa città che per storia e cultura aspira ad essere a tutti
gli effetti una capitale europea. Il
degrado è ovunque e con la crisi finanziaria del comune tende ad
aumentare in modo continuo. La qualità della vita conseguentemente
diminuisce sempre più e i cittadini romani si vanno abituando a queste
condizioni che rendono la quotidianità di ognuno assai precaria. Riteniamo,
pertanto, necessario che anche il nostro circolo si doti di strumenti
conoscitivi e descrittivi di questa realtà, a supporto di chi ci
rappresenta nelle istituzioni locali. Se
è doveroso e legittimo partecipare, come circolo, alle scelte di quello
che dovrà essere l’assetto urbanistico futuro del nostro municipio
nell’ambito della città metropolitana è, a nostro parere, del pari
importante e fondamentale avere una conoscenza appropriata del territorio
in cui ci muoviamo e delle sempre più rovinose condizioni in cui versa
con riferimento a: -
agibilità
delle strade e dei percorsi pedonali e ciclabili, compresa
l’illuminazione e i parcheggi; -
pulizia
degli spazi comuni; -
stato
del trasporto pubblico (qualità dei mezzi, orari e puntualità, fermate,
ecc.); -
manutenzione
e pulizia dei giardini e/o parchi. A
tal fine il gruppo di lavoro osservatorio ambiente documenta
con immagini ed altro materiale, sul sito http://digilander.libero.it/pdgrpcom/,
quale è lo stato del nostro spazio pubblico ovvero in dettaglio lo stato
delle nostre vie, dei nostri marciapiedi, del nostro verde, delle linee
del trasporto pubblico che lo attraversano, della raccolta dei rifiuti ora
differenziata, dei parcheggi e così via. Lo
spazio da tenere sotto osservazione comprende l’area fra Via Laurentina
(dalla stazione della metro a Piazzale Roberto Ardigò); Via Nicola
Spedalieri; Via Nicola di Giacomo; Via di Grotta Perfetta; Vicolo della
Nunziatella (compresa l’area alla sua sinistra fino alla tenuta di
Tormarancia); via Ardeatina (fino all’ex-dazio e compresa l’area alla
sua sinistra verso l’Appia Antica che si affaccia su Via di Tor Carbone)
e Via di Vigna Murata (fino alla stazione della metro).
Qualcuno
potrebbe osservare che un impegno di questo tipo non ha una valenza
propriamente politica in quanto riguarda la gestione amministrativa
corrente e non le decisioni da prendere per migliorare l’assetto del
nostro modo di stare insieme, la cosiddetta progettualità complessiva.
Purtroppo le modalità, prettamente speculative, che hanno caratterizzato
la crescita urbana e lo sviluppo edilizio della nostra città ci hanno
portato a privilegiare il controllo politico sulle grandi decisioni che
spesso hanno portato ad una cementificazione incontrollata del nostro
territorio con tutto ciò che questo comporta in tema di ambiente,
funzioni sociali e mobilità. Al
di là della sua valenza più o meno politica riteniamo, tuttavia, che
rientra tra i compiti d’un buon amministratore quello di garantire un
ambiente di vita adeguato alle esigenze della convivenza civile dei
cittadini con una efficace e tempestiva manutenzione ordinaria degli spazi
pubblici. Questa
attività, molto più complessa di quello che uno può immaginare,
comporta uno stretto rapporto tra amministratore e burocrazia ed è
stranamente assai sottovalutata nel nostro Paese, diremmo a Roma quasi
ignorata, mentre al contrario nei Paesi anglo-sassoni è la base su cui un
eletto a livello locale è giudicato. Comporta da parte degli
amministratori non solo una conoscenza approfondita delle risorse
economiche disponibili (entrate ed uscite), ma anche di come i soldi che
ci sono vengono spesi: dal controllo delle gare di appalto fino
all’efficienza ed economicità delle imprese che intervengono. L’assenza
o la poca cultura in questo campo ha portato i nostri concittadini ad una
quasi inevitabile rassegnazione per cui il degrado in cui viviamo fa parte
delle regole del gioco ed è astrattamente imputabile a soggetti
inarrivabili o inavvicinabili. L'osservatorio
ambiente
ha quindi proprio lo scopo da una parte di documentare lo stato di fatto,
ma dall’altra di stimolare e supportare i nostri amministratori a creare
questa cultura ovvero a muoversi nei meandri d’una spesa corrente in un
municipio che ha pochi poteri in questo campo. È
un’esigenza, a nostro parere, primaria poiché da quest’anno con la
Tasi (Tassa sui Servizi Indivisibili) i cittadini proprietari di immobili
saranno direttamente chiamati a pagare (la prima rata a metà ottobre) per
i servizi destinati, tra l’altro, alla manutenzione ordinaria
dell’ambiente in cui vivono. Può essere, quindi, l’occasione per il
nostro circolo per iniziare a costruire un sistema conoscitivo sul modello
anglo-sassone (pago, verifico e voto) per verificare quanti di questi
soldi verranno poi utilizzati per rispondere in modo efficace al degrado
dilagante.
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